BLAVIS, Tommaso de
Originario di Alessandria, fu attivo in Venezia nell'ultimo quarto del sec. XV. Scarsissimi sono i dati che di lui si conoscono, tutti essenzialmente desumibili dalle sue edizioni, ché sino a oggi le ricerche di archivio non hannodato risultati apprezzabili. In un rogito veneziano del 1475 in cui appare quale teste è nominato come "Thomas de Alexandria", così come sottoscrive nelle sue edizioni; in quell'anno si era dunque già trasferito a Venezia, ma non sisa in che condizione vi si trovasse: probabilmente era operaio presso uno stampatore, forse quel Gabriele di Pietro dal quale l'anno appressoacquistò (o prese a nolo) la serie di caratteri 90 R con i quali imprese a stampare. Allo stato attuale delle ricerche bibliografiche i suoi primi prodotti appaiono essere, nel 1476, le Epistolae ad familiares (Indice Generale degli Incunaboli delle Biblioteche d'Italia, IGI, 2823) e la Rhetorica ad Herennium (IGI, 2966) di Cicerone. Seguirono tre volumi in volgare: il Quadragesimale di fra' Roberto Caracciolo (30 sett. 1476: IGI, 2484; il B. lo replicherà più volte: il 31 ott. 1482, il 13 ag. 1483, il 6 luglio 1485: IGI, 2492, 2494, 2495), i Sonetti del Burchiello (29 luglio 1477: IGI, 2236) e finalmente il Ninfale Fiesolano di Giovanni Boccaccio (agosto 1477: IGI, 1803). In quell'anno il B. aveva chiesto e ottenuto dal Senato veneziano privilegio di stampa per "tutte le opere del Bocchaccio etiam le ancora inedite che sono in vero opere peregrine et degne de essere apprezzate per homeni docti". Stampare tutto il Boccaccio era una impresa molto ardita, soprattutto per un tipografo che ancora non aveva che un solo tipo di caratteri, e forse non in proprietà. Il B. aveva però un socio nell'impresa, un tal Bruno Valla piemontese, del quale null'altro si conosce: il suo nome non comparirà più in alcuna edizione dopo questa del Ninfale, che porta la sottoscrizione: "Stampato per magistri Bruno valla di Piamonte e Thomaso dalexandria compagno...".
Comunemente tale edizione del Ninfale è considerata seconda dell'opera, dato che i bibliografi più qualificati conferiscono la precedenza all'altra, mancante di note tipografiche, attribuita sull'autorità del Proctor a un ignoto tipografo di Venezia e datata al 1477 (edizione, questa, nota attraverso l'unicum posseduto dal British Museum: vedi R. Proctor, An Index to the early printed books in the British Museum, London 1898, n. 5680). Però, considerando che il B. aveva ottenuto proprio nel 1477 il privilegio per la stampa delle opere, "etiam le ancora inedite", del Boccaccio, appare probabile che egli iniziasse la grande impresa proprio con uno di questi inediti, e non con la replica di un'opera posta a stampa al più da un biennio (l'indicazione cronologica del Proctor non può indicare al massimo che uno scarto di due anni). Si ponga anche mente che le carte sulle quali è stampato il Ninfale indicato dal Proctor hanno una filigrana che si riscontra in libri napoletani - ma non in veneziani - pubblicati intorno al 1477. Vi sono quindi motivi per ritenere che l'edizione del B. e del Valla abbia preceduto il n. 5680 del Proctor.
Scomparso il socio, nulla si conosce del B. sino al 1480, quando apparve uno Psalterium Romanum (IGI, 8153), pubblicato in società con Iacopo Britannico, con i caratteri usati in quel torno di tempo da Antonio de Stanchis. Nel 1481 finalmente il B. acquista proprie serie di caratteri: un 115 R, cui seguiranno un 112 R, un 85 G, un 93 G ed altri, ma tutti di non elegante incisione, e alcuni troppo minuti e di scomoda lettura. Il primo prodotto edito con il carattere 115 R sembra essere stato la Palma virtutum et gloria mulierum (25 luglio 1481: IGI, 7154). Segue un periodo di buona attività, che giunge sino a tutto l'anno 1484. Ad esso risalgono edizioni in volgare e latino, quali L'acerba di Cecco d'Ascoli (5 sett. 1481: IGI, 2666), le Epistole e Vangeli (2 ott. 1482: IGI, 3697), il Fior di virtù (21 genn. 1482: IGI, 3938), testi di Diodoro Siculo (25 nov. 1481: IGI, 3453), Marziale (12 giugno 1482: IGI, 6224), Giovenale (19 luglio 1483: IGI, 5586), le Heroides di Ovidio (24 apr. 1484: IGI, 7083; ristampato poi il 10 giugno 1485: vedi Scholderer, p. 596), le Decades historiarum Romanorum di Biondo Flavio (28 giugno 1484: IGI, 1757) e le opere di Virgilio (24 dic. 1484). Ma con l'anno 1485 la produzione del B. scade d'importanza: i suoi prodotti sono meno frequenti e di minor conto, come il Doctrinale del Villadei (28 luglio 1485: IGI, 323), la Gramatica del Perotti (17 luglio 1486: IGI, 7473) e simili testi non impegnativi. Nel 1489 ristampa le Decretali di Gregorio IX e il Liber Sextus di Bonifacio VIII, copiando linea a linea le precedenti edizioni date dalla società di Bartolomeo de Blavis e Andrea Torresano nel 1485; nello stesso anno ristampa anche le Constitutiones di Clemente V e il Decretum di Graziano. L'ultima edizione che di lui si conosce è quella della Naturalis Historia di Plinio, datata 3 nov. 1491 (IGI, 7888): dopo quest'anno non se ne ha più notizia alcuna.
Nel complesso la produzione del B. è inferiore a quella di molti suoi contemporanei, sia come livello tecnico sia come scelta dei testi stampati, tutti già più volte e più accuratamente editi. Sue marche sono riprodotte dal Kristeller, e sono di una certa eleganza. Una di esse ha le iniziali "T. A." ed è usata nel 1484; secondo lo Scholderer, le iniziali non si dovrebbero interpretare come "T(homas de) A(lexandria)", ma come "T(homas de Blavis et) A(ndreas Torresanus)": questa opinione del bibliografo inglese si fonda sulla marca analoga usata dalla società di Bartolomeo de Blavis ed Andrea Torresano, marca che ha le iniziali "B. A." che significano: "B(artholomaeus de Blavis et) A(ndreas Torresanus)". Se tale ipotesi rispondesse a realtà, ciò varrebbe a confermare l'ipotesi che nel 1484 il B. si era trovato in difficoltà finanziarie, dovute probabilmente alla non oculata scelta dei testi editi, presenti in copia sul mercato ormai saturo e quindi di difficile smercio: tali difficoltà lo avrebbero indotto a chiedere un temporaneo intervento finanziario del tipografo asolano.
Anche su Bartolomeo le notizie sono scarsissime: proveniente anch'egli da Alessandria, non vi sono elementi per stabilire quale fosse il grado di parentela che lo legava a Tommaso. La sua attività si svolge tutta fra il 1479 ed il 1485, sempre in compagnia di uno o più soci.
Con Piero de Piasi pubblicò un Breviarium Romanum (18 apr. 1479: IGI, 2117); l'anno appresso alla società si aggiungeva Andrea Torresano, ed i tre pubblicavano la Oratio ad Nicoclem di Isocrate ed i Synonyma di St. Fliscus. Per il triennio 1481-1483 Bartolomeo si associava con Maffeo de Paterbonis e Andrea Torresano (le edizioni sono sottoscritte: "diligentia Bartholomaei de Alexandria, Andree de Asula et Maphei de Salodio sociorum"). Di questo periodo si ricordano soprattutto opere canonistiche (il Supplementum Summae Pisanellae di Nicolò da Osimo del 10 marzo 1481: IGI, 6878; le Decretales di Gregorio IX del 22 giugno 1482: IGI, 4459; le Constitutiones di Clemente V del 3 ag. 1482: IGI, 3027; il Liber Sextus di Bonifacio VIII del 26 sett. 1482: IGI, 1972) e la Summa Theologica di s. Tommaso d'Aquino, del 30 sett. 1483. Nel 1483 la società si restringeva ai soli Bartolomeo e Andrea Torresano, e produceva la sua edizione maggiore: l'Opera omnia di Aristotele (IGI, 793-794). I due soci ristamparono anche i volumi del Corpus iuris canonici pubblicati nel 1482, nonché le Clementinae (20 apr. 1485). L'ultimo prodotto di questa tipografia sembra essere stato lavolgarizzazione delle Deche di Tito Livio (13 ag. 1485). Poiché Bartolomeo non ha mai operato da solo, risulta impossibile dare un giudizio sulle sue qualità. Dopo il 1485 il suo nome non compare più, né si ha di lui altra notizia.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Notatorio, Collegio, 18, c. 56; Ibid., Notarile 211, not. A. Pavan, c. 172; Venezia, Civico Museo Correr, cod. Cicogna 3044: Elenco di stampatori e librai... che pubblicarono libri in Venezia, c. 176; H. Brown, The Venetian press, London 1890, p. 400; P. Kristeller, Die italienischen Buchdrucker- und Verlegerzeichen bis 1525, Strassburg 1893, p. 74 s., 124, nn. 198-200; K. Burger, Index, in W. A. Copinger, Supplement to Hain's Repertorium Bibliographicum, II, 2, London 1902, pp. 349 ss.; V. Scholderer, Catalogue of books printed in the XV Century now in the Brit. Museum, V, Venice, London 1924, pp. XVIII, XXII, XXV, 246 s., 267 s., 304 ss., 316 ss., 596; M. J. Husung, Die Drucker- und Verlegerzeichen Italiens im XV. Jahrhundert, München 1929, pp. 98, 151 ss.