LARCIO, Tito
Console romano nel 501 e nel 498 a. C. La tradizione gli attribuisce di avere combattuto nel primo anno contro i Latini e nel secondo contro Fidene, e di essersi, dopo la battaglia del lago Regillo, adoperato per i Latini, e dopo la prima secessione della plebe per i plebei. Se naturalmente i particolari della tradizione non meritano fede, sono invece certi i suoi consolati, e, quel che più importa, è assai probabile la sua dittatura, che Livio pone nel 501 e Dionigi d'Alicarnasso nel 498, e che entrambi, e con loro Cicerone, considerano come la prima dittatura. Appartenendo infatti Larcio a famiglia divenuta poi oscura, o forse spentasi, e non riconnettendosi la sua dittatura con nessun fatto di particolare importanza, essa non si può attribuire né a interessata falsificazione annalistica né all'epopea popolare. Onde il ricordo si può considerare autentico.
Bibl.: A. Schwegler, Römische Geschichte, II, Tubinga 1856; G. De Sanctis, Storia dei Romani, I, Torino 1907, p. 426; II, p. 129; F. Bandel, Die römischen Dictaturen, Breslavia 1910, p. 6 segg.; E. Pais, Storia romana, 3ª ed., III, Roma 1927, p. 21; A. Momigliano, in Bullettino della Commissione archeologica comunale, LVIII (1930), p. 34.