RIMA, Tommaso
Medico, nato l'11 dicembre 1775 a Mosogno nel Canton Ticino, morto a Venezia il 26 febbraio 1843. Destinato alla carriera ecclesiastica, studiò dapprima a Locarno poi a Lugano. Nel 1793 si recò a Roma e iniziò gli studî di filosofia alla Sapienza, ma contemporaneamente studiò anatomia, medicina e chirurgia e, compiti gli studî, divenne medico dell'Ospedale di S. Giovanni in Laterano. Nel 1790 era stato nominato chirurgo di Albano, nel 1799 divenne chirurgo maggiore nell'esercito della Repubblica Romana, passò quindi a prestare servizio nell'esercito napoleonico, fu con Napoleone a Digione e a Marengo, poi in varî ospedali d'Italia e nel 1802 ebbe la direzione dell'ospedale di S. Ambrogio a Milano. Nel 1807 gli venne conferita la cittadinanza italiana e la carica di chirurgo in capo negli ospedali militari italiani e di professore di clinica chirurgica. Nel 1811 divenne direttore dell'Ospedale militare di Mantova, nel 1814 creò l'Ospedale militare di Pavia e dopo essere stato per alcuni anni chirurgo a Ravenna divenne nel 1822 professore di chirurgia a Venezia, ove rimase fino alla morte. Ebbe fama di valentissimo chirurgo e d'innovatore nel campo della chirurgia militare. Il R. rimise in onore l'operazione delle vene varicose già indicata da Cornelio Celso, poi completamente dimenticata, e affermò per il primo, nel 1825, la dottrina sul movimento inverso del sangue venoso come effetto e causa delle varici. La cura radicale indicata dal R. fu nel 1890 descritta dal chirurgo tedesco F. Trendelenburg e viene generalmente designata col nome di lui.
Bibl.: D. Giordano, Scritti e discorsi pertinenti alla storia della medicina, Milano 1930, pp. 270-295, e passim.