FAIDIT, Uc
Autore della più antica grammatichetta provenzale, Donatz proensals, di cui esiste una redazione latina dello stesso autore, Donatus provincialis. L'opera, come rivela il titolo, segue l'Ars minor di Donato e anche Prisciano: risulta composta per le preghiere di due signori italiani, Iacopo de Mora e Corraduccio de Sterleto, che ebbero feudi e tenevano uffici alla corte di Federico II, sebbene poi Jacopo lo tradisse partecipando alla congiura di Capaccio nel 1246.
La grammatichetta è accompagnata da un rimario, e sono preziosi l'una e l'altro; si viene a conoscere quanto basta sulle declinazioni di nomi, aggettivi e pronomi, nella forma originaria che si perdette ben presto; e inoltre sulla natura delle vocali, chiuse e aperte, non ammettendosi che rimino insieme le vocali aperte con le chiuse. Interessante è la parte relativa al verbo, nella quale l'autore si è dovuto discostare dal modello latino nel formare le coniugazioni. Del Donato si fecero anche traduzioni italiane. Esso servì dunque alla pratica del comporre in provenzale in Italia; e infatti tutti i codici che lo contengono furono scritti in Italia.
Bibl.: P. Meyer, Recueil d'anciens textes, ecc., parte Iª, Parigi 1877, p.149 segg.; E. Stengel, Die beiden ältesten provenz. Grammatiken, Marburg 1878; Fr. D'Ovidio, in Giorn. storico della lett. ital., II (1884), p. 20 segg.; id., Il Donato provenzale, in Versificazione ital. e arte poetica medievale, Milano 1910, pp. 329-410; L. Biadene, Las Razos de trobar e il Donatz proensals secondo la lez. del ms. Landau, in Studi di fil. rom., I (1885), p.335 segg.; F. Torraca, Studi su la lirica ital. del Duecento, Bologna 1902, pp. 120-168.