termometro clinico
Strumento usato per rilevare la temperatura corporea a scopo diagnostico. Il t. c. che misura le variazioni di temperatura del corpo umano è stato per lungo tempo un t. a mercurio (a massima, con scala divisa in decimi di grado da 35 a 42 °C). La sede di più frequente applicazione del t. a mercurio è il cavo ascellare; può però essere applicato anche in bocca o nel retto (sede quest’ultima preferibile nel bambino). La temperatura orale e rettale è superiore a quella ascellare di circa 0,5 °C. Un decreto ministeriale (d.m. 20 lug. 2008), che ha recepito una norma europea, ne ha proibito la fabbricazione (a causa della tossicità del metallo, quando finisce nel ciclo dei rifiuti) a partire dall’aprile 2009. I t. c. a mercurio vengono gradualmente sostituiti da altri termometri a espansione (usando leghe metalliche non tossiche con un buon coefficiente di dilatazione termica, per es. quella a base di gallio, indio, stagno), oppure dai t. c. digitali.
Questi t. c. funzionano con un circuito elettronico a batteria che si giova di un sensore applicato sulla cute. Nell’uso clinico questo tipo di t. c. viene utilizzato rilevando la temperatura corporea tramite un sensore in grado di captare le radiazioni infrarosse (ossia le radiazioni termiche); questa viene applicata a contatto del condotto uditivo esterno: in questo modo la temperatura corporea viene rilevata rapidamente e non si creano problemi igienici in quanto la sonda viene eliminata a ogni misurazione. Nell’uso domestico vengono impiegati anche modelli con sensori in grado di raccogliere il segnale da punti ben delimitati (spot) della superficie cutanea e di tradurre il segnale in valore di temperatura.