Nome di quattro faraoni egiziani della XVIII dinastia. T. I, successore (1524 a. C. circa) di Amenofi I, la cui figlia egli aveva sposato, compì una brillante spedizione in Nubia e vi fondò una fortezza; domò in Asia una rivolta e alzò una stele a ricordo sull'Eufrate. Sua figlia Hashepsowe sposò T. II, figlio illegittimo di T. I, portandogli in dote la corona. Il regno di T. II si segnalò per una seconda ribellione domata in Asia. Da lui e da Hashepsowe nacquero due figlie, una delle quali sposò T. III, figlio illegittimo di T. II. T. III fu però privato del potere (circa 1501 a. C.) da Hashepsowe, la quale fin verso il 1480 tenne le redini del governo. Benché per tutta la giovinezza lontano dal governo, T. III, non appena morta Hashepsowe manifestò straordinaria vigoria, portando l'Egitto al colmo della sua potenza. In Nubia raggiunse la IV cateratta; in Asia, una regione trascurata durante il pacifico regno di Hashepsowe, compì 17 spedizioni militari di varia importanza, che stroncarono i tentativi di ribellione dell'Asia Anteriore e portarono la frontiera dell'Impero sull'Eufrate. Di queste campagne il re fece incidere a Tebe un resoconto, che ne riferisce anno per anno. Gli elenchi di città vinte, che fece anche scolpire, servirono di modello ai successori, i quali spesso li trasportarono di peso nei tendenziosi resoconti delle loro imprese. Il re morì nel 1448 circa, lasciando il regno ad Amenofi II, il figlio che aveva assunto come coreggente. Di questo fu figlio T. IV (circa 1422-1413), che ebbe regno tranquillo, caratterizzato dall'alleanza con Mitanni, il paese rivale nell'Asia, del cui re T. IV sposò la figlia. n Il nome di T. fu anche portato da uno scultore egizio, che visse alla corte di Ekhnaton a Tell el-῾Amārna. A lui si debbono alcune opere celebri, tra le quali il busto di Nefertiti (Ägyptisches Museum, Berlino).