Addison, Thomas
Medico inglese (Longbenton 1793 - Brighton 1860); fu professore di materia medica e poi di medicina; nel 1849 descrisse l’anemia perniciosa, nel 1855 individuò nella lesione delle ghiandole surrenali la causa del mal bronzino (altro nome del morbo di A.); tale scoperta ha costituito una significativa premessa all’avvento dell’endocrinologia.
È causato dalla distruzione o disfunzione dell’intera corteccia surrenalica, generalmente legata a meccanismi infiammatori autoimmunitari, cui segue un decremento della produzione di glicocorticoidi (cortisolo), mineralcorticoidi (aldosterone) e di ormoni sessuali (deidroepiandrosterone, androstenedione, ecc.). Responsabili di un danno primitivo a carico dei surreni possono essere, benché raramente, le patologie emorragiche, trombotiche, neoplastiche e le infiltrative, nonché alcuni farmaci; in passato, comuni cause del morbo erano quelle infettive (tubercolosi). L’insufficienza surrenalica primitiva può inoltre comparire in sindromi congenite (adrenoleucodistrofia, iperplasia surrenalica congenita, ecc.).
La malattia, di natura insidiosa e ad andamento di solito lentamente progressivo, si rende clinicamente manifesta soltanto quando si verifica la distruzione o disfunzione di almeno il 90% del tessuto corticale surrenalico. La crisi addisoniana, ossia l’insufficienza surrenalica acuta, rappresenta un’importante emergenza endocrina: spesso si presenta in soggetti affetti da forme subcliniche di iposurrenalismo non ancora diagnosticate, oppure in pazienti già in trattamento cronico con cortisonici a dosaggio non adeguato, in cui eventi stressanti di varia natura precipitano la riserva ormonale e scatenano la crisi. Anche dopo una corretta diagnosi e avendo intrapreso una terapia sostitutiva, il rischio di morte in questi pazienti rimane superiore a quello riscontrato nella popolazione generale, per la maggior frequenza di patologie cardiovascolari, neoplastiche e infettive.
I pazienti presentano una sintomatologia aspecifica ma debilitante, caratterizzata pressoché invariabilmente da stanchezza, facile affaticabilità, anoressia, nausea, diarrea, ipotensione posturale e perdita di peso. Fanno parte dell’insieme sintomatologico anche dolori addominali e algie muscolari, motivo frequente di richiesta di assistenza medica. L’iperpigmentazione di mucose e cute, in particolare a livello delle pliche degli arti e delle mani, è tipica del morbo, sebbene non necessaria per fare diagnosi, e può precedere di mesi o anni gli altri sintomi sopraelencati. Possibile riscontrare, specialmente nelle donne, una perdita di peli in regione ascellare e pubica. Nella forma autoimmune, caratterizzata dalla presenza di un alto titolo sierico di anticorpi antisurrene, è possibile l’associazione con altre patologie a genesi autoimmune, come la tiroidite di Hashimoto, il diabete insulino-dipendente, la miastenia grave, l’anemia perniciosa, la vitiligine, l’ipogonadismo, ecc.
La diagnosi, sospettata sulla base dei sintomi e dei segni sopracitati, deve essere confermata dal riscontro di ridotti livelli circolanti di corticosteroidi (cortisolo, aldosterone, DHEA o DeHydroEpiAndrosterone, ecc.) e di elevate concentrazioni ematiche di corticotropina (ACTH). Segni laboratoristici di comune riscontro sono alcune specifiche alterazioni elettrolitiche (iperpotassiemia) riconducibili al deficit di mineralcorticoidi. La terapia si basa sulla corretta sostituzione ormonale e si avvale di numerosi steroidi di sintesi in rappresentanza delle tre componenti surrenaliche (glicocorticoidi, mineralcorticoidi e androgeni).