Tedaldo della Casa
Umanista, appartenente all'ordine dei Minori francescani, legato da rapporti di amicizia con Boccaccio, Coluccio Salutati, Filippo Villani, Francesco da Buti, Lapo di Castiglionchio e altri letterati del suo tempo. Figlio di ser Ottaviano Della Casa, antenato del più noto Giovanni autore del Galateo, nacque nel Mugello nella prima metà del sec. XIV; morì certamente nel primo quarto del sec. XV in quanto nel 1410 era intento ancora a trascrivere opere religiose.
Acquistò fama per le numerose e ottime trascrizioni di codici antichi: nel 1378 iniziò la trascrizione delle opere del Petrarca dai manoscritti del poeta e girovagò, a tale scopo, per tutta la penisola italiana. Trascrisse, tra l'altro, anche le tragedie di Seneca, le Eroidi di Ovidio, la Tebaide di Stazio, il De Consolatione di Boezio, oltre a opere religiose. Del Boccaccio, poi, trascrisse parte del De Genealogia deorum e per intero il De Casibus virorum illustrium.
In questa sede lo ricordiamo come possessore del codice Villani che ebbe in dono da F. Villani (attuale Laurenziano Santa Croce XXVI sin. 1) e lasciò in eredità alla biblioteca di Santa Croce, da dove nel 1766 passò alla Laurenziana (Batines, p. 5). Infatti in un'iscrizione posta su di una membrana, proveniente dall'antica coperta del codice, è scritto: " Questo Dante fu ad uso di frate Tedaldo della Chasa... ".
Frate T. è anche noto come trascrittore del Comentum super Dantis Comoediam di Benvenuto contenuto nel codice Laurenziano Ashburnham 839. La notizia della trascrizione ci perviene da un explicit apposto alla fine del Commento al Purgatorio da cui risulta che frate T. lo trascrisse nel 1381 mentre si trovava a Borgo San Donnino. Tuttavia vi sono dubbi su tale trascrizione, poiché la grafia del Commento al Purgatorio risulterebbe essere assai diversa da quella di T. così come si può rilevare da codici sicuramente di suo pugno. Il testo in questione è quello della prima redazione che raccoglie in modo organico gli appunti delle lezioni tenute da Benvenuto all'università di Bologna nel 1375.
Bibl. - C. Salutati, Epistolario, a c. di F. Novati, Roma 1911, I 155, 234, 330; III 328 n. 1; L. Wadding, Annales Ordinis Minorum, V, Lovanio 1641, 67; F.A. Zacchariae, Excursus litterarii per Italiani, Venezia 1754, 222-223; L. Mehus, Ambrosii Traversarci Generalis Camaldulensium aliorumque ad ipsum et ad alios de eodem Ambrosii latinae epistolae, Firenze 1759, passim; A.M. Bandini, Catalogus codicum latinorum bibliotecae Mediceae Laurentianae, IV, ibid. 1777, 160, 163, 168, 174, 175, 180, 189, 196-197, 207 e ad indicem; G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, V, Modena 1789, 110, 480; N. Papini, Etruria francescana, I, Siena 1797, 59; G. Voigt, Il Risorgimento dell'antichità classica, I, Firenze 1888, 394-395; L. Rocca, Di alcuni commenti della D.C. composti nei primi vent'anni dopo la morte di D., ibid. 1891, 135; L. Rossi Casè, Ancora di maestro Benvenuto da Imola, commentatore dantesco, Imola 1893, 131; F. Sarri, Frate T. della Casa e le sue trascrizioni petrarchesche, in " Annali della Cattedra Petrarchesca " IV (1933); e v. anche F. Petrarca, L'Africa, a c. di N. Festa, Firenze 1926, p. LII; ID., Rerum memorandarum libri, a c. di G. Billanovich, ibid. 1945, pp. XVII, XXXIII ss.