VARSAVIA (XXXIV, p. 1015; App. II, 11, p. 1090)
La popolazione di Varsavia era nel 1959 di 1.107.000 ab. Rispetto al censimento del 1946 (che dette un risultato di 476.538 ab.), si è verificato un incremento demografico del 56%. La principale attività di V. negli ultimi anni è stata volta non tanto alla costruzione di nuovi quartieri, quanto alla ricostruzione di ciò che era stato distrutto dalla guerra e al miglioramento di quanto si era salvato. Tuttavia l'aspetto nuovo è dato da una maggiore industrializzazione. La guerra aveva distrutto il 90% degli impianti industriali; oggi officine e cantieri di ricostruzione dànno lavoro a 210.000 operai. A V. sono presenti soprattutto le industrie siderurgiche, meccaniche (materiale ferroviario) e l'industria automobilistica; la fabbrica "Ursus" ha prodotto, nel 1956, 8510 trattori. Inoltre i 2/3 dell'industria farmaceutica polacca sono raccolti a V., dove è pure un grande impianto per l'ottica e la meccanica di precisione, e, nelle vicinanze, uno di materiale elettrotecnico.
Bibl.: A. Heimendhal, La ricostruzione di Varsavia, in Le Vie del Mondo, 1956, pp. 1169-1184; M. Kielczewska Zaleska, Problemi di geografia urbana nella Polonia contemporanea, in Bollettino Società Geografica Italiana, 1957, pp. 529-544.
Il patto di Varsavia.
ccordo politico e militare firmato a V. il 14 maggio 1955 al termine di una conferenza che ha riunito i ministri degli Esteri e della Difesa degli otto paesi comunisti europei: URSS, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Polonia, Bulgaria, Albania, Repubblica Democratica Tedesca; alla conferenza prese parte come osservatore il ministro della Difesa della Cina popolare Peng Teh-huai.
Gli sviluppi in senso sempre più saldamente organizzato dell'Alleanza atlantica, dove il 22 ottobre 1954 era stata ammessa la Germania di Bonn e, soprattutto, l'entrata in vigore il 5 maggio 1955 del trattato dell'Unione Europea Occidentale (UEO), dopo le conferenze di Londra (settembre 1954) e di Parigi (ottobre 1954), che avevano avviato un efficace "rilancio" della collaborazione politica e militare fra i paesi dell'Europa occidentale, tutto questo processo aveva sollevato nell'URSS e presso le "democrazie popolari" notevoli risentimenti polemici. Il rafforzamento della cooperazione politico-militare dell'Occidente fu considerato diretto contro i paesi dell'Europa orientale. Di qui l'avviarsi di consultazioni tendenti a rivedere, su un piano generale e coordinato, i vari patti bilaterali di amicizia e mutua assistenza conclusi fra il 1945 e il 1949 e che legano le "democrazie popolari" fra loro e con l'URSS.
Così, a sei giorni di distanza dall'entrata in vigore del patto dell'UEO, l'11 maggio si aprì la Conferenza di V., al termine della quale, il 14 maggio, fu sottoscritto un trattato ventennale di amicizia, cooperazione e mutua assistenza in caso di attacco armato a uno dei firmatarî. Per l'art. 5, si è costituito un comando unificato delle forze armate dei paesi contraenti, ad eccezione della Repubblica Democratica Tedesca; a capo di esso fu chiamato il maresciallo sovietico I. S. Kon′ev.
Vedi tav. f. t.