tosone
Voce derivata dal francese antico toison (dal latino tonsio), indicante il vello della pecora o dell'ariete. Compare nel Fiore per designare il vello d'oro che Giasone (v.) andò a conquistare con la nave degli Argonauti: Se mastro Argus che fece la nave, / in che Giason andò per lo tosone... (VIII 2).
Sempre con riferimento all'impresa degli Argonauti, toison ricorre anche nel Roman de la Rose, ma in altro luogo: nel discorso della Vecchia, dove di Medea si dice: " E li fist aveir la toison / Par son art e par sa poison " (v. 13247). Non mancano attestazioni antiche del francesismo, di solito in rapporto al mito di Giasone (cfr. ad es., nel Volgarizzamento delle Pistole di Ovidio, citato dal Tommaseo [Dizionario]: " Giansone, nipote del re Pelleo di Tessaglia, quando andava a conquistare il toson dell'oro... "). Nella Commedia il vello d'oro è designato metonimicamente con monton: Quelli è Iasón, che per cuore e per senno / li Colchi del monton privati féne (If XVIII 87: si rilevi l'eco del passo citato del Roman de la Rose: " Par son art e par sa poison ").