torri
Costruzioni a sviluppo verticale
Le costruzioni molto alte, sviluppate verticalmente, rappresentano una tipologia costante nell’evoluzione storica dell’architettura e dell’ingegneria. In diverse civiltà e in diversi periodi storici le torri hanno avuto funzioni molto differenti: difensive, religiose, abitative, simboliche
Nelle antiche civiltà del Mediterraneo e del Medio Oriente edifici alti e massicci venivano utilizzati per difendere le città: il tipo edilizio della torre nacque con funzioni essenzialmente difensive. Anche i Romani costruirono torri militari: alcune isolate, poste nei pressi del limes, il confine dell’Impero, erano usate per l’avvistamento; altre erano a difesa delle città, situate sia a fianco delle porte cittadine sia a protezione del resto della cinta muraria. Di questi tipi rimangono notevoli esempi proprio nella città di Roma: le porte Latina e Appia (oggi S. Sebastiano), per esempio, sono fiancheggiate da torri e si aprono nelle Mura Aureliane, fatte costruire dall’imperatore Aureliano nel 271 d.C. per difendere la città dai barbari: ogni 100 piedi romani (circa 30 metri) il muro era munito di una torre difensiva, a pianta quadrata.
In età medievale vediamo svilupparsi vari tipi di torri, adibite non solo a scopo difensivo. In epoca feudale le torri dei palazzi civili identificavano le famiglie più ricche e potenti: si pensi alla città toscana di San Gimignano.
Simbolo dell’autorità politica erano le torri civiche, che facevano parte dei palazzi comunali, come avvenne a Firenze (torre di Palazzo Vecchio) o a Siena (torre detta del Mangia in piazza del Campo). Vi erano poi le torri che identificavano la religione, i campanili, che potevano essere situati a coppia in facciata – come nelle cattedrali gotiche –, in posizione isolata – come il campanile del Duomo di Firenze progettato da Giotto – o realizzati al di sopra dell’incrocio della navata con il transetto (dette torri nolari, da Nola, dove si diceva fossero comparse le prime campane). Nelle moschee troviamo i minareti, altissime torri cilindriche: caratteristico quello della moschea di Samarra, in Iraq, con una rampa esterna a spirale che richiama la mitica Torre di Babele.
La Torre di Pisa è il campanile del Duomo; situata in posizione isolata, alle spalle del Duomo, rappresenta il simbolo della città ed è nota soprattutto per la sua inclinazione. Iniziata nel 1173, iniziò a inclinarsi subito dopo l’avvio dei lavori, a causa di cedimenti del terreno. La costruzione andò avanti nonostante questi problemi, cercando di contrastare l’inclinazione con appropriati accorgimenti costruttivi; questa circostanza protrasse il cantiere per quasi due secoli, con due lunghe interruzioni. La Torre di Pisa è alta 55 m ed è formata da un corpo cilindrico cavo, con scala interna, circondato da 7 loggiati sovrapposti che richiamano le logge della facciata del Duomo e culminano nella cella campanaria. Alla fine del 20° secolo sono iniziati i lavori per la salvaguardia e la conservazione del monumento, cercando di evitare un’ulteriore inclinazione ma al tempo stesso rispettando questa sua caratteristica unica.
Dal Quattrocento sino al Settecento la tipologia della torre venne applicata raramente, se si escludono i casi di campanili di chiese rinascimentali e barocche o le torri costiere e portuali. Con la rivoluzione industriale e l’introduzione di nuovi sistemi costruttivi, alla fine dell’Ottocento si iniziarono a realizzare torri con diverse funzioni: industriali e funzionali, come le torri piezometriche (serbatoi d’acqua) o scientifiche, come gli osservatori astronomici. Tra le torri dell’età contemporanea la Torre Eiffel a Parigi occupa una posizione di assoluto rilievo: basti pensare che è tra i pochissimi monumenti identificati con il nome del progettista, l’ingegnere francese Alexandre-Gustave Eiffel. Alta 300 m, destinata in un primo momento a essere demolita, rimase per oltre quarant’anni l’edificio più alto del mondo fino alla costruzione del grattacielo Empire State Building, realizzato a New York negli anni Trenta del 20° secolo.