Poeta serbo (Grebenac, Banato, 1922 - Belgrado 1991). Figura tra le più significative della letteratura serba contemporanea, ha saputo coniugare surrealismo e sperimentazione linguistica con immagini e simboli tratti dalla tradizione medievale e da quella folcloristica. Nelle sue liriche, molte delle quali costituiscono cicli che trascendono le singole raccolte, è passato dalla riflessione su temi storici ed esistenziali a motivi più quotidiani: Nepočin polje ("Campo senza riposo", 1956); Sporedno nebo ("Cielo secondario", 1968); Uspravna zemlja ("Terra in verticale", 1972); Vučja so ("Il sale del lupo", 1976); Kuća nasred druma ("La casa in mezzo alla strada", 1976); Rez ("Il taglio", 1981).