VALENCIA
(catalano València; lat. Valentia Edetanorum)
Città della Spagna, capitale dell'omonima provincia e della comunità autonoma valenciana, che si affaccia sul bacino mediterraneo, alla foce del fiume Turia.
La città romana fu fondata nel 158 a.C. dal console Decimo Giunio Bruto, ma il suo sviluppo iniziò solo a partire dal sec. 3° d.C., dopo la distruzione della vicina Sagunto. Sotto la dominazione musulmana, a partire dal 718 V. acquisì maggiore importanza e al principio del sec. 11°, con lo smembramento del califfato di Córdova, divenne la capitale di uno dei regni di Taifas. Il 28 settembre 1238 passò definitivamente sotto il dominio cristiano, divenendo, con Giacomo I il Conquistatore (1213-1276), territorio della Corona di Aragona.
La città ha restituito numerosi resti romani, ma non sono emerse tracce delle mura; nel centro, dove si incrociavano il cardine e il decumano e dove sorgevano il foro e la basilica (Sanchis Guarner, 1976, pp. 21-25), furono poi costruite la moschea principale e la cattedrale cristiana.Con la conquista di Giacomo I cominciò la lenta trasformazione di V. da città araba in cristiana. Vennero aperti nuovi accessi in modo da collegarla meglio con i quartieri esterni alle mura; lungo il tracciato difensivo meridionale furono erette due nuove porte, la Puerta Nova e quella dedicata a s. Giorgio e, lungo il tratto orientale della cinta, quella d'Avinjó e la porta d'Esplugues.Già dall'epoca della dominazione araba, la città aveva conservato un rione chiuso nominato La Jueria o El Call, che nel 1246 fu donato da Giacomo I ai giudei valenzani. A O della città, all'esterno della cinta, ma vicino alla Puerta de la Moreria, un altro rione fortificato, denominato la Moreria, fu riservato ai musulmani che volevano continuare a vivere nella città conservando le proprie leggi e la propria religione. Giacomo I acquisì inoltre per il patrimonio reale la proprietà di un ostello e nel 1273 ne costruì uno nuovo per tutti i musulmani di passaggio che visitavano la città.A metà del sec. 14°, sotto il regno di Pietro IV il Cerimonioso (1336-1387), V. aveva quasi raddoppiato la sua popolazione (ca. settantacinquemila abitanti) e la sua estensione rispetto a quella che aveva avuto durante il regno di Giacomo I (Sanchis Guarner, 1976, p. 169). Il clima di tensione che avrebbe fatto scoppiare la guerra contro la Castiglia (la c.d. guerra dei due Pietri), portò nel 1356 a realizzare un nuovo sistema difensivo: del lavoro fu incaricato Guillem Nabot.
La nuova cinta muraria di Pietro IV includeva i rioni fuori le mura; essa fu demolita nel 1865. All'altezza del fiume, a O, al suo interno si trovava il sobborgo dei dissodatori, dove si apriva la porta omonima, più nota come le Torres de Serranos, una tra le opere d'architettura militare meglio conservate, con due torri di pianta esagonale. L'opera, costruita da Pedro Balaguer tra il 1391 e il 1397, è improntata al modello della porta del monastero cistercense di Poblet.Nella prima metà del sec. 14° iniziò per V. un'epoca di splendore economico, che, accompagnato dalla sua egemonia politica nell'ambito della Corona di Aragona, si tradusse successivamente in un fervore costruttivo sia da parte delle istituzioni pubbliche e religiose sia da parte dell'emergente classe borghese, che edificò numerosi palazzi, molti dei quali ancora conservati. Uno degli edifici pubblici più rappresentativi di questo periodo è la Llotja dels Mercaders o de la Seda. L'antica loggia, nota come la Llotja de l'Oli, era stata costruita prima del 1344 ed era molto semplice e di dimensioni ridotte (Sanchis Guarner, 1976, p. 192; Catàleg de monuments, 1983). Per il nuovo edificio vennero acquistate le case che affacciavano sul mercato e affidato l'incarico dei lavori a Pere Compte, architetto della Corona, e a Joan Ibarra.
Uno dei primi interventi dei conquistatori cristiani fu la trasformazione delle moschee in chiese. Nell'ottobre dello stesso anno della conquista, il 1238, l'arcivescovo di Tarragona, Pedro Abat, consacrava a V. nove parrocchie, insediatesi in edifici saraceni; nel 1276 erano state tutte ricostruite con nuovi impianti; solo quella di Santo Tomás continuava a mantenere le strutture saracene (Sanchis Guarner, 1976, p. 92). Attualmente le parrocchie che meglio conservano il loro profilo gotico sono quella di Santa Catalina (costruita tra il 1300 e il 1536) e quella del Salvador; San Nicolás mantiene ancora la struttura gotica della navata centrale, anche se rivestita con modanature e pitture barocche.
Tra i ricchi conventi istituiti a V. bisogna segnalare quelli meglio conservati del Carme, di San Agustín e di Santo Domingo.La presenza dei Carmelitani risale al 1281, quando essi ottennero dal re Pietro III (1276-1285) il permesso di edificare a V. un monastero, la cui chiesa fu consacrata dal vescovo di Lérida il 14 ottobre 1343 (Catàleg de monuments, 1983). Malgrado i numerosi cambiamenti di impianto, si possono ancora osservare gli archi diaframma della copertura.Del convento agostiniano si conserva solo la chiesa, costruzione tipica del Gotico meridionale. Si tratta di un edificio a navata unica, con cappelle laterali costruite tra i contrafforti della navata centrale. Nei lavori di restauro del 1940 si trasformò del tutto la facciata principale e venne rifatta parte del campanile.Del complesso domenicano sono superstiti soltanto la sala capitolare, il refettorio (la cui costruzione fu iniziata nel 1560 con uno schema gotico), il chiostro e la cappella dei Re; la chiesa, costruita a partire del 1382, è stata invece demolita all'inizio del 19° secolo. La sala del Capitolo, del principio del sec. 14° come pure il chiostro, è quadrata con copertura a crociera impostata su quattro colonne centrali e su semicolonne addossate. L'impianto ricorda le logge di Palma di Maiorca e della stessa V., anche se con dimensioni ridotte.La cattedrale di V. è un edificio a sei navate con un breve transetto, un grande tamburo che copre l'incrocio e un'abside poligonale con deambulatorio, costruito nello stile del Gotico meridionale. La costruzione iniziata il 22 giugno 1262, così come si leggeva in un'iscrizione andata perduta nel sec. 18°, al tempo del vescovo Andrés Albalat e sotto la guida dell'architetto Arnaldi Vitalis (Llobregat, 1986, p. 132), prese il via dal deambulatorio e, con l'avanzare del cantiere, fu via via demolita l'antica moschea. Durante il primo terzo del sec. 14° iniziarono i lavori al portale nord del transetto, la Puerta de los Apóstoles, e a partire dall'ultimo terzo del sec. 14° si cominciò la costruzione del tamburo. Tra il 1356 e il 1369, per incarico del vescovo Vidal de Blanes, si edificò l'aula di teologia accanto alla cattedrale, opera del maestro Andrea Juliano; nel 1496 fu unita alla cattedrale, diventando inizialmente aula capitolare e, attualmente, cappella del Santo Caliz. Questa cappella ha pianta quadrata ed è coperta da una volta stellata.I primi esempi di scultura monumentale a V. si trovano nella cattedrale, sui portali de l'Almoyna e de los Apóstoles. La Puerta de l'Almoyna fu costruita intorno al 1260 in uno stile marcatamente segnato dal cantiere di Lérida. I primi rilevanti esempi di scultura sono databili intorno al 1320, in occasione della costruzione del portale de los Apóstoles. Lo scultore del re Pietro IV il Cerimonioso, Aloi de Montbrai, si stabilì a V. intorno al 1370 (José i Pitarch, 1986, p. 184); l'arrivo della sua bottega segnò l'inizio di un periodo di grande attività artistica.In ambito pittorico si possono distinguere tre periodi, a cui corrispondono tre momenti molto diversi della produzione. La prima fase è connotata da un processo di importazione di opere dalla Catalogna, senza che nessuna bottega si stabilisca in città. Il soggiorno stabile di Lorenzo Zaragozza nel 1374 segnò l'inizio di una nuova fase (José i Pitarch, 1986, p. 190): l'arrivo della sua bottega significò infatti l'introduzione dell'arte di Ferrer Bassa, sintetizzata da Ramón Destorrents e, a partire da questo, sviluppata dallo stesso Zaragozza e dai fratelli Serra (José i Pitarch, 1986, p. 191). Per ca. un ventennio questa fu l'unica bottega rinomata della città, ma nell'ultimo decennio del Trecento arrivarono a V. diversi pittori, tra i quali emergono Marçal de Sas, lo Starnina e Pedro Nicolau, la cui opera si inserisce in un terzo periodo, segnato dallo stile internazionale e dalla permeabilità degli artigiani della città alle nuove correnti stilistiche.
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