BALBANI, Timoteo
Primogenito di Niccolò di Paolo e di Chiara di Antonio Bemardi, nacque a Lucca il 24 sett. 1496. Giovanissimo fu impiegato dal padre nella bottega d'arte serica "Nicolao e Carlo Balbani e C." di Lucca, fondata nel 1509. Nel 1516 il padre lo inviò a Bruges per servire nel negozio di Agostino Balbani. Il B. collaborò per quattro anni con quest'azienda, di cui erano soci anche i figli di Michele Burlamacchi. Nel 1520 fece ritorno a Lucca assieme ad Agostino Balbani. L'anno seguente fu inviato dal padre assieme al fratello Luiso a Lione dove negoziò durante due fiere. Tornato a Lucca e morto il padre nel dicembre del 1521, il B. fondò una bottega di arte serica in società col fratello. Mentre il B. assunse la direzione degli affari lucchesi, Luiso si trasferì a Lione dove associatosi alla compagnia lionese di Domenico Berti assicurò la rappresentanza della ditta lucchese su quella piazza. Gli affari prosperarono, tanto che il B. nel 1522 poteva acquistare l'antica casa dei Malpigli, sita di fronte a quella di Francesco Minutoli. Nell'aprile 1523 prese in moglie Umilia di Bartolomeo Saminiati. Fra il 1524 e il 1544 fece parte, ad anni altemi, del Consiglio generale della Repubblica. Per nove volte fu eletto nel Collegio degli anziani (1525, 1527, 1528, 1530, 1534, 1537, 1540, 1543, 1545). Il 12 nov. 1525 fu nominato all'Uffizio dei sei alle entrate. L'attività politica del B. si arrestò nel 1545. A partire da quell'anno fu sostituito nei posti di governo dal fratello Luiso, il quale, avendo esercitato fino ad allora le funzioni di corrispondente della ditta familiare all'estero, ritornava in patria per stabilirvi la propria dimora. In quel periodo invece il B. si trasferì a Lione, nella società "Nicolao Montecatini e Redi di Gio. Luiso Malpigli e C.", e chiamò a collaborare con sé il figlio Niccolò (1524-1566) che era già stato a Lione negli anni precedenti presso la società "Giovanni e Filippo Balbani e C.", fondata verso il 1537. È probabile che tra il B. e i Montecatini intercorressero rapporti commerciali da lunga data. In ogni caso il B. era imparentato con la famiglia, avendo sposato in seconde nozze nel 1525 Filippa figlia di Baldassarre Montecatini. Il figlio del B., Niccolò, si distinse a Lione per gli sperperi e i debiti contratti. Una traccia probabile di questi disordini si rinviene nel testamento di Nicolò fu Baldassarre Montecatini, redatto il 29 marzo 1550, dove viene menzionato l'acquisto di beni in Lione, appartenenti a Niccolò. Nel 1551 fu allontanato dalla società paterna e si trasferì ad Anversa. Il B. tenne la direzione della compagnia Montecatini fino al 1554, quando fondò una propria società. Negoziò da solo per due fiere, e fece poi ritorno a Lucca, dove si trovò in disaccordo con i Montecatini, tanto che, per non venire molestato, richiese ed ottenne - così afferma Turco Balbani - un benefizio ecclesiastico che non lo costrinse tuttavia a portare l'abito. Dal 1556 al 1562 diresse la bottega lucchese di arte serica "Pietro Balbani e C.", per conto della quale compì in quel periodo un viaggio in Lombardia e a Venezia per acquistare seta. Il 1562 fu l'anno della crisi finanziaria di Arrigo Balbani di Lione, che si ripercosse su tutte le aziende lucchesi, e specialmente su quelle dei Balbani di Anversa e di Lucca. La società di cui faceva parte il B. si sciolse in quello stesso anno Nel 1564 egli entrò a far parte della società lucchese fondata dai figli del defunto fratello Luiso in collaborazione con Gabriello Balbani. Il B. si trovò in tal modo a corrispondere con l'azienda di cui faceva parte il figlio Niccolò ad Anversa, intitolata "Giovanni e Nicolao Balbani e C.". Nel 1564 compì un nuovo viaggio in Lombardia per acquistare seta per conto del figlio Niccolò e di Tommaso Balbani di Anversa. Nel 1566 il figlio fallì ad Anversa, e venne poco dopo assassinato da Francesco di Tommaso Balbani. Il B., che concesse il perdono all'uccisore il 29 ott. 1566, morì nel 1572.
Dal primo matrimonio con Umilia Saminiati il B. ebbe un unico figlio, Niccolò. Dal secondo matrimonio con Filippa Montecatini (che nel 1528 aveva consegnato la dote di 1.000 scudi in contanti e 1.300 scudi in corredi) nacquero otto figli, di cui sopravvissero solo un maschio, Giovanni, il quale morì quindicenne nel 1545 "in mare, navicando", e tre femmine, delle quali Umilia (1529-1548) e Caterina (1539-?) furono monache, e Lucrezia (1532-?) solamente fu maritata.
Fonti: Genève, Bibl. publique et universitaire, Libro dei dignissimi ricordi delle nostre famiglie,raccolti da V. Burlamacchi, Cronaca della famiglia Balbani,ff. 7 v-8; Lucca, Bibl. governativa, ms. 1103, G. V. Baroni, Notizie genealogiche delle famiglie lucchesi, Famiglia Balbani,ff.49, 51, 62, 121; Arch. di Stato di Lucca, Riformagioni,reg. 33, f.337; Ibid., Anziani al Tempo della Libertà,vol.766, Cronologia dei Signori...;Lucca, Arch. Notarile, notaio G. Piscilla,vol. 39, ff. 99, 104.