Thailandia
Geografia umana ed economica
di Alessia Salaris
Stato dell'Asia sud-orientale. La popolazione, censita al 2000, era di 60.606.947 ab. per una densità di 118 ab./km2. I tassi di crescita demografica sono in progressivo regresso (il tasso di natalità è pari al 13,8‰, quello di mortalità al 7‰ nel 2006). La popolazione è prevalentemente rurale (70% nel 2004), l'area urbana principale è quella della capitale Bangkok (8,5 milioni di ab.).
Dopo la crisi finanziaria che ha investito i mercati asiatici nel 1997-98, in T. si è verificata una ripresa economica meno brillante rispetto ai Paesi più dinamici dell'area, contraddistinta da uno sviluppo talvolta incontrollato e caotico nell'area della capitale e in alcune zone turistiche. Nel 2005 la crescita del PIL (+4,5%) è stata decisamente inferiore alle attese, anche per effetto di eventi calamitosi quali lo tsunami del dicembre 2004, che ha colpito le coste occidentali del Paese; un peso rilevante hanno anche avuto la siccità prolungata e l'epidemia di influenza aviaria. Il settore primario (che assorbe circa il 45% degli occupati) si basa soprattutto sulla produzione di riso, manioca, gomma e canna da zucchero. Anche le attività manifatturiere sono abbastanza sviluppate: i comparti con maggiori tassi di crescita sono quelli relativi all'elettronica, ai mezzi di trasporto, ai materiali da costruzione, come pure all'industria alimentare; tessile e pelletteria risultano essere maggiormente soggetti alla concorrenza cinese.
Il turismo internazionale, voce importante dell'economia tailandese, ha subito un calo sensibile nel 2005 (11,4 milioni di arrivi) a causa non solo dei danni prodotti dal maremoto alle strutture turistiche (che peraltro sono ormai ritornate a una quasi piena operatività), ma anche della situazione di instabilità legata alle rivolte di gruppi musulmani separatisti in tre delle province meridionali. Nel settembre 2006 un colpo di Stato ha portato all'insediamento di un governo provvisorio. Tuttavia, il clima di incertezza politica ritarda l'avvio del piano di modernizzazione che prevede la realizzazione di grandi investimenti pubblici nei settori dei trasporti, dei sistemi idrici, della sanità e, infine, dell'istruzione.
Storia
di Paola Salvatori
Il fragile processo di democratizzazione avviato negli anni Novanta del 20° sec. dalla T., tradizionalmente soggetta al potere dei militari, non riuscì a consolidarsi, e durante i primi anni del Duemila il Paese fu nuovamente soggetto a una grave instabilità politica, che era aggravata dalla ripresa degli scontri etnico-religiosi in tutte le zone meridionali, economicamente depresse e politicamente marginalizzate perché abitate da una popolazione in maggioranza musulmana.
L'esecutivo guidato da Chuan Leekpai, leader del Pak Prachatipat (Partito democratico), in carica dal 1997, pur avendo avviato importanti riforme costituzionali e finanziarie non fu in grado di intaccare i forti legami esistenti tra le élites economiche, militari e, anche, politiche i quali inquinavano il normale svolgimento delle pratiche di governo, né di apportare significativi miglioramenti alle condizioni di vita della popolazione, che risultò anzi ulteriormente penalizzata dai tagli alla spesa pubblica.
Questa situazione creò nell'elettorato una profonda sfiducia nei confronti dei partiti tradizionali, dei quali si avvantaggiò la nuova formazione politica di ispirazione nazionalista Thai Rak Thai (I Thai amano i Thai), che era stata fondata nel luglio 1998 dal plurimiliardario Thaksin Shinawatra, il proprietario della più importante società di telecomunicazioni del Paese.
Presentatosi alle elezioni politiche del gennaio 2001 presentando un programma dai forti toni populisti, Thaksin Shinawatra ottenne consensi soprattutto nelle aree rurali, e riuscì a portare il suo partito alla vittoria: il Thai Rak Thai conquistò 248 seggi su 500, a fronte dei 128 del Pak Prachatipat. Alla guida di una coalizione di centrodestra - formata, oltre che dal Thai Rak Thai, dal Chart Thai (Nazione Thai, 41 seggi) e dal Pak Kwam Wang Mai (Partito della nuova aspirazione, 36 seggi, che nel marzo 2002 sarebbe confluito nel Thai Rak Thai) - il nuovo capo del governo attuò una politica fortemente accentratrice e autoritaria, che mise seriamente a rischio le libertà di espressione degli oppositori politici e di quanti criticavano i nuovi e pesanti intrecci tra interessi pubblici e privati, di cui le aziende del premier erano protagoniste.
Venne inoltre accentuato il ricorso a un uso indiscriminato della violenza, sia nei confronti del movimento indipendentista delle regioni meridionali, che a partire dall'aprile 2001 aveva ripreso le azioni armate, sia nella lotta al narcotraffico, lanciata dal governo nel febbraio 2003 e tradottasi in molti casi in esecuzioni sommarie delle persone sospettate.
Nonostante gli scarsi risultati raggiunti in entrambi i settori e i ripetuti interventi critici della monarchia riguardo all'operato del governo, la popolarità di Thaksin Shinawatra, garantita anche dal totale controllo esercitato sui media, non subì alcun contraccolpo.
Nelle elezioni legislative del febbraio 2005 il Thai Rak Thai ottenne la maggioranza assoluta dei seggi (377, contro i 96 del Pak Prachatipat e i 25 di Chart Thai), e Thaksin Shinawatra venne riconfermato capo del governo. Nel gennaio 2006, tuttavia, la vendita a una finanziaria di Singapore della sua azienda, considerata strategica per l'economia nazionale, coalizzò contro di lui l'opposizione e l'opinione pubblica, e in febbraio il governo fu costretto a dimettersi e a indire nuove elezioni per l'aprile successivo. Boicottato dai partiti di opposizione, il voto sancì inevitabilmente la vittoria del Thai Rak Thai, ma, in seguito alle proteste della popolazione e all'intervento del re, in maggio il risultato venne annullato dalla Corte costituzionale. In attesa di nuove consultazioni, stabilite per ottobre, Thaksin Shinawatra riassunse il potere, ma in settembre, mentre si trovava a New York per partecipare ai lavori dell'Assemblea generale dell'ONU, un colpo di Stato incruento attuato da militari vicini alla monarchia lo destituiva. Il potere veniva assunto da un Consiglio di sicurezza nazionale, formato dai militari, che nominava (ott.) Surayud Chulanont primo ministro ad interim, e annunciava il rinvio delle elezioni al 2008 e il proposito di redigere una nuova Costituzione.
bibliografia
M.K. Connors, Democracy and national identity in Thailand, London 2003; A. Brown, Labour, politics, and the state in industrializing Thailand, London 2004; A. Kazmin, Thailand's Thaksin to the rescue, in Current history, 2005, 680, pp. 110-13.