UZBEKISTAN (A. T., 103-104)
Con questo nome si suole indicare la Repubblica federata degli Uzbeki (Uzbekskaja Soc. Sovet. Respublika), una delle undici repubbliche federate, che formano l'unione delle repubbliche sovietiche socialiste; essa fu costituita nel 1922, riunendo parti del territorio della provincia del Syr-daryā e del khanato di Buchara, che costituivano la parte sudorientale del Turkestan russo. È limitata a nord-ovest in parte dalla repubblica autonoma dei Karakalpaki, a nord dalla repubblica federata dei Kazaki (Kazakistan), a nord-est ed est dalla repubblica federata dei Kirghisi e poi dalla repubblica federata dei Tagiki; a sud confina per un tratto non molto lungo con l'Afghānistān; infine, a ovest e, in parte, nord-ovest è limitata dalla repubblica federata dei Turkmeni. Entro questi limiti l'Uzbekistan, che misura 172.000 kmq. di superficie, presenta una configurazione orizzontale quanto mai irregolare, soprattutto all'estremo NO. e all'estremo NE.; inoltre i limiti fra l'Uzbeastan, il Tagikistan e la repubblica Kirghisa sono, nei particolari, ancor più irregolari, e ciò perché la repubblica dell'Uzbekistan rappresenta un'entità etnica e non già geografica. Grande è pure la varietà nelle forme del rilievo: la parte orientale è prevalentemente montuosa e si estende sulle propaggini occidentali dei monti di Hissar, sulla catena del Nura-tau, sulla catena del Zerafšan, su quella dei monti cosiddetti del Turkestan e su parte dei versanti meridionali del Čatkal-tau, e per tal modo all'Uzbekistan appartiene oltre una metà della conca della Fergana; la parte Uccidentale si va facendo, soprattutto procedendo verso nord-ovest, sempre più pianeggiante e alla larga vallata del Zerafšan subentra una regione desertica, quasi dappertutto occupata dalle sabbie. Oltre a una parte della conca della Fergana, appartiene all'Uzbekistan anche parte di quella di Taskent. Partendo dall'Alai (una delle maggiori catene dell'Asia Centrale Russa, che si erge nel paese dei Tagiki, di contro al sistema del Tansalai-Pamir, si continua verso occidente con le tre catene dei monti del Turkestan a nord, del Zerafšan e dei monti di Hissar a sud del corso stesso del Zerafšan, e si termina con il Nura-tau, catena che prolunga i monti del Turlkestan in direzione di nord-ovest. Le vallate racchiuse fra queste latene, abbondantemente irrigate, hanno sempre avuto un alto valore antropico, poiché furono sempre densamente popolate. Quanto al Čatkal-tau si deve ricordare ch'esso rappresenta il prolungamento verso sud-ovest dell'Ala-tau del Talas, il quale a sua volta è la continuazione del Terskei-Ala-tau, o "Ala-tau solatio"; il Čatkal-tau limita appunto da nord-ovest la conca della Fergana, alla quale invia in abbondanza le sue acque. Se le due conche della Fergana e di Taškent, per la natura del suolo e per la ricchezza delle acque sono di una fertilità quasi prodigiosa, non altrettanto avviene per il territorio compreso fra il corso dell'Ǎmū-daryā e quello del Zerafšan e per tutto il territorio a settentrione di questi due fiumi. È una regione aridissima, che si muta in vero deserto via via che ci si allontana dalle zone dove è possibile sviluppare le irrigazioni; l'uomo non si è potuto insediare che nelle oasi, allineate lungo la vallata del Zerafšan e lungo il corso inferiore dell'Āmū.
Il clima ha dappertutto carattere nettamente continentale con inverni rigidissimi, in cui la media del mese più freddo è inferiore di parecchi gradi allo zero, ed estati caldissime con temperature massime paragonabili a quelle che si riscontrano nei deserti dell'Africa settentrionale e dell'Arabia. Soprattutto eccezionali sono gli sbalzi di temperatura dal giorno alla notte. Violentissimi nella zona pianeggiante i venti, che sollevano nubi di polvere e di sabbia, e, durante l'inverno, provocano vere tempeste di neve. Sui monti il clima ha carattere alpino, mentre sopra i versanti meglio esposti si osserva una mitezza di temperature quasi eccezionale e molto maggiore umidità. Le condizioni smitarie sono di gran lunga migliori nelle terre elevate, mentre nelle oasi per effetto delle acque inquinate si sviluppano malattie contagiose, con frequenza di epidemie; una delle malattie più comuni è la filaria medinensis.
L'esistenza d'un vasto sistema di monti, cosparso qua e là di potenti ghiacciai, abbastanza ricco di precipitazioni atmosferiche, le cui acque defluiscono appunto verso ovest e nord-ovest, presuppone un sistema idrografico assai cospicuo, che potrebbe recare a tutto l'Uzbekistan vantaggi incalcolabili se le condizioni climatiche non ne ostacolassero lo sviluppo. Tre grandi fiumi solcano l'Uzbekistan, il Syr-darja, l'Āmū-daryā e il Zerafšan. Il primo di essi, le cui sorgenti si trovano nel cuore del sistema dei T'ien-shan, superata con una stretta gola la catena dei monti della Fergana, entra in questa conca, e, dopo averla attraversata in tutta la sua lunghezza, prende la direzione di nord-ovest per solcare la conca di Taškent; la sua portata media nel tratto tra la Fergana e Taškent supera i 1300 mc. al sec. L'Āmū-daryā che nasce da numerose sorgenti, sparse su tutto il territorio compreso fra l'Indukush e l'Alai, dopo aver lambito per un breve tratto l'Uzbekistan, segnandone il confine con l'Afghānistān, entra nel territorio del Turkmenistan dal quale tornerà ad uscire per percorrere con un tratto del suo corso inferiore l'estremo nord-ovest dell'Uzbekistan. Scorre invece quasi per intero nel territorio degli Uzbeki il Zerafšan, cioè "Sminatore d'oro", il Polimetus degli antichi, il quale nasce dal gruppo dei monti omonimi ed è alimentato dalle acque dei ghiacciai e dei nevai delle catene che ne racchiudono il corso superiore; giunto nella pianura di Samarkanda, si partisce in un'infinità di canali irrigatorî, che fertilizzano una superficie di oltre 458.000 ha., ripartiti fra 120 oasi. Non pochi sono gli affluenti di questi fiumi, ma non tutti raggiungono il corso d'acqua principale, come è dello stesso Zerafšan, un tempo tributario dell'Āmū.
Il clima aridissimo, la differenza di altitudine e la diversità di esposizione fanno sì che il tipo di vegetazione varii assai: nella regione di alta montagna, dove il clima è più aspro e il suolo roccioso, la vegetazione è limitata a poche piante di carattere alpino, con abbondanza di pascoli estivi, che attraggono i nomadi con le loro mandre; lungo le vallate e nella zona pedemontana la vegetazione è ricca di piante d'alto fusto, conifere e piante latifoglie, e si fanno sempre più frequenti le coltivazioni dei cereali, del cotone, dell'Artemisia cina, e dove maggiore è l'umidità prosperano il frassino, il platano, il fico e la vite selvatica; ultime vengono le oasi della pianura, irrigate dalle acque dei fiumi. La vita animale è sui monti rappresentata da lupi, volpi, orsi, marmotte, capre selvatiche e dalla rarissima Ovis Poli; nelle steppe, da lepri, volpi, sciacalli, lupi, talpe, porcospini, da una varietà di martore, da rondini e dal gallo della steppa, veloce e robusto volatore, e da numerosi rettili.
Le prime notizie sulle città e regioni che costituiscono l'odierno Uzbekistan, risalgono per i Russi ai secoli XII e XIII quando ai mercati russi giungevano trafficanti delle città di Chiva e Buchara. Dopo la conquista dei regni di Kazan e di Astrachan e soprattutto dopo la conquista della regione dell'U al, la Steppa dei Kirghisi era, sul finire del sec. XVI, sufficientemente nota ai Russi. Nel corso del secolo successivo erano inviati ambasciatori a Chiva e Buchara allo scopo di allacciare relazioni commerciali più strette e tentare la via delle Indie; con Pietro il Grande furono fatti nuovi tentativi per penetrare nel paese posto a sud delle terre dei Kirghisi e dei Karakalpaki, ma essi non ebbero seguito. La conquista del khanato di Kokand con la presa della città di Taškent, risale alla metà circa del sec. XIX; ad essa seguono la sottomissione della regione del Zerafšan, dei territorî situati sulla sponda destra e sul delta dell'Āmū-daryā e dei khanati di Chiva e di Buchara. Il crollo del governo zarista fece sentire sino dai primi momenti i suoi effetti in tutto il Turkestan russo, tanto che a Taškent il 10 marzo 1917 fu celebrata la festa della libertà; scoppiati alcuni mesi più tardi moti rivoluzionarî a carattere antimilitarista, fu istituito nel novembre 1917 un governo musulmano al quale si oppose il governo bolscevico di Taškent, per cui si ebbero rivolte e massacri, che neppure la proclamazione della repubblica federata autonoma del Turkestan valse a calmare (30 aprile 1918). Finalmente il 14 aprile 1921 il comitato esecutivo centrale di Mosca proclamava la repubblica autonoma sovietica del Turkestan con le provincie del Syr-darja, della Transcaspiana, della Fergana, di Samarkanda e della Semirecia; ordinamento politico amministrativo, che doveva subire altre modificazioni prima di giungere alla sistemazione odierna, con la costituzione delle cinque repubbliche federative dell'Uzbekistan, del Turkmenistan, del Tagikistan, del Kazakistan e del Kirghizistan.
La popolazione attuale dell'Uzbekistan, che ammonta ad oltre 5.000.000 di ab., con una densità quindi di 29 ab. per kmq., è costituita per tre quarti di Uzbeki (v.). Oggi gli Uzbechi si possono distinguere a seconda del loro modo di vivere in nomadi, seminomadi e sedentarî; questi abitano nelle città, mentre gli altri si raccolgono durante l'inverno in determinati luoghi e nelle altre stagioni vagano nella steppa. Anche presso gli Uzbechi l'unità etnica va spezzandosi, poiché tendono a confondersi sempre più con un'altra categoria di abitanti, i Sarti, stirpe mista, ma con prevalenza di elemento iranico. Oggigiorno gli Uzbechi si fanno notare per la loro abilità come agricoltori.
Base della vita economica dell'Uzbekistan è l'agricoltura, e infatti oltre 1.630.000 ha. di terreno sono sottoposti a regolare coltivazione; di essi due terzi sono destinati ai cereali e un quarto al cotone, ciò che equivale al 63% circa della coltivazione di cotone di tutta l'U.R.S.S. E il governo russo ha rivolto da alcuni anni a questa parte speciali cure allo sviluppo di tale coltivazione nell'Uzbekistan, aumentando le aree irrigate. Le irrigazioni favoriscono in modo speciale l'orticoltura, la quale assicura un'abbondante produzione di meloni, cocomeri e altri ortaggi. Le industrie, rimaste a lungo arretrate e di carattere domestico, hanno avuto ora un nuovo impulso: a Čirčik è stata costruita una centrale elettrica; una combine tessile è stata fondata a Taškent; officine per la fabbricazione di macchinarî agricoli e altri stabilimenti per industrie diverse sono stati aperti nei maggiori centri abitati.
Le comunicazioni sono assicurate, innanzi tutto, dalla ferrovia che da Leninsk conduce a Taškent, la quale rappresenta il prolungamento della cosiddetta Transcaspiana e il congiungimento di questa con la linea di Orenburgo, a sua volta collegata per il Turksib alla Transiberiana; da Buchara parte la diramazione per Kerki Termez e per Samarkanda, un'altra diramazione percorre la conca della Fergana sino ad Andigian. Numerose sono poi le vie carovaniere. Esistono servizî aerei regolari con Mosca, con il Caucaso, la Siberide l'Afghānistān; in generale le linee aeree seguono il tracciato della ferrovia.
Nell'Uzbekistan numerosi sono i centri urbani e non pochi di essi, antichissimi, hanno una lunga e bella tradizione storica. Sono soprattutto importanti i centri della vallata del Zerafšan, l'antica Sogdiana, e della conca delld Fergana. Della prima i geografi arabi parlano con grande ammirazione e la paragonano al Paradiso Terrestre, e non a torto, poiché si può considerarla come una delle più fertili regioni di tutta l'Asia Centrale. Ivi sono non meno di 126 oasi scaglionate su una distanza di 416 chilometri, che tutte debbono la loro prosperità alle irrigazioni derivate dal Zerafšan. Centro maggiore è Samarcanda, sorta a 7 chilometri dal Zerafšan, ai piedi di un ripiano isolato e di antichissima origine, con 155.000 abitanti. Altri centri sono Katta-Kurgan, Ziaeddin, Kerminé, poi Buchara, distinta in Nuova e Vecchia Buchara, con 60.000 ab., già capitale del khanato omonimo, il quale però sino al 1918 fu semplicemente un protettorato della Russia; ultime città, dopo il piccolo centro di Bek-budi, sono Kunja-Urgenč già detta Gurgandi, e la famosa Chiva, anch'essa capitale di un khanato, già vassallo della Russia. Nella conca della Fergana, lunga 270 km. e larga in media 100, dove la naturale fertilità del suolo è aumentata dall'abbondanza delle acque disponibili per le irrigazioni, i centri urbani sono distribuiti alla periferia e alcuni di essi ebbero certa importanza storica. Primeggia Kokand, già capitale del khanato omonimo, detta un tempo "Iski-Kurgan" con 85.000 ab.; Namangan, con 90.000 ab. Andigian, antica Andukan, già capitale della Fergana, con 98.000 abitanti circa; Marghelan (60.000 ab.), e Novis Marghelan, detta ora Fergana (35.000 ab.), sono gli altri centri urbani della conca. Capitale è Taškent, sorta al centro di un'oasi irrigata dal Čirc̄ik, una delle città più popolate dell'Asia Centrale Russa, avendo superato i 490.000 ab. Il 25% circa della popolazione vive nelle città e questa è una delle percentuali superiori alla media di tutta la U. R. S. S.