TROPO
. Nella terminologia musicale questa voce ha tre accezioni: 1. Scala ottenuta mediante la trasposizione della scala propria di uno dei modi. 2. Composizione risultante dall'applicazione di parole alle note d'un passo melismatico di canti liturgici, dall'interpolazione di un nuovo testo con sua propria e nuova melodia entro uno di tali canti, specialmente a conclusione (quasi coda), e talvolta a introduzione. Tale uso rimonta, insieme con quello della sequenza (v.), ai secoli IX-XI. Uno sviluppo particolare di questa sorta di tropo è il cosiddetto tropo dialogato, in cui il testo tende al genere drammatico, che alimenta poi il dramma liturgico. Serie di tropi sono conservate in raccolte, o troparî, delle quali la più antica, oggi alla Biblioteca nazionale di Parigi, proviene da S. Marziale e rimonta al primo sec. X (903-926?). Particolari manifestazioni, datesi del resto anche in altri tempi, ebbe il tropo a Bisanzio, per le quali v. bizantina, civiltà: Musica. 3. Formula conclusiva della dossologia annessa all'Introito, sulle vocali euouae delle parole saeculorum amen.