Torino
Assieme ad Alessandria, e d'altra parte a Trento, T. è nominata alla fine della rassegna dialettale del De vulg. Eloq. (I XV 8) come città troppo vicina ai confini d'Italia per poter avere una lingua pura: di modo che il relativo volgare, anche se fosse bellissimo (e invece è bruttissimo) non potrebbe essere considerato italiano per la mescolanza con una parlata straniera: dicimus Tridentum atque Taurinum nec non Alexandriam civitates metis Ytaliae in tantum sedere propinquas, quod puras nequeunt habere loquelas; in tantum quod, si etiam quod turpissimum habent vulgare, haberent pulcerrimum, propter aliorum commixtionem esse vere latium negaremus.
Difficile dire se la constatazione della mescolanza col francese (tipica della situazione linguistica del Piemonte ancora in seguito per molti secoli) sia frutto di qualche conoscenza diretta, o sia semplicemente ricavata dalla posizione geografica della città. Si deduce comunque che il Piemonte non era compreso per D., a differenza che per altri, nella ‛ Lombardia ' (v.). Si tenga presente che, forse per analoghe ragioni, né T. né Alessandria sono nominate nell'excursus geografico sull'Italia del Tresor di Brunetto Latini I CXXIII 9 ss.
Bibl. - Marigo 132-133; F. Mazzoni, D. e il Piemonte, Alpignano 1965, 51 ss.