BIANCHI, Vendramino
Nato a Venezia da Agostino e da Maria Poleni, il 26 luglio 1667, da famiglia del ceto cittadinesco, poco sappiamo della sua educazione e della sua prima gioventù. Un sicuro talento e buona istruzione gli permisero di entrare già nel 1682 nella cancelleria ducale del governo della Repubblica e di diventare ben presto segretario del Senato; meriti particolari gli procurarono infine l'iscrizione alla nobiltà di Padova.
Il B. iniziò nel 1699 la sua esperienza diplomatica, recandosi come residente della Serenissima a Milano, e mantenne quest'incarico fino al maggio del 1702. Tornato a Venezia per qualche tempo a riprendervi le sue mansioni di funzionario ripartì nel marzo del 1705 per una lunga e difficile missione in terra svizzera e nei Grigioni allo scopo di concludervi un'alleanza: dopo un primo passaggio per Coira, rimase a Zurigo fino alla fine di gennaio dell'anno seguente; tornato a Coira nel febbraio del 1706, vi rimase fino alla fine della sua missione, il 28 sett. 1707, data del suo ultimo dispaccio. Oltre alla sua corrispondenza diplomatica, rimangono documentati a stampa i risultati ottenuti dal B. nella sua missione, conclusasi con un trattato d'alleanza tra Venezia e i cantoni di Zurigo e Berna del 12 genn. 1706 e un altro con i Grigioni del 17 dicembre dello stesso anno.
Ma la testimonianza certo più importante e duratura dei lunghi mesi trascorsi dal B. in terra svizzera si ebbe un anno più tardi in un suo intelligente libro, quella Relazione del paese de' Svizzeri, e loro alleati, che il residente veneto diede alle stampe a Venezia presso il Poletti nel 1708, firmandosi con lo pseudonimo di Arminio Dannebuchi.
Nella sua premessa, rivolgendosi al lettore, il B. affermava d'aver scritto l'operetta per suo solo piacere, e d'averla poi data alle stampe per la "grande, e quasi totale penuria d'autori" sull'argomento. Ordinato e semplice nella sua scrittura, che rivela il mestiere dei diplomatico e dell'osservatore per professione, privo di entusiasmi e di originali curiosità, ma attento alle cose fondamentali e assai preciso nell'informazione, l'autore, dopo una descrizione geografica e un succinto quadro storico delle vicende di quelle terre, trattava per esteso della situazione politica dei vari cantoni. Una seconda edizione dell'opera uscì a Venezia nel 1719 riveduta e corretta dall'autore, una traduzione inglese,An account of Switzerland,and the Grisons: as also of the Valesians,Geneva... made English from the Italian original, a Londra presso Knapton nel 1710; una traduzione francese, testimoniata dal Giornale de' letterati di Venezia (XXXI [1718], p. 437), è rimasta per noi introvabile.
Subito dopo la missione in terra svizzera il B. fu inviato in Inghilterra come segretario presso quell'ambasciata che tenne per parecchio tempo da solo: il suo ultimo dispaccio è dei 7 genn. 1717. Tornato in patria, tentò per la prima volta nel 1717 di ottenere il coronamento della sua carriera con la nomina a quella dignità di cancelliere grande che era la più alta riservata ai membri del ceto cittadino. Il tentativo non gli riuscì, e un secondo fallimento in questo senso gli toccherà subire ancora nel 1724.
Assegnato come segretario al seguito del procuratore Carlo Ruzzini, inviato veneto al congresso di Passarowitz nel 1718, di nuovo il B. ebbe modo di seguire da vicino con il suo fine senso d'osservazione una delle più difficili e importanti trattative diplomatiche del tempo, e tornato in patria pubblicò a Padova nel 1719 una importante Istorica relazione della pace di Posaroviz.
Il B. la dedicava al doge Giovanni Cornaro, magnificandogli i progressi che quella pace gli pareva aver segnato politicamente; e in un avvertimento al lettore metteva in rilievo la rapidità con cui era stata composta, la qualità insomma di rapporto pubblico e quasi ufficiale che l'opuscolo intendeva avere. La narrazione era ampia e scrupolosa e, com'era nello stile di diplomatico dell'autore, minuziosa e tutta cose, impostata quasi esclusivamente sui documenti ufficiali che avevano avuto una parte determinante nelle negoziazioni.
Il B. continuò poi assiduamente nella sua attività di funzionario della burocrazia veneziana nei rimanenti anni della sua vita; da una lettera di Apostolo Zeno diretta al patrizio Andrea Cornaro, ch'è una vivace raccomandazione del suo nome per l'elezione a cancellier grande in caso di vacanza del posto, deduciamo che ancora nel 1726 egli tentò invano la scalata a quella posizione.
Il B. morì a Venezia il 12 genn. 1738.
Fonti e Bibl.: L'attività diplom. del B. è riccamente docum. dai dispacci conservati nell'Archivio di Stato di Venezia,Senato,Dispacci Milano, filze 146 e 147 (la filza 148, che conteneva altri suoi dispacci, è andata distrutta a Napoli nel 1943); Dispacci Svizzera, filze 63 bis e 64 bis, per le corrispondenze della sua missione diplom. a Zurigo e a Coira; Dispacci Inghilterra, filza 86. Copia dei dispacci dalla Svizzera è nella Biblioteca Marciana di Venezia,Mss. It., Cl. VII, cod. MDLXXXV.
Alcuni documenti sul B., di non grande rilievo, sono nella Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia, tra i codici Cicogna: cfr. in partic. quelli segnati 2723/VI, 2971 e 3290 Nella stessa biblioteca,Mss. P. D., Archivio Morosini-Grimani, busta 589, cc. 17-21, lettere del B. a Giovanni Grimani, commissario ai confini in Dalmazia, degli anni 1701 e 1702, di indole ufficiale; e, tra i Mss. P. D., 696. C. II, copia ulteriore dei dispacci dai Grigioni degli anni 1706 e 1707.
Esistevano un tempo nella collezione storica di Marco Foscarini, e sono oggi conservati nella Biblioteca Nazionale di Vienna, tre compilazioni cronologiche manoscritte del B.: Annali Veneti del sig. B., del 1711,Annali Veneti del Segretario V. B., dal 1º sett. 1718 sino a tutto agosto susseguente, e un duplicato di questo,Annali Veneti del segretario V. B., dal 1º sett. 1718 sino a tutto agosto 1719 (cfr. T. Gar,I codici storici della collezione Foscarini conservata nella Imperiale Biblioteca di Vienna, in Arch. stor. ital., V [1843], pp. 474 s.).
Sulla missione svizzera del B. si vedano, a stampa, la Propositione detta dal residente di Venetia nel congresso dell'eccelse Tre Leghe radunato in Coira li 22 febraro anno 1706 (s.l. 1706) e la Propositione fatta dal sig. residente di Venetia nella dieta dell'eccelse Tre Leghe radunata in Coira li 26 aprile anno 1706 (s.l. 1706), entrambe con testo tedesco a fronte, una Proposition von dem venetianischen Herren Residenten der under 30. May./10. Junny. 1706. in Chur versambten Herren Häuptern,Loblichen dreyen Pündten gethan (s.l. 1706) e un'altra Proposition von dem Herren venetianischen Residenten gethan an den Congress der Loblichen... dreyen Pündten so den 20, Juli. anno 1706. in Chur versamblet ware (s.l. 1706).
Notevole l'amicizia e l'attenzione sempre dimostrata da Apostolo Zeno nei suoi riguardi: se ne vedano le testimonianze nel Giornale de' letterati d'Italia, VI(1711), pp. 281-308 (un lungo estratto della Relazione svizzera), e XXXI (1718), pp. 436-437 (una breve notizia della relaz. su Passarowitz), e in A. Zeno,Lettere, II, Venezia 1785 pp. 12, 17-8, e IV, ibid. 1785, pp. 93-94. Abbastanza diffuso apprezzamento ebbe l'opera del B. tra i contemporanei: una elogiativa seppur breve necrol. uscì nelle Novelle della repubblica letter. di Venezia, X (1738), p. 56; lodò la sua opera di informatore F. S. Quadrio nella sua Dissertaz. crit. stor. intorno alla Rezia di qua dalle Alpi,oggi detta Valtellina, I, Milano 1755 (n. rist., Milano 1960), p. XXX; e ne fece un buon cenno G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, pp. 1163-64.
Cfr. ancora su di lui: G. Moschini,Della letter. veneziana..., II, Venezia 1806, p. 242; E. A. Cicogna,Delle Inscrizioni Veneziane, V, Venezia 1842, pp. 201, 213-15, 660; VI, ibid. 1853, p. 927; E. A. Cicogna,Saggio di bibl. veneziana, Venezia 1847, pp. 144, 167, 386; Nouvelle biographie générale…, V, Paris 1854, col. 919; G. Soranzo,Bibl. veneziana, Venezia 1885, pp. 130, 329; P. Donazzolo,Iviaggiatori veneti minori. Studio biobibl., Roma 1927, pp. 269 s.; L. Bittner-L. Gross,Repertorium der diplomatischen Vertreten aller Länder seit dem Welstfälischen Frieden (1648), I, Berlin 1936, pp. 549, 551-52; F. Antonibon,Le relazioni a stampa di ambasciatori veneti, Padova 1939, p. 130.