Oltre a essere un forte consumatore del gas e del petrolio russi, la Polonia è anche un paese di transito di entrambe le risorse energetiche. In gran parte, infatti, queste ultime sono dirette verso l’Europa occidentale attraverso il gasdotto Yamal-Europa e l’oleodotto Druzhba.
La Russia, tuttavia, ha interesse a diversificare le rotte energetiche verso l’Europa occidentale al fine di evitare il transito da Ucraina, Bielorussia e Polonia, paesi che ad oggi beneficiano di prezzi del gas scontati proprio in virtù dei diritti di transito che possono riscuotere sul loro territorio. Per questo la Russia è stata una grande sostenitrice del progetto di gasdotto sottomarino Nord Stream, che dovrebbe entrare in funzione dal 2012, e che collegherà direttamente Russia e Germania (anche quest’ultima forte consumatrice del gas russo) passando dal Mar Baltico.
Allo stesso tempo, nel novembre 2010 Russia e Polonia hanno firmato un nuovo contratto per la fornitura e il transito di gas russo, che dovrebbe aumentare la fornitura di metano a Varsavia di circa 11 miliardi di metri cubi tra il 2012 e il 2022. L’accordo ha temporaneamente risolto una controversia iniziata nel 2006 sulle tariffe di transito del gasdotto Yamal-Europa: all’epoca la Polonia chiedeva l’aumento da 1,94 a 2 euro per 1000 metri cubi di gas ogni 100 chilometri, mentre l’impresa russa Gazprom rivendicava la legittimità della tariffa di un precedente accordo tra Polonia e Russia.