VACA de CASTRO, Cristobal
Governatore del Perù. Nacque a Izagre (Valladolid) circa il 1492 e morì nella stessa città dopo il 1566. Fu uditore della Cancelleria di Valladolid, e nel 1540 Carlo V su proposta del Consiglio delle Indie lo mandò al Perù per metter fine alle discordie tra Pizarro e Almagro, con facoltà di assumere il governo alla morte di Pizarro. Giunto là, quando Pizarro era stato già assassinato, si proclamò governatore e si accinse a soffocare la ribellione nascente. Levò un prestito tra le persone ricche del paese, raccolse milizie, e benché non fosse un militare, si proclamò generale in capo per evitare le rivalità fra i suoi capitani. Avendo occupata Guamanga ricevette un messaggio da Almagro il Giovane, al quale rispose imponendo delle condizioni che non furono accettate. Allora lo inseguì e lo sconfisse nella pianura di Chupas il 6 settembre 1542.
Vinta così la ribellione, si diede a riordinare l'amministrazione del paese, distinguendosi per le sue doti di governo; tuttavia commise alcuni abusi, sicché il nuovo viceré Blasco Núñez Vela appena giunto nel Perù lo rimandò in Spagna. Ma egli riusci a fuggire e si presentò spontaneamente il 23 giugno 1545 al Consiglio di Valladolid, da cui fu assolto e reintegrato nell'ufficio di consigliere. L'imperatore stesso gli accordò varie ricompense. Nel 1566, ottenuto il permesso di ritirarsi, entrò nel convento di S. Agostino di Valladolid, dove finì i suoi giorni.
Bibl.: Gutiérrez de Santa Clara, Historia de las guerras civiles del Perú, Madrid 1904-05; A. de Herrero, Elogio de Vaca de Castro gobernador del Perú en el siglo XVI, in Revista de Archivos, ivi 1917-18.