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GRANDI, Terenzio

di Augusto Comba - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 58 (2002)
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GRANDI, Terenzio

Augusto Comba

Nacque il 13 ott. 1884 a Valenza, presso Alessandria, da Tranquillo e da Antonietta Ceriana.

Conseguito il diploma della scuola tecnica, entrò come apprendista nella tipografia Battezzati di Valenza. Trasferitosi all'inizio del nuovo secolo a Torino con la famiglia, lavorò prima come operaio tipografo - per diciotto anni nella tipografia Risveglio della Società missionaria battista di Londra, di cui divenne nel tempo il proto e infine il factotum -, poi come piccolo industriale dal 1919 al 1963, quando, venduta la tipografia-stabilimento grafico Foà (dal 1938 Impronta), ebbe più agio per coltivare la sua passione per gli studi storici.

Mazziniano fin dall'adolescenza, il G. fu uomo di interessi molteplici e precoci: in cima a tutti pose la politica, intesa eticamente come apostolato laico del dovere; del Mazzini condivideva in pieno l'ideale repubblicano e l'internazionalismo, convinzione, questa, che lo portò tra i primi ad aderire e collaborare al Movimento federalista europeo, sorto dopo la seconda guerra mondiale.

Traendo ispirazione costante dal motto mazziniano "pensiero e azione", il G. espresse la propria personalità di militante nella partecipazione attiva, in posizioni di rilievo, alla vita della Federazione repubblicana giovanile e del partito repubblicano torinese (di cui fu più volte segretario); e successivamente, talvolta anche in posizione critica, in commissioni nazionali, come nel 1921 nella commissione per il cinquantenario della morte di Mazzini e l'erezione del monumento a lui dedicato in Roma.

Pacifista convinto, accettò come fatto ineluttabile, per l'affermazione della democrazia e della pace in tutta Europa, l'entrata in guerra dell'Italia nel 1915, e si impose subito di agire, nei limiti delle sue possibilità, fondando con alcuni amici e guidando in prima persona il Gruppo di azione civile.

Il programma, da lui stesso redatto, conteneva, tra l'altro, il concetto del valore dell'iniziativa popolare e il proposito di preparare l'ambiente morale per le future relazioni pacifiche dei popoli nella libertà politica e nella giustizia sociale. Sul piano pratico il Gruppo partecipò a un comitato per l'assistenza legale alle famiglie dei richiamati, gestito dall'associazione Pro voto donne, della quale il G. faceva parte da tempo, convinto assertore della dignità della donna e della necessaria parità di trattamento dei sessi. Nell'ambito dell'attività del Gruppo, il G. si occupò dell'invio ai militari al fronte di generi di conforto (tra cui I doveri dell'uomo di Mazzini) e promosse, a Torino, manifestazioni a favore del Belgio, della Polonia e dell'Armenia.

Per tutta la vita il G. condusse nei ritagli di tempo attività pubblicistica e studi di storia risorgimentale. Quanto alla prima, con l'appoggio di A. Ghisleri, conosciuto fin dal 1904 e diventato l'amico più caro e venerato, fondò e diresse, e in gran parte compilò, alcuni giornali che per ragioni economiche durarono poco.

Tali L'Emancipazione, organo della federazione piemontese del Partito repubblicano italiano (novembre 1903 - giugno 1904); La Ragione della domenica, supplemento settimanale al quotidiano La Ragione di Roma (giugno - dicembre 1911), confluita nella nascente Humanitas di Bari, che fu mantenuta in vita dall'amico P. Delfino Pesce fino al 1924; La Risposta (gennaio 1918 - aprile 1919), nell'ambito dell'azione a favore della "giusta" vittoria; La Nuova Coscienza (1922-23), giornale d'informazione bibliografica mazziniana, attraverso il quale trapelava il suo antifascismo (per le sue idee, nel 1928, subì anche perquisizione e carcere). Finalmente poté dirigere, dal 1946 (1° numero: 15 luglio) al 1963, Il Pensiero mazziniano, mensile che aveva contribuito a fondare e che alla sua morte gli dedicò un intero numero con interventi di storici di rilievo (luglio-agosto 1981).

Nel 1992 il Museo nazionale del Risorgimento di Torino, che conserva il ricchissimo archivio del G., promosse la pubblicazione del suo carteggio con Ghisleri intitolato L'intransigente e l'idealista,Arcangelo Ghisleri - Terenzio Grandi (carteggio 1904-1938), a cura di L. Grandi, con presentazione di G. Spadolini e prefazione di A. Colombo.

Sempre nel filone dell'approfondimento del repubblicanesimo, nel quale includeva come maestro anche C. Cattaneo, il G. dedicò articoli e volumi ai repubblicani dell'Ottocento, interessato specialmente all'attore G. Modena, di cui raccolse l'archivio, traendone successivamente l'edizione delle lettere, degli scritti e il materiale per una biografia. Uno spazio particolare occupa, tra i suoi interessi, l'opera del poeta G.P. Lucini, fervente repubblicano, che il G. conobbe e ammirò, richiamando su di lui, dopo la morte avvenuta nel 1914, l'attenzione dei rappresentanti del mondo dei letterati, con molti dei quali entrò in rapporti di corrispondenza.

Oltre a dedicare al Lucini numerosi articoli sui vari giornali repubblicani e su riviste culturali quali Rivista d'oggi, La Martinella, La Fiera letteraria, il G. curò l'edizione di alcuni inediti dello scrittore: La gnosi del Melibeo (Torino 1930); il carteggio fra Lucini e C. Dossi, nel periodico Il Convegno (marzo 1933); nonché Parade, seguito da Un dialogo notturno tra il passante e la passante (Milano 1967).

Un altro fondamentale aspetto dell'attività intellettuale del G. fu quello dell'arte - tale la considerò sempre - della stampa: fu redattore nel 1904 dell'organo sindacale dei tipografi Le Arti grafiche e quindi, in qualità di membro fondatore, del Piemonte grafico, trasformato successivamente in Graphicus, al quale, quando non poté più occuparsene regolarmente, continuò a inviare numerosi articoli.

Già nel 1901 aveva tradotto dal francese per Le Arti grafiche un articolo su Gutenberg; nel 1913 pubblicò un saggio su G.B. Bodoni e nel 1916 un altro sul futurismo tipografico, svolgendo in entrambi un suo preciso pensiero sull'arte della stampa: in quello molto documentato sul Bodoni ne metteva in rilievo le innovazioni individuando nella semplicità, chiarezza ed eleganza i pregi maggiori; assai critico, invece, il saggio sul futurismo tipografico, accusato, a cominciare da F.T. Marinetti, di fare sconfinare la tipografia in un ambito che la privava delle sue peculiarità di chiarezza e di estetica.

Con la giornata divisa tra il lavoro professionale e gli impegni di studio, il G., carattere sereno e ottimista, si creò numerosi legami di amicizia. Tra i riconoscimenti tributatigli, la nomina a socio onorario della Domus Mazziniana nel 1958 e il premio Saint-Vincent per la pubblicistica nel 1962. Nel 1976 il comitato torinese dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano promosse in suo onore un volume di studi, Mazzini e i repubblicani italiani (Torino), al quale contribuirono numerosi storici.

Il G. si spense a Torino il 4 luglio 1981.

Tra gli scritti del G.: Emancipazione femminile, Roma 1906; L'opera di G.B. Bodoni, Torino 1913 (più volte ristampata in riviste grafiche); Futurismo tipografico, ibid. 1916; E. Dogliani, silografo, ibid. 1930; M. Boglione acquafortista, ibid. 1932; Variazione in tono minore su tema di stampa e di libri vecchi, in Graphicus, aprile 1934; L'ultima mazziniana d'Italia: Bice Pareto Magliano, in Rass. stor. del Risorgimento, XXVII (1940), pp. 1019-1021; Mazzini aneddotico, Torino 1955 (2ª ed., Pisa 1980); Epistolario di G. Modena, Roma 1955; Scritti e discorsi di G. Modena, ibid. 1957; Mazzini nella poesia, Pisa 1959; Pensieri di G. Mazzini, Alpignano 1961; Appunti di bibliografia mazziniana, Torino 1962; E. Bezzi, in Irredentismo e interventismo nelle lettere agli amici, a cura di T. Grandi - B. Rizzi, Trento 1963; Un mazziniano piemontese, Raffaele Vita Foa, in Boll. della Domus Mazziniana, IX (1964), 2, pp. 39-57; G. Modena attore patriota, Pisa 1968; Ghisleri uomo, Torino 1968; G. Beghelli, un giornalista repubblicano dell'Ottocento, Pisa 1970; Scritti politici di G. Mazzini, a cura di T. Grandi - A. Comba, Torino 1972; Una mazziniana milanese: Giulietta Pezzi, in Boll. della Domus Mazziniana, XXI (1976), 2, pp. 183-233; Montariele. Pagine di diario e ricordi di un mazziniano, a cura di A. Galante Garrone, Torino 1980.

Fonti e Bibl.: G. Spadolini, Un asceta mazziniano, in Id., L'Italia della ragione, Firenze 1978, pp. 380-383; R. Balzani - D. Giacalone, La libertà, la Repubblica, l'altra Italia. Profilo storico della Federazione giovanile repubblicana, Firenze 1984, passim; L. Grandi, Un'amicizia politica in tempi drammatici: T. G. e Piero Delfino Pesce, in Studi piemontesi, XXVIII (1999), pp. 525-535; Id., Una piccola storia di pubblicistica repubblicana, in Il Pensiero mazziniano, LV (2000), 1, pp. 48-60; Id., Un viandante dell'ideale repubblicano. La vita di T. G., Imola-Bologna 2001.

Vedi anche
Plàuto Plàuto (lat. Plautus). - Commediografo latino (Sarsina 250 a. C. circa - forse Roma 184 a. C.). Una tradizione vuole che il cognomen originario fosse Plotus, poi urbanizzato in Plautus; il prenome e il nome sono incerti: probabilmente si chiamò Titus Maccius (la tradizione antica parla di M. Accius; ... Menandro Commediografo greco (Atene 344-43 o 342-41 - ivi 293-92 o 291-90 a. C.). Figlio di un ricco cittadino, Diopeite, e nipote del commediografo Alessi. Sebbene la tradizione lo consideri scolaro di Teofrasto e amico di Epicuro, nelle sue commedie non appare epicureo; appartenente alla cerchia che si raccoglieva ... Elio Donato (lat. Aelius Donatus). - Grammatico latino (metà del 4º sec. d. C.), autore del più completo corso di grammatica latina tramandatoci dagli antichi, distinto in Ars minor, grammatica elementare, e Ars maior, divisa in tre parti, dall'alfabeto ai tropi. Le grammatiche di Donato, Elio furono testo classico ... Lucio Emilio Pàolo Pàolo, Lucio Emilio. - Figlio (n. 228 a. C. circa - m. 160) del precedente. Pretore (190), ebbe il governo della Spagna Ulteriore, ma subì una grave sconfitta dai Lusitani, cui riparò con un'importante vittoria l'anno successivo. Console (182), sottomise i Liguri Ingauni ed ebbe il trionfo. Console per ...
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