KUHN, Thomas Samuel
Storico e filosofo della scienza statunitense, nato a Cincinnati (Ohio) il 18 luglio 1922. Laureato in fisica alla Harvard University nel 1943, conseguì il Ph.D. nella stessa università nel 1949, dov'è poi rimasto come assistant professor dal 1951 al 1956. Ha successivamente insegnato storia della scienza nelle università della California a Berkeley (1958-64) e di Princeton (1964-79); dal 1979 al 1983 è stato professore di filosofia e storia della scienza al Massachusetts Institute of Technology, dove è stato in seguito Laurance S. Rockefeller professor of philosophy.
A K. si deve innanzitutto quella proficua interconnessione fra storia e filosofia della scienza che avrebbe determinato, per l'influenza della sua opera maggiore, The structure of scientific revolutions (1962), una fondamentale svolta in seno alla storia e alla filosofia della scienza. Sollecitato dalle ricerche di A. Koyré e A.O. Lovejoy, K. ha messo in evidenza le continue interazioni, nella storia della scienza, fra concezioni filosofico-metafisiche e prassi scientifica in senso stretto, interazioni che priverebbero di fondamento l'idea di una razionalità e di un metodo scientifici avulsi dal contesto storico-culturale entro cui operano le particolari comunità scientifiche e sorgono le varie teorie scientifiche. Di qui una concezione epistemologica alternativa tanto alla tradizione empiristica quanto al razionalismo critico popperiano, caratterizzata da un lato dal ridimensionamento del ruolo dell'esperienza come condizione primaria dell'elaborazione scientifica e neutrale fattore di controllo delle teorie, dall'altro dalla negazione dell'idea, tipica del falsificazionismo popperiano, che nella scienza si dia un progresso cumulativo, cioè che la successione storica delle teorie sia concepibile come una progressiva acquisizione della verità.
La storia della scienza registrerebbe piuttosto un alternarsi di fasi di ''scienza normale'' e fasi di ''scienza straordinaria'': le prime sarebbero caratterizzate dalla continua articolazione ed estensione di alcune assunzioni teoriche fondamentali (che costituiscono ciò che K. chiama paradigma), in funzione di un'applicazione sempre più esaustiva ai vari campi di ricerca; le altre insorgerebbero in seguito al manifestarsi di ''anomalie'' nel tentativo di ''forzare la natura entro le caselle prefabbricate e relativamente rigide fornite dal paradigma'': l'impossibilità di riassorbire nella scienza ''paradigmatica'' tali anomalie darebbe luogo a rotture rivoluzionarie e all'elaborazione e all'accettazione (in base a criteri non sempre qualificabili come razionali) di un nuovo paradigma. Corollario di questa concezione è la tesi, condivisa con P.K. Feyerabend, dell'''incommensurabilità'' delle teorie, che comporta l'impossibilità, date le radicali fratture rivoluzionarie, di porre in confronto, non solamente sul piano della valutazione relativa al progresso scientifico ma anche su quello delle rispettive ontologie, teorie scientifiche che sono sorte entro differenti tradizioni o paradigmi.
Alle tesi di K. non sono state risparmiate obiezioni: in particolare, esse sono state fortemente criticate per le eccessive aperture alla sociologia e alla psicologia nonché per gli esiti soggettivistici, relativistici e irrazionalistici cui condurrebbero, esiti che nelle opere più recenti K. ha cercato di attenuare.
Opere principali: The copernican revolution: planetary astronomy in the development of western thought (1957; trad. it., 1972); The structure of scientific revolutions (1962, 19702; trad. it., 1969, 19782); Logic of discovery or psychology of research?, in Criticism and the growth of knowledge, a cura di I. Lakatos e A. Musgrave (1970; trad. it., 1976); The essential tension: selected studies in scientific tradition and change (1977; trad. it., 1985); Black-body theory and the quantum discontinuity, 1894-1912 (1978; trad. it., 1981); The trouble with the historical philosophy of science (1992).
Bibl.: D. Shapere, The structure of scientific revolutions, in Philosophical Review, 73 (1964), pp. 383-94; I. Scheffler, Science and subjectivity, Indianapolis (Indiana) 1967 (trad. it., Roma 1983); Criticism and the growth of knowledge, a cura di I. Lakatos e A. Musgrave, Cambridge (Mass.) 1970 (trad. it., Milano 1976); C.R. Kordig, The justification of scientific change, Dordrecht 1971 (trad. it., Roma 1982); G. Giorello, Filosofia della scienza e storia della scienza nella cultura di lingua inglese, in L. Geymonat, Storia del pensiero filosofico e scientifico, vol. ix, Milano 19762; Paradigms and revolutions: appraisals and applications of Thomas Kuhn's philosophy of science, a cura di G. Gutting, Notre Dame (Indiana) 1980; Scientific revolutions, a cura di I. Hacking, Oxford 1981 (trad. it., Roma-Bari 1984); B. Barnes, T.S. Kuhn and social science, Londra 1982 (trad. it., Bologna 1985); P. Hoyningen-Huene, Die Wissenschaftsphilosophie Thomas S. Kuhns: Rekonstruktion und Grundlagen probleme, Wiesbaden 1989; Thomas Kuhn and the nature of science, a cura di P. Horwich, Cambridge (Mass.) 1993.