URI (A. T., 20-21)
Cantone della Svizzera centrale; confina ad O. con i cantoni di Unterwalden, Berna e Vallese, a S. con il Canton Ticino, ad E. con quelli dei Grigioni e di Glarona, a N. con quello di Schwyz. Il cantone è situato nel cuore della regione alpina, nel punto in cui le principali catene delle Alpi Bernesi, Vallesi, Glaronesi e dei Grigioni s'incontrano al nodo del San Gottardo (2114 m.).
La valle della Reuss, che costituisce il solco trasversale più importante delle Alpi Centrali, nel tratto che traversa il cantone di Uri è fiancheggiata da alte montagne coperte di nevi e di ghiacciai. A occidente si elevano il Galenstock (3597 m.), il Dammastock (3638 m.), il Titlis (3239 m.); a nord del colle di Suren s'innalza l'Urirotstock (2932 m.), la cui doppia cima domina il Lago dei Quattro Cantoni; a oriente della valle il Bristenstock (3074 m.), Oberalpstock (3330 m.), il Grosse Windgälle (3192 m.), il Claridenstock (3270 m.) e il Rossstock (2463 m.). Nella valle della Reuss confluiscono numerose vallette laterali. I corsi d'acqua scorrono incassati e i versanti sono formati da terrazzi sovrapposti; il loro collegamento con la valle della Reuss è fatto per mezzo di selvagge gole di raccordo.
La valle inferiore della Reuss si distingue per la mitezza del clima durante tutto l'inverno: la temperatura media annua di Altdorf è di 9°,3, mentre risalendo verso l'interno (temperatura media annua di Göschenen, 6°,0, di Andermatt 2°,7) e nelle valli laterali le temperature si abbassano notevolmente. La mitezza del clima nella bassa valle della Reuss è dovuta al föhn, che soffia frequentemente e con intensità, e alla presenza di alte montagne che la riparano dai venti freddi del NE. Le precipitazioni, relativamente scarse nella valle della Reuss (Altdorf, 1152 mm.), aumentano nelle valli laterali: Isenthal, 1692 mm., Unterschächen, 1755 mm., e raggiungono il massimo al Gottardo (2000-3000 mm. annui).
Il Cantone di Uri appartiene quasi per intero al bacino della Reuss.
Dato il carattere essenzialmente montuoso del cantone, il terreno destinato all'agricoltura è limitatissimo. L'utilizzazione del suolo, secondo i dati del 1930 è la seguente: seminativi o,5 kmq., prati 63,2, boschi 179,2, pascoli 323, suolo improduttivo 508 kmq. Da tali dati risulta evidente che la base dell'economia è l'allevamento del bestiame (12.914 bovini nel 1931). Il commercio dei latticinî, del legname e l'industria alberghiera forniscono un contributo notevole alle risorse del paese.
La popolazione è in aumento: nel 1850 gli abitanti erano 14.505, nel 1880 23.744, nel 1920 23.973 e nel 1930 22.968. La densità di popolazione è la più debole della Svizzera dopo quella del cantone dei Grigioni. Gli abitanti parlano la lingua tedesca e sono cattolici. Le città principali sono Altdorf (4200 ab.) che è il capoluogo, Bürglen (2013 ab.), Erstfeld (3122 ab.), e Andermatt (1088 ab.), stazione turistica di notevole importanza.
Il cantone è attraversato dalla ferrovia del Gottardo e dalla linea che collega la valle del Rodano e quella del Reno Anteriore.
Storia. - Il nome di Uronia appare per la prima volta nella cronaca di Hermann di Reichenau: nel 732 l'abbate di Reichenau fu esiliato in Uronia. Nell'853 Luigi il Germanico donò il paese di Uri all'abbazia di N. D. di Zurigo (Fraumünster); ma il convento non conservò a lungo questo possesso: ne perdette una parte nelle lotte del sec. IX e al principio del X. Nel sec. XIV le proprietà del Fraumünster erano di poca importanza.
Il paese era amministrato da intendenti (Meier), discendenti da famiglie indigene, alcune delle quali erano nobili, e da un "Ammann" nominato dai contadini. Intendenti e Ammann avevano il diritto di bassa giustizia, mentre l'alta giustizia era esercitata dal protettore del Fraumünster, l'avvocato imperiale del Zurichgan, residente a Zurigo, il quale veniva due volte all'anno a rendere giustizia, sotto il tiglio di Altdorf, località che è rimasta capoluogo di Uri. Questa funzione fu adempita successivamente dai conti di Lenzburg, dai duchi di Zaehringen e dagli Asburgo.
Gli Uranesi, sudditi dell'Abbazia di Zurigo, i contadini di condizione libera, che tanta parte ebbero nello sviluppo delle democrazie primitive della Svizzera, e i membri delle famiglie nobili facevano tutti parte della stessa Corporazione agricola (Markgenossenschaft) che aveva per scopo lo sfruttamento collettivo delle foreste e dei pascoli appartenenti alla comunità. Questa organizzazione economica contribuì molto a creare una comunità politica. Il paese di Uri conquistò così un'importanza considerevole, che doveva attirare l'attenzione degl'imperatori tedeschi, nel sec. XII, quando fu aperta la strada del San Gottardo. Per questo, allorché gli Asburgo estesero la loro giurisdizione sui territorî dell'Elvezia centrale, gli Uranesi temettero di perdere la loro libertà. Nel 1231 essi ottennero dal re Enrico, figlio di Federico II, la diretta dipendenza dall'imperatore. Egli delegò nel paese un avvocato: generalmente questi trattava col capo dei contadini, l'Ammann (che diverrà poi il "Landamann"); la corporazione agricola si trasformò in assemblea politica, "Landesgemeinde", la quale amministrò il paese in tutta autonomia; fra il 1245 e il 1273 fu completamente autonoma. Rodolfo d'Asburgo, divenuto re nel 1273, confermò le franchigie imperiali d'Uri; ma gli Uranesi, circondati da possedimenti austriaci, prevedevano il giorno in cui avrebbero perduto le loro libertà. E perciò, alla morte di Rodolfo d'Asburgo (1291), Uri concluse con Schwytz e Nidwald un'alleanza perpetua, per resistere a coloro che attentassero ai loro diritti: questo patto, conferma di un'alleanza più antica, è l'atto costitutivo della confederazione svizzera.
Gli Uranesi e i loro confederati praticarono dunque sempre una politica anti-austriaca e il passo del San Gottardo, che si disputavano tutti i principi aspiranti alla corona imperiale, ebbe largo influsso sull'attitudine degli uni e degli altri. Nei secoli XIII e XIV la storia della vallata di Uri è caratterizzata dall'emancipazione politica e sociale, favorita dal traffico del San Gottardo e, in certa misura, dalle relazioni con i comuni liberi d'Italia.
Nel sec. XV e al principio del XVI Uri cercò naturalmente di estendersi verso il sud trascinando nelle sue spedizioni al di là dei monti altri cantoni confederati. Gli Svizzeri s'impadronirono così di una gran parte del Ticino: ma nel 1426 dovettero rinunciare momentaneamente a questi possedimenti. Gli Uranesi tuttavia non si scoraggiarono; nel 1441 il duca di Milano rimise loro in pegno la Leventina che essi conservarono fino al 1798.
Gli Uranesi presero parte, naturalmente, alle guerre d'indipendenza, o di conquista, intraprese dai confederati, specialmente alle guerre di Italia, in seguito alle quali il Ticino rimase agli Svizzeri. Nelle guerre religiose gli Uranesi si schierarono dalla parte del cattolicismo.
Il cantone di Uri disparve all'epoca della rivoluzione francese, che ebbe per conseguenza la creazione della Repubblica Elvetica, una e indivisibile, e non riebbe vita che nel 1803, con l'Atto di mediazione; ma dovette rinunciare alla Leventina, incorporata al nuovo cantone del Ticino. Nella questione del Sonderbund, Uri entrò nell'alleanza dei cantoni cattolici.
La Landesgemeinde non fu soppressa fino al 6 maggio 1928, anno in cui si istituì il sistema dei voti ed elezioni con scrutinio scritto e segreto.
Bibl.: Oltre alla bibl. citata alla voce svizzera: Storia, XXXII, p. 102, vedi: K. F. Lusser, Geschichte des Kts. Uri, Schwyz 1862; Nabholz, Les origines de la Confédération d'après les travaux récents (trad. franc., in Étrennes genevoises, 1929); Dictionnaire historique de la Suisse, VI, alla voce Uri.