Speciale forma di piscicoltura estensiva, praticata da secoli lungo il litorale adriatico in bacini di acqua salmastra chiusi mediante arginatura o altre opere. Per estensione si dice industria valliva quella che si svolge in luoghi litoranei in comunicazione con il mare. Fanno parte della v. l’allevamento delle anguille e dei muggini nelle valli salse da pesca, e tutte le operazioni connesse, quali la cattura e la spedizione del novellame, la pesca dei pesci adulti e il mantenimento in efficienza di tutte le opere di pesca della valle, dei canali, degli argini ecc. Il lato principale d’una valle da pesca è quello di sopravento (cioè rivolto al settore dei venti prevalenti): da questo risale in date stagioni il pesce (montata) e verso questo in altre stagioni il pesce discende (smontata); esso esige pertanto servizi particolari, specie nei punti di maggior fondale e in corrispondenza dei suoi canali di comunicazione con la laguna (ghebi).
La fauna è nel complesso non troppo povera di specie: sul fondo si trovano Anellidi, Crostacei (Carcinus moenas), Molluschi (Cardium, Cyclonassa). Le specie di pesci che abitualmente possono vivere nelle valli (anguille, cefali, orate) non vi si riproducono ma tornano al mare per deporre le uova; il novellame (avannotti), per contro, entra nelle valli, dove possono essere seminati anche avannotti di altre specie catadrome della famiglia Mugilidi: Mugil cephalus (cefalo comune), Liza aurata (orifrangio), Liza saliens (cefalo musino), Liza ramado (calamita) e Chelon chelo (bosega).