BALDUINI, Ugolino
Figlio di Balduino, nacque a Bologna nella prima metà del sec. XIV. Prese parte attiva alla rivolta del 1376 che rovesciò in Bologna il governo del legato pontificio, instaurato nel 1360 dopo la cessione della città alla Chiesa da parte di Giovanni da Oleggio. Prima del 1376 - a differenza del padre Balduino podestà a Siena nel 1354 ed Anziano a Bologna nel giugno del 1355, nel gennaio del 1357, nel settembre del 1357, e del fratello Berto Anziano a Bologna nel luglio del 1356 ed ancora nel settembre del 1359 - non occupò cariche pubbliche di rilievo, e nemmeno risulta compreso nell'elenco degli Anziani di marzo del 1376 eletti dopo i fatti del 20 dello stesso mese; la sua figura emerge invece nella cronaca degli anni 1376-77, confermata dagli atti processuali del 1377 contro i più accesi elementi di parte scacchese (così detti dallo stemma dei Pepoli recante la scacchiera), per la vivace partecipazione al movimento di rivolta contro la Chiesa e per l'incondizionato appoggio fornito alla parte che caldeggiava la restaurazione in Bologna della signoria dei Pepoli, caduti nel 1350 e nel 1376 esuli presso il Visconti.
La rivolta contro la Chiesa, fomentata da Firenze, scoppiò la notte del 20 marzo 1376: il vicario pontificio, Guglielmo di S. Angelo, fu costretto a fuggire mentre venivano accolte in città forze fiorentine; le fortificazioni di porta S. Felice, subito occupate dagli insorti, furono affidate a Tarlato Beccadelli ed a Francesco Belvisi, nipote del B., che figura come uno dei più accesi esponenti di parte scacchese. L'elenco degli Anziani eletti l'indomani della rivolta (lo si veda in Vancini, La rivolta dei Bolognesi..., p. 19, nota 2), che raccoglie, accanto ad esponenti della parte scacchese in numero preponderante, anche altri di parte maltraversa, nonché esponenti delle arti, rivela il carattere composito del movimento, di iniziativa evidentemente magnatizia, ma soggetto a cadere molto presto sotto il controllo delle più forti organizzazioni popolari. L'attribuzione agli Anziani del potere esecutivo, l'allargamento del Consiglio da 400 a 500 membri, fra i quali peraltro risulta eletto anche il B. per il quartiere di porta di S. Procolo, la riorganizzazione militare del popolo sotto sedici gonfalonieri, detti più tardi tribuni della plebe, rappresentano altrettanti passi della evoluzione del movimento in questo senso. Nel settembre dello stesso 1376 i primi ad essere colpiti sono i Maltraversi, accusati di avere stretto accordi segreti coi Bretoni del cardinale Roberto di Ginevra che assediavano Bologna, difesa dal capitano dei Fiorentini Rodolfo da Varano. Nel novembre dello stesso anno è la volta degli Scacchesi, più forti ma già divisi, dalle contingenze del momento, in due opposti partiti, Pepoleschi e Raspanti. Il B. e Taddeo Azzoguidi, capi di parte pepolesca, vengono messi al bando e ripiegano su Pianoro, castello dell'Appennino Bolognese, che per tutto l'inverno 1376-77 rimane la roccaforte del movimento, oramai scarsamente seguito in città per i troppo evidenti legami dei Pepoli con il Visconti. Nella primavera del 1377, concordata una tregua con le forze del cardinale Roberto di Ginevra ed intavolate trattative col papa, il governo cittadino riesce ad avere il sopravvento sui ribelli di Pianoro (26 maggio 1377). I capi di parte pepolesca vengono dispersi, e con essi anche il B., che finisce col riparare a Verona, dove muore nel 1381 La salma, traslata a Bologna, venne sepolta in S. Francesco.
Fonti e Bibl.: Matteo Griffoni, Memoriale historicum de rebus Bononiensium,a cura di L. Frati e A. Sorbelli, in Rer. Italic. Script.,2 ediz., XVIII, 2, pp. 72-74, 77, 90; C. Ghirardacci Historia di Bologna, II, Bologna 1669, pp. 339-360; per informazione sulle cronache bolognesi del periodo, cfr. A. Sorbelli, Le cronache bolognesi del secolo XIV,Bologna 1900; per gli anzianati di Balduino e Berto B., si veda G. N. Pasquali Alidosi, Anziani e consoli del Popolo e comune di Bologna,Bologna 1614, pp. 15, 18, 20, 22; per il periodo precedente il governo della Chiesa a Bologna dal 1360 al 1376, A. Sorbelli, La signoria di Giovanni Visconti a Bologna,Bologna 1901, e L. Sighinolfi, La signoria di Giovanni da Oleggio in Bologna,Bologna 1905; O. Vancini, Bologna della Chiesa (1360-76), in Atti e Mem. d. Deputaz. di storia Patria Per le prov. di Romagna,s. 3, XXIV (1906), pp. 239-320; XXV (1907), pp. 16-108; Id., La rivolta dei Bolognesi al governo della Chiesa (1376-77),Bologna 1906, con appendice di documenti, alle pp. 71-121, concernenti anche U. B.; per un inquadramento dei fatti di Bologna nel periodo storico, si veda L. Simeoni, Le Signorie,Milano 1950, 1, pp. 252 s.