Uzbekistan
Stato dell’Asia centrale. Il suo territorio coincide in gran parte con le regioni storiche di Corasmia, Sogdiana e Battriana, di popolamento e cultura iraniana, benché islamizzate fin dal 7° secolo. All’avvicendarsi di signorie locali, vassalle del califfato arabo, come i Samanidi, pose fine la conquista mongola nel 13° sec., che sostituì all’originale insediamento iranico una popolazione turco-mongola, sotto il controllo dei discendenti di Genghiz Khan. Alla fine del 14° sec. sorse nella regione il potere di Tamerlano, sotto il cui dominio fiorì una brillante civiltà che ebbe il suo centro a Samarcanda. Nel secolo successivo subentrarono nell’area tribù uzbeche, anch’esse di origine mongola e stanziate in Siberia, che giunsero a impossessarsi dell’intera regione nel corso del 16° secolo. I khanati uzbechi condussero guerre difensive contro l’aggressivo potere dei Safavidi iraniani, fornendo inoltre un bacino militare alle dinastie dell’area. Nel 19° sec., la regione fu oggetto dell’espansione militare zarista, attirata dalle sue risorse naturali, e soprattutto dal cotone, fino a essere integrata come colonia nell’impero russo. La resistenza locale alle politiche zariste, iniziata con il movimento islamico modernista detto «jadidista», proseguì dopo la rivoluzione bolscevica del 1917, con la rivolta dei basmachi, domata solo negli anni Trenta del 20° secolo. Nel 1924, nacque la Repubblica socialista dell’U., sul territorio dei khanati uzbechi, che divenne una delle repubbliche dell’URSS; fino alla destalinizzazione, l’U. fu teatro di imponenti misure di laicizzazione e modernizzazione, che ne modificarono profondamente il tessuto demografico e culturale. L’U. fu sottoposto in seguito a veri e propri potentati politici locali, proseguiti dopo l’indipendenza proclamata nel 1991. Sottoposto alla pressione del fondamentalismo islamico già negli ultimi anni di vita dell’URSS, dopo il 1991 l’egemonia politica nel Paese rimase nelle mani del Partito democratico popolare (nuovo nome del locale Partito comunista) e del suo leader I. Karimov (presidente della Repubblica dal 1990); egemonia confermata dalle elezioni politiche del 1999 e da quelle presidenziali del 2000. Sul piano internazionale l’U. partecipò al processo di integrazione economica e politica sviluppato dalle repubbliche centroasiatiche, ma cercò altresì di mantenere una propria autonomia nel campo della difesa. Dopo la visita di Karimov a Washington (1998) fu concluso tra i due Stati un trattato di cooperazione tecnologica militare (1999). Nel 2000 fu siglato un accordo per combattere il terrorismo, e in occasione dell’attacco all’Afghanistan da parte della coalizione guidata dagli USA (2001), l’U. concesse lo spazio aereo e l’uso di una sua base. Nel 2002 un referendum popolare approvò l’allungamento del mandato presidenziale da 5 a 7 anni e la creazione per il 2004 di un parlamento bicamerale; nell’apr. 2003 ulteriori modifiche costituzionali introducevano una riduzione dei poteri del presidente, e tuttavia Karimov continuò a esercitare uno stretto controllo sui mezzi di informazione e a perseguitare esponenti dell’opposizione. Nel 2004 attentati terroristici colpirono anche le ambasciate statunitense e israeliana, cosicché la European bank for reconstruction and development (EBRD) decise di limitare i finanziamenti concessi al Paese. Nel 2005, ad Andijon (nel Fergana), un assalto alla prigione per liberare alcuni detenuti politici si trasformò in una manifestazione in favore delle riforme democratiche, repressa nel sangue dall’esercito. L’Unione Europea reagì imponendo al Paese sanzioni relative alle importazioni di armi; ne seguì un riavvicinamento dell’U. alla Russia. Nel luglio 2005 il governo revocò la concessione agli USA della base di Qarshi-Xanabad. Nuovi accordi vennero siglati invece con Mosca, sia militari sia finanziari e commerciali (come quello sull’estrazione di idrocarburi). Il completo ritorno nell’orbita russa fu sancito nel giugno 2006, quando l’U. decise di rientrare nell’Organizzazione del trattato sulla sicurezza collettiva dei Paesi della CSI (Trattato di Tashkent), dal quale era uscito nel 1999. Nel 2007 nuove elezioni hanno riconfermato Karimov presidente per sette anni.