Carlyle, Thomas
, Critico, saggista e storico scozzese (1795-1881). Tra le sue numerose conferenze due sono su D. (cfr. Lectures on the History of Literature, 1838). Di mentalità calvinista e tendenzialmente anticattolica, il C. diede un'interpretazione affatto particolare del mondo morale della Commedia, sebbene le citazioni e i riferimenti danteschi nelle sue opere siano tratti in numero preponderante dalla prima cantica del poema. A giudicare da quanto affermò nella terza delle conferenze comprese nella raccolta On Heroes, Hero- Worship and the Heroic in History (1841), intitolata The Hero as Poet, pare che sentisse l'eccessiva ristrettezza del concetto di un D. solo infernale: " Non sono d'accordo con la critica moderna che preferisce l'Inferno alle altre due cantiche: il Purgatorio e il Paradiso sono, direi, anche migliori, in ispecie il primo ". Per il C., D. era più moralista che poeta o filosofo, tanto che ha potuto scrivere queste parole, veramente sorprendenti: " Ci pare che D. non avesse larga mente cattolica; al contrario aveva la mentalità ristretta di un settario ". Il fatto è che il C. non conosceva bene D.; e quando ne scrive fa numerosi spropositi, sbaglia citazioni e incorre in inesattezze di ogni specie quanto ai dati di fatto.
Detto questo, però, è anche vero che il C. sentì profondamente la grandezza di D. come uomo e poeta. Nei numerosi riferimenti a D. nei suoi saggi ne parla sempre con devota ammirazione, e lo nomina fra i sommi della letteratura europea. Non era sordo neanche alla sensibilità patetica di D., e cita episodi come quelli di Cavalcanti, Paolo e Francesca, Ugolino, l'arrivo all'isola del Purgatorio, l'incontro con Beatrice, e altri come esempi del suo lirismo. Lo scozzese, che scriveva in uno stile quanto mai ampolloso, nondimeno apprezzava giustamente l'arte precisa di D., la cui concisione gli sembrava più efficace di quella già da lui tanto ammirata di Tacito.
Bibl. - P. Toynbee, Britain's tribute to D. in literature and art, Londra 1921; W.P. Friederich, Dante's Fame abroad 1350-1850, Roma 1950, 300-302.