TANZANIA
Repubblica federale, nell'ambito del Commonwealth, costituita (v. oltre) dall'unione del Tanganica e di Zanzibar (v. tanganica; zanzibar, in questa App.). In base alla Costituzione del Tanganica, che (modificata in modo da riservare a Zanzibar un'autonomia legislativa e amministrativa, nonché un'adeguata rappresentanza negli organi federali) è stata assunta come Costituzione provvisoria, la T. è una repubblica di tipo presidenziale. E stata membro delle Nazioni Unite, dell'Organizzazione dell'unità africana e della Comunità economica dell'Africa Orientale.
Superficie e popolazione. - Su una superficie di 938.828 km2 la T. conta una popolazione di 17.500.000 ab. (secondo il censimento 1978); la densità media è di 20,7 ab. per km2. Si calcola che circa 13 milioni di ab. risiedano nelle campagne, dove la struttura insediativa dominante è costituita dalle comunità di villaggio (ujamaa) che dopo l'indipendenza sono state riorganizzate su basi socialiste-cooperative, derivate dalla tradizione collettivista tribale. La rete urbana è debole e disarticolata: le uniche città di una certa consistenza demografica sono la capitale Dār es-Salāām (870.000 ab. nel predetto censimento del 1978) e Zanzibar (68.380 ab.), nell'isola omonima. È a questi due nuclei urbani che fanno capo le attività economiche più moderne e dinamiche. Mantiene una certa consistenza la minoranza indo-pakistana (circa 100.000 unità), socialmente privilegiata, mentre gli arabi, discesi dai coloni musulmani, sono circa 30.000. Il coefficiente di accrescimento demografico si aggira su valori medi del 2,7% annuo.
Condizioni economiche. - L'agricoltura costituisce i due quinti del prodotto nazionale lordo e i quattro quinti delle esportazioni. Le produzioni agricole destinate ai mercati esteri rimangono quelle tradizionali: caffè (550.000 q nel 1976), cotone (680.000 q di fibra e 1.300.000 q di semi) e sisal (i milione di q). Le avversità climatiche determinano forti fluttuazioni nelle produzioni, che si registrano anche nelle colture destinate al consumo interno.
Tipiche colture di sussistenza sono il miglio (1,3 milioni di q nel 1976), il sorgo (4,6 milioni), il mais (16,2 milioni), la batata e il frumento. Il settore industriale è in fase di continua espansione, ma la sua incidenza complessiva rimane modesta (12% del prodotto nazionale lordo, e circa il 15% della popolazione attiva). La recente valorizzazione dei giacimenti di ferro e di carbone ubicati nella parte meridionale del paese ha consentito l'impianto di un complesso siderurgico, costruito con l'assistenza tecnica e finanziaria cinese. In ripresa è anche l'estrazione dei diamanti (896.000 carati nel 1975). La produzione di energia elettrica ha raggiunto nel 1975 i 636 milioni di kWh. Le principali attività manifatturiere riguardano lo zuccherificio (1.030.000 q di zucchero nel 1976), la manifattura del tabacco e l'industria tessile. A Dār es-Salāām sono localizzati alcuni stabilimenti dell'industria di base (raffineria di petrolio, industrie chimiche, cementifico).
Comunicazioni e commercio. - La più importante realizzazione recente nel campo delle infrastrutture di trasporto è la ferrovia Tan zam, che collega Dār es-Salāām a Lusaka (Zambia). Il commercio estero si svolge prevalentemente con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Gli scambi con gli altri paesi della Comunità economica dell'Africa Orientale (Kenya e Uganda) si sono progressivamente contratti, e la T. tende attualmente a intensificare l'interscambio con i suoi vicini meridionali (Zambia e Mozambico).
Storia. - La piena autonomia interna conseguita nel maggio 1961 fu l'ultima tappa del Tanganika (XXXIII, p. 229; App. III, 11, p. 897) - l'attuale T. è sorta nel 1964 dall'unione con Zanzibar - sulla via dell'indipendenza, proclamata il 9 dicembre 1961. J.K. Nyerere, leader della Tanganyika African National Union (TANU), trionfatrice nelle elezioni del 1960, cedette la carica di primo ministro a R. Kawawa, impegnandosi nella ricerca di una via socialista per lo sviluppo economico-sociale della T., poco fornita di risorse e d'infrastrutture e ben poco dotata di élites; egli ha scorto nell'ujamaa (senso comunitario) della società tradizionale africana il valore su cui fondare la costruzione della nuova società della T. (teoria che è venuto progressivamente approfondendo). Il 9 dicembre 1962 entrò in vigore una Costituzione repubblicana (Nyerere era stato eletto presidente e Kawawa vice-presidente). Nel 1962-63 fu riorganizzato il sistema amministrativo: i capi tradizionali furono aboliti mentre vennero introdotti consigli elettivi, favorendo la partecipazione delle masse rurali (la T. venne ripartita in 17 regioni, a loro volta divise in "aree"). Il malcontento, diffuso nelle forze armate come in altri ambienti, per la lentezza della "africanizzazione", provocò nel gennaio 1964, poco dopo la rivoluzione di Zanzibar, alcuni ammutinamenti e disordini, bloccati anche per l'intervento britannico richiesto da Nyerere, che poi riorganizzò del tutto l'esercito. L'unione di Zanzibar al Tanganika (23 aprile 1964; dal 29 ottobre lo stato assumerà il nome di Tanzania) suscitò qualche preoccupazione internazionale per l'orientamento di sinistra di Zanzibar, ma costituì in effetti un successo per Nyerere, collocatosi da allora tra i più prestigiosi capi africani.
La TANU estese sempre più la sua influenza sulla vita politico-sociale della T.: nel febbraio 1964 la National Union of Tanganyikan Workers (NUTA), diramazione del partito (segretario generale è il ministro del Lavoro), assorbì del tutto la preesistente organizzazione sindacale (dal marzo 1965 per tutti i lavoratori divenne obbligatoria l'iscrizione alla NUTA). Con la creazione della National Development Corporation of T. (gennaio 1965) si accentuava il dirigismo statale per l'attuazione di un'economia socialista. Anche in politica estera Nyerere (rieletto presidente nel settembre 1965) cercava una via propria: in febbraio strinse un trattato di amicizia con la Cina mentre forniva sostegno ai movimenti di liberazione africani molti dei quali trovarono sede a Dār es-Salāām, che ospitò anche il Comitato dell'OUA per il coordinamento dei vari movimenti di liberazione. L'orientamento progressista della T. guastò i rapporti con la Gran Bretagna, sino alla rottura all'atto della crisi rhodesiana (novembre 1965). I principi e le direttive fondamentali del socialismo tanzaniano vennero enunciati nella Dichiarazione di Arusha (5 febbraio 1967): lo sviluppo verso il socialismo deve impegnare anzitutto le masse rurali e basarsi su una rigorosa moralità di tutti i membri della TANU. Seguì la nazionalizzazione delle banche (dal 1966 la Bank of T. regolava autonomamente la politica monetaria del paese) e delle maggiori compagnie commerciali, assicurative e di trasformazione dei prodotti agricoli. L'energica direzione politica di Nyerere - che investì altrettanto il campo educativo e culturale (dal gennaio 1967 il swahili sostituì l'inglese come lingua ufficiale) - provocò qualche dissenso (O. Kambona, segretario generale della TANU, si dimise). Nel giugno 1967 la T. costituì con il Kenya e l'Uganda la East African Community, prima concreta realizzazione degli auspici unitari enunciati già prima dell'indipendenza; nel 1968, mentre i rapporti con la Gran Bretagna riprendevano e miglioravano quelli con l'Occidente (si guastarono invece con il Malawi per questioni territoriali), si rafforzarono i legami con la Cina, che ha costruito una ferrovia dalla T. alla Zambia inaugurata nell'ottobre 1975.
Negli anni Settanta la T. ha accentuato le scelte socialiste con la nazionalizzazione di molte proprietà terriere e l'estesa creazione di cooperative e di villaggi ujamaa, realizzazione concreta del socialismo tanzaniano; un sostanziale decentramento amministrativo è stato attuato mentre è progettato il trasferimento della capitale a Dodoma, nell'interno. Un emendamento costituzionale nel giugno 1975 ha sancito la supremazia del partito unico sugli altri organi statali. Nel febbraio 1977 la TANU e l'Afro-Shirazi Party di Zanzibar si sono fusi nel Partito rivoluzionario della T. (Chama Cha Mapinduzy, CCM); nuovo primo ministro è divenuto E. Sokoine. Una nuova costituzione (aprile 1977) ha, fra l'altro, attribuito a Zanzibar 10 rappresentanti all'Assemblea nazionale. Dalla destituzione del presidente Obote - rifugiatosi in T., da dove suoi seguaci hanno tentato nel settembre 1972 una riscossa - si sono guastati i rapporti con l'Uganda (Amin è stato spesso duramente criticato), che ha accusato la T. di piani d'invasione; il contrasto ha portato alla crisi e alla dissoluzione (aprile 1977) dell'East African Community. La presenza di rifugiati Hutu in T. ha provocato nel 1973 una crisi con il Burundi, del tutto superata agl'inizi del 1976. Buoni i rapporti con la Zambia e con il Mozambico (notevole l'appoggio dato dalla T. al FRELIMO) e anche quelli con la Gran Bretagna che dal 1974 ha ripreso gli aiuti (nel novembre 1975 Nyerere ha visitato ufficialmente Londra); migliorati con gli Stati Uniti (visita di Nyerere negli SUA nel 1977), ma attivi anche con l'Unione Sovietica (visita di Podgorny nel marzo 1977). In seno all'OUA la T. è in prima linea nella lotta contro le persistenti situazioni colonialistiche e di discriminazione razziale. Il legame con Zanzibar è rimasto solido, poiché il governo tanzaniano ha lasciato ampia autonomia all'isola, retta autoritariamente da Abeid Karume vittima di una congiura (aprile 1972) dopo precedenti complotti; gli è successo Aboud Jumbe, che è insieme presidente del Consiglio rivoluzionario di Zanzibar e vicepresidente della Tanzania.
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