(serbo Beograd) Città capitale della Serbia (1.389.351 ab. nel 2017 considerando l’intera agglomerazione urbana), su una piattaforma alta circa 120 m alla confluenza della Sava nel Danubio, protetta alle spalle da una corona di alture.
La città è in una posizione privilegiata, allo sbocco in pianura dei solchi Morava-Vardar e Morava-Mariza e perciò in facile comunicazione con Salonicco e Costantinopoli. Ingrandita per l’espansione nei sobborghi, la ‘grande B.’ ha visto il suo sviluppo arrestarsi in seguito al bombardamento aereo da parte dei Tedeschi nell’aprile 1941. La ricostruzione e il successivo ampliamento urbano, basato su un nuovo piano regolatore, hanno conferito un aspetto moderno, con larghi viali alberati, piazze e parchi, a gran parte della città. A O della confluenza tra Sava e Danubio si sono sviluppati il quartiere residenziale di Nuova B. (Novi Beograd) e quello industriale di Zemun (a 5 km dal centro), con stabilimenti metalmeccanici, chimici, tessili e alimentari (zuccherifici), industria della gomma, di pneumatici, calzaturifici. B. è inoltre un importante mercato agricolo e scalo della navigazione fluviale. La città ha fortemente risentito della guerra del 1999, a causa sia dei bombardamenti NATO che hanno portato gravi distruzioni del tessuto urbano sia del caotico aumento di popolazione dovuto al massiccio arrivo di serbi kosovari fuggiti dalla loro regione.
Antica Singidunum e importante castrum romano, per la sua posizione geografica, B. ha avuto importanza strategica e funzione di primo piano in tutte le guerre combattute nella regione danubiano-balcanica. Occupata dai Turchi una prima volta nel 1521, fu a più riprese riconquistata dagli Asburgo d’Austria, finché nel 1739, alla fine della guerra austro-russo-turca, con la pace di B. l’Austria perdette B. e tutti i suoi possessi a S della Sava e del Danubio. In mano ai Serbi, insorti dal 1806 al 1813, la cittadella e la parte turca furono soggette al diretto governo turco, mentre la parte serba acquistò, soprattutto dal 1842, la funzione di capitale della Serbia. La coesistenza di Serbi e Turchi diede vita a frequenti incidenti che culminarono, nel 1862, con il bombardamento della zona serba a opera del comandante turco. B. fu sgombrata dalla popolazione turca per la pressione delle potenze e nel 1867 i Turchi lasciarono anche la cittadella. Occupata dagli Austriaci durante la Prima guerra mondiale, B. tornò ai Serbi soltanto alla fine del conflitto, divenendo capitale della Iugoslavia. Nel 1941, dopo violenti bombardamenti aerei, fu invasa dai Tedeschi, e nel 1944 dalle formazioni partigiane di Tito con il concorso delle forze sovietiche.
Delle fasi precedenti al 19° sec. rimangono poche testimonianze (resti dell’abitato romano; la fortezza Kalemegdan, con segni dell’influenza serba, bizantina e turca; la moschea Barjak, 17° sec.). Nel 19° sec. B. subì una trasformazione urbanistica e architettonica (cattedrale, vecchio palazzo reale, teatro nazionale). Notevole lo sviluppo urbano tra le due guerre (parlamento, nuovo palazzo reale di Dedinje), che vede l’unificazione tra Zemun e la B. vecchia con il ponte (1934) sulla Sava. Al perdurare di architetture tradizionali si aggiungono orientamenti razionalisti (palazzo Albania, 1940). Imponente la ricostruzione della città nuova dalla metà del 20° sec. (Beograđanka, 1974; torre Genex, 1980; sobborgo di Blokovi, 1990) e negli anni successivi al bombardamento NATO (1999).
Fra le istituzioni culturali: i musei Nazionale (1844), Etnografico e della Città.