(ebr. Ṭōbiyyāhū) Nome di un libro deuterocanonico dell’Antico Testamento, del quale si ignora l’autore e la data di composizione (forse intorno al 200 a.C.). Vi è narrata la storia di T., pio israelita in esilio a Ninive, e del figlio Tobiolo. Questi si reca nella Media, accompagnato dall’angelo Raffaele; sulle rive del Tigri pesca un grande pesce di cui conserva il cuore e il fegato; a Ecbatana sposa la giudea Sara, alla quale il demonio Asmodeo aveva ucciso 7 mariti. Con l’aiuto dell’angelo e le virtù del fegato e del cuore del pesce riesce a vincere Asmodeo e, ritornato a Ninive, con il fiele del pesce può rendere la vista al padre, che l’aveva perduta in seguito a una disgrazia. Il racconto ha lo scopo di raccomandare l’osservanza della Legge e in particolare la pratica della beneficenza, mostrandone la remunerazione in questa vita.