ALAGNO, Ugo d'
Secondo dei figli maschi di Cola, dopo la morte del primogenito Giovanni fu da Alfonso d'Aragona colmato di onori, per l'amore che il sovrano nutriva per la sorella di lui, Lucrezia. Morto Orso Orsini, il 5 maggio 1455 ottenne la carica di gran cancelliere del Regno di Napoli, la contea di Borrello e di Gioia, la città di Somma (che poi vendette a Lucrezia) e molti altri lucrosi uffici, come quello di "scoratore omnium animalium, videlicet bovini, pecorini, porcini et altri selvagi". Per le nozze con Francesca di Pietramala fu investito della signoria di Rocca Rainola, cedutagli dallo zio della sposa, Fieramonte di Pietramala. Fedele a Ferrante I nella lotta tra questo e Giovanni d'Angiò, invano tentò di farsi mediatore di pace tra la sorella e il re. Il 2 apr. 1461 Lucrezia gli diede il triste incarico di riferire al sovrano la sua irrevocabile decisione di riavere le terre che le erano state strappate, se non voleva che passasse all'Angioino. Quando, dopo questi avvenimenti, Lucrezia cadde definitivamente in disgrazia, Ugo non fu disturbato. Nel 1469 era ancora cancelliere. Non si sa quando precisamente morì, ma certo prima del marzo 1484, quando i figliuoli Nicola, Alfonso e Geronimo, venuti in discordia per l'eredità paterna, prescelsero come arbitro Alfonso, duca di Calabria. Ebbe anche una figlia Luigia, che andò sposa a Berardino Galluccio, barone di Tora.
Bibl.: S. Ammirato, Delle famiglie nobili napoletane, I, Firenze 1580, p. 73; F. De Pietri, Dell'historia napoletana, II, Napoli 1634, pp. 166-167; G. Filangieri, Nuovi documenti intorno la famiglia, le case e le vicende di Lucrezia d'A lagno, in Arch. stor. per le prov. napol., XI (1886), pp. 73, 105, 337, 351, 367, 398-399; B. Croce, Lucrezia d'Alagno, in Storie e leggende napoletane, Bari 1948, pp. 98-99, 109, 111.