TIC
. Movimento brusco, involontario, ripetuto, limitato a un gruppo di muscoli, riproducente, per un processo di cosciente automatismo, un atto o un gesto della vita quotidiana. Le caratteristiche principali di questo movimento sono: la rapidità, l'insorgenza improvvisa e imprevista, l'entrata in giuoco di più muscoli ad azione sinergica, la coordinazione simile a quella di un atto fisiologico che rende il movimento apparentemente destinato a uno scopo; questo scopo però è praticamente mancante e il movimento appare perciò ingiustificato. La ripetizione continua del movimento può fare insorgere, nei muscoli che si contraggono per l'insorgenza di esso, una vera ipertrofia; può anche accadere che questi muscoli non siano legati in associazione anatomica ma entrino soltanto in associazione fisiologica quando il movimento deve insorgere. Il movimento è involontario, è anche irresistibile, benché con la volontà il soggetto riesca a ritardarlo. Questo atto volontario di arresto crea però sempre nel paziente una sensazione spiacevole, talvolta veramente angosciosa, che non scompare se non quando il movimento ha avuto luogo. Talvolta accade che il soggetto non riuscendo a ritardare l'insorgenza del tic cerchi di nasconderlo o di mascherarlo, associandolo a movimenti più complessi e forniti veramente di uno scopo pratico. Caratteristica del tic è anche la sua scomparsa durante il sonno; le cause emozionali più svariate, la fatica, talvolta uno sforzo intellettivo particolarmente intenso lo esagerano; la distrazione, l'esecuzione frequente degli atti comuni della vita quotidiana, la presenza di una persona avente sul paziente un certo ascendente psichico, possono invece attenuarlo. La varietà dei tic è grandissima.
Per parecchio tempo si è considerato il tic unicamente come il sintoma di una psiconevrosi. Ma l'aver trovato la presenza di movimenti involontarî con caratteristiche esattamente uguali a quelle dei tic psiconevrotici nelle malattie del sistema nervoso extrapiramidale, ha orientato in una nuova direzione il concetto della patogenesi del tic; questo sarebbe, secondo questi nuovi concetti, un sintoma di quelle malattie nervose organiche che agiscono prevalentemente sul putamen e sul corpo caudato (neo striato) e corrisponderebbe cioè alla liberazione accessuale di fenomeni motori filogeneticamente arcaici. A questo concetto si è anche arrivati essendosi constatato che talvolta sul tic agiscono favorevolmente medicinali noti per la loro azione sul sistema nervoso extrapiramidale. Resta però indubitato che molte volte l'abito mentale (psiconevrotico) del paziente esiste veramente; perciò allo stato attuale delle nostre nozioni si può dire che in alcuni casi la componente psichica ha la prevalenza su quella organica e in altri casi invece s'osserva il contrario. La malattia organica nella quale più frequentemente si osservano movimenti ticchiosi è l'encefalite epidemica nella sua forma cronica. Naturalmente s'osservano allora, oltre ai tic, anche altri sintomi della serie extrapiramidale; fra questi, soprattutto gli spasmi muscolari dai quali un movimento di tic non è sempre facilmente distinguibile. La terapia consiste nella somministrazione di scopolamina (1/3 mmg. al giorno), luminal, bromuri. Nei tic a prevalenza psicogena occorre instaurare un'assidua psicoterapia, sia inibitrice, sia rieducatrice.
Bibl.: L. De Lisi, Malattie del sistema extrapiramidale, in Manuale di medicina interna, Torino 1936.