TERLIZZI (A. T., 27-28-29)
Cittadina della provincia di Bari (da cui dista 30 km.), situata, a 191 m. s. m., sul fianco orientale delle Murge, a 8 km. dall'Adriatico. Il comune conta (1931) 21.033 abitanti, nella quasi totalità accentrati in Terlizzi e nella frazione di Sovereto, che sorge a SE. del centro principale. Il territorio di Terlizzi, vasto 68,3 kmq., è fittamente coltivato a viti, a olivi, a mandorli e ad altri alberi da frutta. Terlizzi è sulla linea tramviaria Bari-Barletta, ed è congiunta, mercé un servizio automobilistico, con Molfetta.
Storia. - Ricordata in una donazione del 797 del gastaldo Wacco all'abate di Montecassino, rimasta a lungo sotto il dominio bizantino, saccheggiata più volte dai Saraceni, era già casale, alle dipendenze della giurisdizione vescovile di Giovinazzo, allorché fu assoggettata da Normanni divenuti signori di Puglia. Fu poi fortificata, ebbe castello e mura; crebbe d'importanza dopo il 1000, e si guadagnò il titolo di "città" nel 1123; e continuò ad espandersi tanto da ottenere di poter costruire fuori le mura (1167). Contribuì con sei milites alla crociata sotto Guglielmo il Buono. Eretta a contea, fu infeudata nel sec. XIII ai Tuzziaco. Datasi a Luigi d'Ungheria nel 1346, fu assediata e riconquistata da Roberto Sanseverino, conte di Tricarico, partigiano di Giovanna I. Assegnata da Ladislao a Villanuccio, poi (1404) a Federico Wrunfort; lui morto, fu devoluta alla corona; passò poi a Carlo Ruffo, milite del regno, maestro giustiziere, indi ai Sanseverino; ritornò poi alla regia corte, infine fu data agli Orsini principi di Taranto. Poi fu nuovamente incamerata e dichiarata città libera (1463); infeudata ai Grimaldi, cui fu ritolta per delitto di fellonia nella guerra tra Spagna e Francia (1641) e venduta e rivenduta a Nicola Giudice, principe di Cellamare. Estintisi i Giudice (8 febbraio 1770), Terlizzi si riscattò pagando 10.000 ducati e riottenne privilegio di città libera e demaniale (1779). Democratizzatasi nel 1799, subì le alternative di reazioni politiche e sociali di altri centri pugliesi. Partecipò alla preparazione del Risorgimento, ai moti liberali del 1848, alla rivoluzione del 1860.
Bibl.: V. Bisceglie, Lettera a D. Michele Torcia sulla città di Terlizzi, in Giornale letterario di Napoli, Napoli 1798, n. 113; P. Chiapperini, Terlizzi, in Il globo aerostatico, ivi, 23 giugno 1836; Fr. P. De Feo, Della chiesa vescovile di Terlizzi, in Enciclopedia dell'Ecclesiastico, Napoli 1848, IV, p. 1027; A. Amati, Dizionario corografico dell'Italia, Milano 1866, VIII, p. 115; G. Dello Russo, Cenni topografici, storici ed etnografici sulla città di Terlizzi, Napoli 1869; L. Giovene Marinelli, Memorie storiche di Terlizzi città del Peuceto, Bari 1881. Per altre fonti, cfr. L. Volpicella, Bibliogr. storica della prov. di Terra di Bari, Napoli 1884-87, pp. 703-717; S. Daconto, Giovinazzo nel 1799, Trani 1908; A. Lucarelli, La Puglia nel Risorgimento, storia documentata, I e II, Bari 1932-1934, passim. Documenti su Terlizzi medievale sono nel Codice diplomatico barese, III, a cura di F. Carabellese.