THAILANDIA.
– Demografia e geografia economica. Storia. Bibliografia. Cinema. Bibliografia
Demografia e geografia economica di Libera D'Alessandro. – Stato dell’Asia sud-orientale. Al censimento del 2010 la T. ospitava una popolazione di 65.980.000 ab. (cresciuta a 67.222.972 ab. nel 2014, secondo una stima UNDESA, United Nations Department of Economic and Social Affairs). Il tasso di crescita annuale mostra una riduzione significativa: dal 2,7% annui (1960-70) all’1,05% (1990-2000) e ancora allo 0,8% (2000-10) e allo 0,3% (201015). I risultati del censimento mostrano che, al 2010, Bangkok registrava 8.300.000 ab. e la più elevata densità di popolazione del Paese (5.294,3 persone per km2), un valore di circa 77 volte superiore a quello della regione settentrionale. La T., compresa tra i Paesi con un Indice di sviluppo umano (ISU) elevato, dal 1980 al 2013 ha registrato un significativo incremento del valore dell’indicatore (43,5%), che è passato da 0,503 a 0,722. Nel 2011 la Banca mondiale ha incluso la T. tra i Paesi a reddito medio-alto, considerandola come un caso di successo. Caratterizzata da una forte crescita economica (8-9%) tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, sino alla crisi asiatica del 1997-98, la T. ha successivamente registrato una crescita moderata (tranne che nel periodo 2000-05, in cui ha raggiunto di nuovo il 5%), per poi confrontarsi con l’incertezza determinata da una serie di eventi: dalla crisi finanziaria del 200809 all’alluvione del 2011 e, ancora, alle tensioni e incertezze politiche nel 2010 e nel 2013-14. Nel 2013, sempre secondo dati della Banca mondiale, l’economia thailandese è cresciuta del 3%, pur se in un quadro di incremento più lento dei consumi delle famiglie e delle esportazioni di merci; nello stesso anno, sono state tuttavia significative le esportazioni di servizi, alle quali hanno contribuito significativamente le entrate turistiche. Nei primi tre trimestri del 2013 gli arrivi turistici sono aumentati del 22%, mentre sono diminuiti nell’ultimo trimestre (calcolo effettuato anno su anno). Ciò nonostante, la Banca mondiale segnala che, sempre nel 2013, gli arrivi turistici hanno raggiunto la quota record di oltre 26 milioni.
Storia di Paola Salvatori. – La destituzione, nel 2006, del premier Thaksin Shinawatra, in seguito al colpo di Stato incruento compiuto dai militari vicini al re, diede avvio a una fase di forte conflittualità politica e approfondì le fratture sociali nel Paese, che vedeva contrapposte le élites urbane e professionali delle province meridionali, tradizionalmente detentrici del potere politico ed economico, ai ceti rurali delle regioni settentrionali e orientali. Benché accusato di corruzione, Shinawatra, con il suo partito, il Thai rak thai (TRT, I thai amano i thai), continuò infatti a godere di un grande consenso tra la popolazione contadina e gli strati più disagiati, che avevano almeno in parte beneficiato delle politiche populiste del governo e che erano stati più soggetti alla martellante propaganda politica messa in atto dall’ex premier, proprietario della più importante società di telecomunicazioni del Paese. Per limitare la libertà d’azione dei futuri esecutivi, nel 2007 la giunta militare varò una nuova Costituzione, che accresceva il ruolo del potere giudiziario e del Senato. Per quest’ultimo, non più completamente elettivo, si stabilì che 74 dei 150 membri fossero nominati da un comitato espressione dei tradizionali gruppi di potere.
Nonostante la messa al bando del TRT, il partito suo erede, il Phak palang prachachon (PPP, Partito del potere popolare), riuscì a vincere le elezioni del 2007 e il suo leader Samak Sundaravej fu nominato capo del governo. Nel 2008, tuttavia, in un clima di crescente tensione in seguito alle proteste delle opposizioni, che avevano occupato i principali aeroporti del Paese, la Corte costituzionale sciolse il Phak palang prachachon e affidò il governo al capo dell’opposizione Abhisit Vejjajiva, del Phak prachatipat (PP, Partito democratico). I sostenitori di Thaksin (nel frattempo condannato in contumacia per frode) organizzarono allora massicce manifestazioni di protesta, che di fatto paralizzarono la vita politica ed economica del Paese e culminarono nel 2010 in una sanguinosa repressione messa in atto dal governo.
Nelle elezioni del 2011 il partito di Thaksin, ora denominato Phak puea thai (PPT, Partito per i thai), ottenne nuovamente la maggioranza dei seggi (265 su 500) e Yingluck Shinawatra, sorella di Thaksin, fu nominata primo ministro, prima donna a ricoprire tale incarico. L’esecutivo riprese la politica di sovvenzioni e di welfare già avviata nel 2006, propose l’innalzamento del salario minimo e finanziò un programma di sussidi in favore dei coltivatori di riso. Nel 2013 venne inoltre avanzata la proposta di emendare la Costituzione, per rendere di nuovo elettivi tutti i seggi del Senato, e di concedere l’amnistia generale per i reati commessi dal 2004, provvedimento che avrebbe consentito a Thaksin di rientrare in patria dall’esilio. La protesta dell’opposizione tornò a crescere e in novembre violente manifestazioni di piazza esplosero nella capitale. Y. Shinawatra reagì sciogliendo il Parlamento e indicendo elezioni anticipate.
Boicottate dalle opposizioni, le consultazioni, svoltesi nel febbraio 2014, furono considerate nulle dalla Corte costituzionale, che in maggio depose Y. Shinawatra, ritenuta colpevole di corruzione e abuso di potere, e nominò un governo provvisorio presieduto dal vicepremier Niwatthamrong Boonsongpaisan. Nell’arco di poche settimane, tuttavia, i militari riassunsero il controllo del Paese: il governo fu sciolto, la Costituzione sospesa e venne promulgata la legge marziale. Nel mese di giugno il generale Prayuth Chan-ocha, che aveva guidato il golpe, si auto-proclamò premier ad interim e nell’agosto successivo fu formalmente nominato primo ministro da un Parlamento provvisorio in cui era predominante la presenza dei militari. La giunta militare iniziò i lavori per la stesura di una nuova Costituzione, mentre la data delle elezioni veniva rimandata sine die. Il nuovo governo cercò di ristabilire le relazioni diplomatiche e commerciali con i principali partner dell’area, mentre i negoziati con l’Unione Europea per la conclusione di un trattato di libero scambio segnarono una battuta d’arresto. Nel settembre 2015 il Consiglio per le riforme (organo legislativo nominato dalla giunta militare dopo il golpe) bocciava la bozza costituzionale presentata dal governo, anche in seguito alle critiche dei partiti che ritenevano avrebbe dato troppo potere ai militari.
Nell’agosto 2015 un violento attentato presso il tempio Erawan a Bangkok provocò 22 morti e 123 feriti. Secondo alcune fonti la strage era da attribuirsi ad alcuni militanti iuguri, una minoranza cinese di religione musulmana, come vendetta per il rimpatrio forzato di alcuni suoi esponenti da Bangkok a Pechino.
Bibliografia: F. Ferrara, The political development of modern Thailand, Cambridge-New York 2015.
Cinema di Matteo Marelli. – Dal 1997, anno del centenario celebrato tristemente con una crisi produttiva senza precedenti (riflesso inesorabile di quella finanziaria che coinvolse diversi Paesi del Sud-Est asiatico), a oggi, la cinematografia thailandese è cresciuta come nessun’altra.
A livello popolare questo cinema ha imposto una cifra espressiva che ha fatto della mescolanza e dell’accumulo di generi, insieme all’eccesso di suoni e colori, i suoi principali tratti stilistici. Tutto questo è diventato gioco intertestuale, riflessione metafilmica e operazione di saturazione audiovisiva in Fah talai jone (2000; Le lacrime della tigre nera) di Wisit Sasanatieng, tra i protagonisti della rinascita autoriale del nuovo cinema Thai, che proprio a partire dal nuovo millennio è diventato sempre più influente a livello internazionale, imponendosi, con autorevolezza, nel panoramadelle grandi manifestazioni cinematografiche. È del 2000, infatti, l’esordio, nel lungometraggio (Dokfa nai meuman, noto con il titolo Mysterious object at noon) di Apichatpong Weerasethakul (v.), regista nodale per individuare possibili futuri approdi (o derive) dell’immagine filmica, ormai capace di abbracciare in sé diversi regimi di scrittura e di rappresentazione.
Altro interprete della new wave thai è Pen-ek Ratanaruang che con Ruang rak noi nid mahasan (2003, noto con il titolo Last life in the universe) è riuscito a domare gli eccessi sperimentali, non privi di autocompiacimento, dell’esordio (Fan ba karaoke, 1997, noto con il titolo Fun bar karaoke) senza per questo rinunciare alla voglia di inventare e reinventarsi invadendo molteplici registri espressivi.
Pupillo di Weerasethakul, che è stato suo produttore per Jutti (2010, noto con il titolo Reincarnate), Thunska Pansittivorakul, facendo del desiderio omoerotico (tematica centrale del proprio percorso registico) un atto di resistenza sessuale contro la repressione politica (Poo kor karn rai, 2011, noto con il titolo The terrorists), è spesso esposto alla persecuzione di Stato per la trasgressione dei rigidi codici censori (Boriven nee yu pai tai karn kuk kun, 2009, noto con il titolo This area is under quarantine, è stato vietato in patria).
Anocha Suwichakornpong (Jao nok krajok, 2009, noto con il titolo Mundane history) lavora sulla pura fascinazione dell’immagine che si fa tramite tra l’infinitamente piccolo (il microcosmo domestico) e l’infinitamente grande (il cosmo e la perfezione della violenza delle sue sfere). Questa continuità dinamica tra dimensioni antitetiche sul piano sia spaziale sia temporale, ma anche di registro espressivo è una costante del nuovo cinema Thai come ben si vede anche dalle opere di Nontawat Numbenchapol (Sai nam tid shoer, 2013, noto con il titolo By the river) e Wichanon Somunjarn (Sin maysar fon tok ma proi proi, 2012, noto con il titolo In April the following year, there was a fire).
Lo stesso discorso vale per i film di Uruphong Raksasad capace, come ha dimostrato con Reanglao jak meangnue(2006, noto con il titolo Stories from the North), di compiere, attraverso la registrazione delle variazioni luminose, una riflessione ‘impressionista’ sul tempo. Tempo inteso anche nei termini di memoria, che è tema centrale in Mary ishappy, Mary is happy (2013) di Nawapol Thamrongrattanarit, esperimento costruito attorno a 410 tweets che diventa occasione per analizzare il ruolo e gli effetti della tecnologia sul quotidiano, quali il depotenziamento del ricordo.
Bibliografia: Queer Bangkok. 21st century markets, media,and rights, ed. P.A. Jackson, Hong Kong 2011; Southeast Asian independent cinema. Essays, documents, interviews, ed. T. Baumgärtel, Hong Kong 2012.