Uruguay
'
Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato dell'America Meridionale. La popolazione (3.241.003 ab. al censimento del 2004) cresce a un ritmo decisamente inferiore rispetto a quello dei decenni passati (0,7% nell'intervallo 2000-2005), ma la tendenza è verso un'ulteriore diminuzione nel medio periodo. Circa il 40% degli abitanti è di origine italiana, gli uruguaiani che vivono all'estero sono quasi 500.000, mentre è in calo il flusso degli emigranti (−0,25‰ il tasso netto di migrazione nel 2006). La popolazione urbana rappresenta il 92% del totale (2004), soprattutto grazie all'area metropolitana della capitale, Montevideo: nel 2006 accoglieva 1.640.000 ab., pari a circa il 50% della popolazione complessiva.
Dopo un periodo di recessione (1999-2002), determinato soprattutto da fattori esterni, quali la crisi economica dell'Argentina e del Brasile, il Paese ha cominciato a mostrare vigorosi segnali di ripresa e i principali indicatori economici hanno sottolineato l'andamento positivo: il PIL, che nel periodo 1995-2004 era cresciuto di appena l'1% medio annuo, ha conseguito un incremento del 2,4% nel 2003, di ben il 12,3% nel 2004 e del 5% nel 2005. Questo dinamismo è stato in larga parte dovuto alla ripresa della domanda mondiale, in particolare per quel che riguarda prodotti come la carne bovina, la soia, la lana, il riso e il cuoio, e al buon andamento dei loro prezzi sui mercati internazionali, alle riforme operate nel settore bancario e all'incremento della produzione industriale (+22% nel 2004). Resta tuttavia molto elevato il livello raggiunto dal debito pubblico, equivalente a circa il 90% del PIL, e il nuovo presidente uruguaiano, T. Vázquez, in carica dal 1° marzo 2005, forte di un buon rapporto con le principali istituzioni finanziarie internazionali, ha intrapreso una politica realista di rigore. Nella fase di bassa congiuntura (1999-2002) si è verificata una forte crescita del settore informale, che rappresenta ormai circa la metà dell'occupazione soprattutto nelle aree urbane; al contempo, malgrado una lieve riduzione della disoccupazione (12,2% nel 2005), è cresciuta la sottoccupazione, che interessa circa il 20% della popolazione e contribuisce alla stagnazione dei redditi delle famiglie.
Storia
di Paola Salvatori
Superata la tragica esperienza della spietata dittatura militare (1973-1985), e ripresa la lunga tradizione liberal-democratica e parlamentare che aveva caratterizzato la storia del Paese, l'U. si apprestava alle soglie del 2000 ad affrontare una difficile congiuntura economica, caratterizzata da alti tassi di disoccupazione e da una crescente instabilità finanziaria, in un contesto politico che mostrava chiari segnali di cambiamento.
I partiti tradizionali dei colorados (Partido Colorado, PC) e dei blancos (Partido Nacional, PN), che avevano dominato la scena politica per oltre tre lustri - inizialmente su posizioni contrastanti, poi via via uniformatisi fino a convergere su una sostanziale identità di programmi di stampo liberal-conservatore, tradottasi negli anni in una vera e propria alleanza politica -, cominciarono a essere insidiati dalle forze di opposizione, che,una volta superate le divisioni interne e presentatesi unite nel Frente Amplio (FA) - Encruento Progresista (EP), erano riuscite a conquistare un gran numero di consensi nelle elezioni legislative tenutesi nel 1999, divenendoin tal modo il primo partito sia alla Camera sia al Senato.
La tutela del welfare, fortemente compromesso dalle politiche neoliberiste varate negli anni Novanta dai governi di coalizione PC-PN, la lotta alla disoccupazione e la ferma opposizione alle privatizzazioni dei servizi pubblici, aveva fatto conquistare al FA-EP (una coalizione eterogenea di partiti e movimenti che andava dal centro moderato all'estrema sinistra, comprendente tra gli altri il Movimiento de Liberación Nacional - Tupamaros) il sostegno dei sindacati e delle fasce più deboli della popolazione, ma anche dei ceti medi, il cui tenore di vita era stato gravemente compromesso dalle politiche di austerità e dai tagli alla spesa sociale.
Nel corso del 2000 si svolsero numerose manifestazioni e scioperi contro la politica economica dell'esecutivo e il malcontento continuò a crescere negli anni successivi; si acuì nel corso del 2002 dalla grave crisi finanziaria che investì il Paese, a seguito del collasso delle finanze della vicina Argentina cui l'U. era economicamente legato. Le misure restrittive adottate allo scopo di fronteggiare la situazione, che riguardavano gli istituti bancari e che prevedevano pure un incremento del prelievo fiscale su pensioni e su salari, accompagnate da un'ulteriore crescita del tasso di disoccupazione, accrebbero ancora l'impopolarità del governo, inducendo così il PN a prendere le distanze dai nuovi provvedimenti e a ritirarsi infine dalla coalizione (novembre).
La mobilitazione dell'opinione pubblica, sostenuta sia dai sindacati sia dalle forze di opposizione, si focalizzò soprattutto contro i programmi di privatizzazione delle imprese a partecipazione statale, e trovò uno sbocco istituzionale nel referendum svoltosi nel dicembre del 2003, che bocciò con il 62% dei voti la legislazione che avrebbe dovuto permetterne la realizzazione.
L'esito della consultazione popolare fu il preludio della vittoria del FA-EP nelle elezioni presidenziali e legislative dell'ottobre 2004. Il candidato delle opposizioni, T. Vázquez, riuscì infatti a battere al primo turno, conben il 50,7% dei voti, i candidati del PC e quelli del PN, e la coalizione si impose come principale partito conquistando 53 seggi alla Camera e 17 al Senato, contro i 34 seggi alla Camera e i 10 seggi al Senato vinti dal PN, che divenne così il secondo partito; il PC subì invece un drastico ridimensionamento conquistando solamente 10 seggi alla Camera e 3 al Senato.
Insediatasi nel marzo del 2005, la nuova amministrazione pose tra le proprie priorità la lotta alla povertà e alla disoccupazione, da attuare meiante un rilancio dell'economia e delle politiche sociali. Venne così varato un piano nazionale di emergenza sociale (detto PANES, Plan de Atención Nacional de Emergencia Social) e si riaprirono quindi le trattative con il Fondo monetario internazionale (FMI), che in giugno si dichiarò disposto a garantire nuovi finanziamenti per consentire la stabilizzazione del Paese. Vázquez annunciò inoltre l'intenzione di riprendere le indagini sui desaparecidos e sulle responsabilità dell'esercito durante gli anni della dittatura.
In politica estera l'U. rilanciò nei primi anni del 21° sec. le relazioni commerciali con gli Stati Uniti, anche in seguito alle difficoltà incontrate negli scambi con i Paesi del MERCOSUR (Mercado Común del Sur) dopo la crisi argentina, e strinse accordi con il Cile. I rapporti diplomatici con Cuba furono invece bruscamente interrotti nell'aprile del 2002, in seguito alle polemiche sorte tra i due Stati dopo l'appoggio del governo uruguayano a una mozione delle Nazioni Unite che condannava il mancato rispetto dei diritti umani sull'isola. Soltanto dopo l'elezione di Vázquez le relazioni tra Montevideo e L'Avana vennero riprese (marzo); il nuovo presidente espresse inoltre l'intenzione di rilanciare l'attività del MERCOSUR.
bibliografia
I.C. Marti´nez, Tres décadas de política uruguaya: crisis, restauración y transformación del sistema de partidos, Madrid 2002.