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inaccusativi, verbi

di Elisabetta Jezek - Enciclopedia dell'Italiano (2010)
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inaccusativi, verbi

Elisabetta Jezek

Definizione

In italiano e in molte altre lingue la classe dei verbi intransitivi (➔ transitivi e intransitivi, verbi) non è omogenea, ma si divide in due gruppi principali, che si distinguono secondo il comportamento sintattico del soggetto: il gruppo dei verbi cosiddetti inergativi e quello dei cosiddetti inaccusativi. Nei verbi inergativi (come lavorare, camminare, ridere, dormire) il ➔ soggetto ha le proprietà sintattiche tipiche del soggetto dei verbi transitivi; nei verbi inaccusativi (arrivare, cadere, scoppiare, sparire), il soggetto è invece caratterizzato da proprietà sintattiche tipiche dell’➔oggetto dei verbi transitivi.

Un modo immediato per capire a quale classe appartiene un verbo intransitivo in italiano consiste nel verificare qual è il suo ausiliare nei tempi composti: gli inergativi hanno avere (Luca ha camminato, lavorato, riso, dormito, ecc.), gli inaccusativi essere (Luca è arrivato, caduto, sparito, ecc.). Va detto inoltre che, tra le lingue romanze, è l’italiano che sembra avere il maggior numero di verbi inaccusativi (➔ lingue romanze e italiano; il termine inaccusativo, attribuito a Geoffrey Pullum, fu introdotto nella terminologia linguistica da Perlmutter 1978).

Semplificando, si può dire che, secondo la formulazione originaria dell’ipotesi inaccusativa, il soggetto dei verbi inaccusativi è un soggetto a livello superficiale, ma a livello sottostante è un oggetto. Altre teorie rappresentano la distinzione tra verbi inergativi e verbi inaccusativi in modo diverso (per una rassegna di proposte teoriche, cfr. Zaenen 2006).

Proprietà

Per l’italiano, i principali test utilizzati per identificare i verbi inaccusativi e distinguerli dagli inergativi sono i seguenti (Salvi 1988; Salvi & Vanelli 2004; Bentley 2006):

2.1 Ne partitivo

Il soggetto dei verbi inaccusativi può essere pronominalizzato con il clitico partitivo ne (1 a.), quello dei verbi inergativi no (1 b.) Ora, siccome la pronominalizzazione con ne è tipica dell’oggetto dei verbi transitivi (1 c.), si ha un evidente parallelismo tra l’oggetto dei verbi transitivi e il soggetto dei verbi inaccusativi:

(1) a. arrivano molte lettere → di lettere, ne arrivano molte

b. molti bambini dormono → * di bambini, ne dormono molti

c. abbiamo visto molti film → di film, ne abbiamo visti molti.

Scelta dell’ausiliare

Come si è detto, i verbi inaccusativi selezionano solitamente l’ausiliare essere nei tempi composti (2 a.), quelli inergativi l’ausiliare avere (2 b.).

La scelta di essere accomuna i verbi inaccusativi ai verbi riflessivi (si sono lavati; ➔ riflessivi, verbi) e pronominali (si sono pentiti; ➔ pronominali, verbi) e alla costruzione passiva e impersonale con si (cfr. § 7; ➔ impersonali, verbi). In generale, la selezione dell’ausiliare è considerata un test molto affidabile per l’italiano, sebbene alcuni verbi ammettano entrambi gli ausiliari (cfr. § 4).

(2) a. Luca è arrivato in orario

b. Luca ha lavorato molto.

Participio assoluto

Il participio passato dei verbi inaccusativi può apparire in una costruzione assoluta (➔ assolute, strutture) con il soggetto posposto (3 a.), quello degli inergativi no (3 b.). Anche questo test rivela una corrispondenza tra il soggetto dei verbi inaccusativi e quello degli oggetti dei verbi transitivi, per i quali questo uso è regolare, come si osserva nell’ultimo es. (3 c.):

(3) a. arrivato Luca, …

b. * dormito il bambino, …

c. preparata la cena, …

Participio in funzione aggettivale

Il participio passato dei verbi inaccusativi può agire come modificatore aggettivale del soggetto del verbo (4 a.), quello dei verbi inergativi no (4 b.). L’uso del participio passato con valore attributivo è tipico anche dei participi dei verbi transitivi, nel qual caso il referente modificato è quello dell’oggetto (4 c.):

(4) a. il treno arrivato (poco fa)

b. * il bambino dormito (qui)

c. il quadro rubato (recentemente).

Altre proprietà

Un’ulteriore proprietà (molto discussa dagli specialisti) è data dal fatto che i verbi inaccusativi hanno il soggetto dopo il verbo in costruzioni non marcate, come si osserva in (5) a.-c. (➔ focalizzazioni), proprietà generalmente non condivisa dal soggetto dei verbi inergativi (5 d.):

(5) a. sono arrivati i libri

b. sono partiti tutti

c. è morto il bisnonno

d. * hanno dormito i bambini

Con alcuni verbi inaccusativi la costruzione con soggetto in posizione preverbale risulta addirittura innaturale (6 a.):

(6) a. ? la luce è mancata

b. è mancata la luce

Questa proprietà costituisce secondo alcuni un’ulteriore prova a sostegno della natura di oggetto sottostante del soggetto dei verbi inaccusativi.

Aspetti semantici

I verbi inaccusativi hanno specifiche proprietà semantiche e aspettuali (tra gli altri, van Valin 1990; Levin & Rappaport Hovav 1995).

In particolare, mentre i verbi inergativi tendono a esprimere attività intenzionali (lavorare, camminare, passeggiare, nuotare, ballare, cantare, parlare, combattere, brindare, ecc.) o funzioni o reazioni corporee non propriamente controllate, colte nel loro procedere (dormire, russare, respirare, piangere, ridere, tremare, sospirare, ecc.), gli inaccusativi sono tipicamente verbi che esprimono un cambiamento di stato repentino, indipendente dalla volontà del referente del soggetto (cadere, guarire, esplodere, sparire, morire), un cambiamento di posizione a seguito di un moto direzionato (arrivare, entrare, fuggire, scendere), uno stato (restare, rimanere, sedere nel senso di «essere seduto»), un avvenimento (accadere, avvenire, occorrere, succedere), ecc.

Il cambiamento descritto dai verbi inaccusativi può essere puntuale (l’aereo è atterrato alle quattro) o non puntuale (l’acqua è evaporata in dieci minuti). Diversamente dai verbi inergativi, gli inaccusativi specificano sempre il punto in cui l’evento che descrivono si conclude (corrispondente, secondo van Valin 1990, a un predicato di stato: l’essere arrivato, fuggito, caduto, guarito, esploso, ecc.).

Classi di verbi inaccusativi in italiano

Il gruppo dei verbi inaccusativi si può articolare nelle seguenti classi (Folli 1999; Jezek 2003; Salvi & Vanelli 2004):

(a) verbi inaccusativi semplici: hanno solo la variante inaccusativa senza clitico si: arrivare, scendere, cadere, morire, scoppiare, sparire, ecc.;

(b) verbi inaccusativi pronominali: hanno solo la variante inaccusativa con clitico si obbligatorio: arrabbiarsi, disperarsi, pentirsi, vergognarsi, ecc.;

(c) verbi inaccusativi semplici e pronominali: hanno sia la variante inaccusativa semplice sia quella pronominale: sedere / sedersi, dispiacere / dispiacersi, ecc.;

(d) verbi inaccusativi e inergativi: hanno una o più varianti inaccusative (semplici e/o pronominali) e una inergativa: rimbalzare, rimbombare, squillare, piovere, nevicare, ecc.;

(e) verbi transitivi e inaccusativi: hanno una variante transitiva e una o più varianti inaccusative (semplici e/o pronominali): affondare, aumentare, guarire, migliorare, asciugare / asciugarsi, rompere / rompersi, riempire / riempirsi, ecc.;

(f) verbi transitivi, inaccusativi e inergativi: hanno una variante transitiva, una o più varianti inaccusative (semplici e/o pronominali) e una inergativa: continuare, bruciare / bruciarsi, eccetera.

Tipi di inaccusatività

La flessibilità sintattica di un verbo è spesso indotta da elementi contestuali. Per es., correre è inergativo se la frase in cui compare specifica soltanto la durata dell’evento (Luca ha corso nel parco per un’ora), è invece inaccusativo se è seguito da un avverbiale che specifica il luogo in cui il movimento descritto dal verbo ha termine (Luca è corso a casa).

Il carattere inaccusativo può dunque emergere a livello di frase, oltreché essere specificata a livello lessicale (Pustejovsky & Busa 1995). Secondo Sorace (2000), i verbi che mostrano variabilità nella selezione dell’ausiliare, sia nell’ambito della stessa lingua (come it. la palla ha rimbalzato ~ la palla è rimbalzata) che da una lingua all’altra (it. Maria è arrossita ~ fr. Marie a rougi) hanno un grado ridotto di inaccusatività rispetto a quelli che hanno lo stesso ausiliare in tutti i contesti.

Confronto con altre lingue romanze

I fenomeni sintattici che consentono di identificare i verbi inaccusativi si presentano in modo diverso tra le lingue. Quanto alle lingue romanze, il test dell’ausiliare (valido anche per molte lingue germaniche: il tedesco, il neerlandese, il danese, l’islandese) è considerato in genere produttivo, a esclusione dello spagnolo e del portoghese, in cui non è applicabile dato che l’ausiliare è sempre haber «avere» e rispettivamente ter «tenere». Quanto al francese, la scelta di être «essere» come ausiliare perfettivo rispetto all’italiano è molto ristretta (Legendre 1989).

Costruzioni inaccusative: il passivo

Esiste un chiaro parallelismo tra i verbi inaccusativi e la costruzione passiva (➔ passiva, costruzione), dato che anche in quest’ultima il soggetto può presentarsi in posizione post-verbale:

(7) a. il nemico ha affondato la nave

b. è affondata la nave [inaccusativo]

c. è stata affondata la nave [passivo]

d. è stato pubblicato un nuovo romanzo [passivo]

Secondo Salvi (1988: 86) il parallelismo sarebbe confermato in italiano dal fatto che la costruzione passiva presenta tutte le proprietà delle frasi in cui compaiono i verbi inaccusativi: il soggetto si pronominalizza con ne (ne sono stati arrestati due, di ladri), l’ausiliare nei tempi composti è essere, il participio concorda in numero e genere con il soggetto, ecc.

Esistono tuttavia differenze fondamentali di significato tra la costruzione passiva e quella inaccusativa. Secondo Mendikoetxea (1999), la costruzione passiva implica sempre l’esistenza di un agente o di una causa che possono rimanere impliciti o essere espressi tramite un sintagma preposizionale, la costruzione inaccusativa no: si confronti la nave è stata affondata dal nemico con * la nave è affondata dal nemico. La questione, tuttavia, è controversa. Alcuni verbi inaccusativi sembrano infatti consentire l’espressione della causa tramite un sintagma preposizionale introdotto da per (la nave è affondata per l’esplosione, per l’eccessivo peso, ecc.; Pustejovsky & Busa 1995).

Studi

Bentley, Delia (2006), Split intransitivity in Italian, Berlin - New York, Mouton de Gruyter.

Folli, Raffaella (1999), Causative/inchoative alternation in Italian, «Oxford University working papers in linguistics, philology & phonetics» 4, pp. 33-49.

Jezek, Elisabetta (2003), Classi di verbi tra semantica e sintassi, Pisa, ETS.

Legendre, Geraldine (1989), Unaccusativity in French, «Lingua» 79, pp. 95-164.

Levin, Beth & Rappaport Hovav, Malka (1995), Unaccusativity. At the syntax-lexical semantics interface, Cambridge (Mass.), The MIT Press.

Mendikoetxea, Amaya (1999), Construcciones inacusativas y pasivas, in Gramática descriptiva de la lengua española, dirigida por I. Bosque & V. Demonte, Madrid, Espasa Calpe, 3 voll., vol. 2º (Las construcciones sintácticas fundamentales, Relaciones temporales, aspectuales y modales), pp. 1575-1629.

Perlmutter, David (1978), Impersonal passives and the unaccusative hypothesis, in Proceedings of the fourth annual meeting of the Berkeley linguistic Society, Berkeley, University of California, pp. 157-189.

Pustejovsky, James & Busa, Federica (1995), Unaccusativity and event composition, in Bertinetto, Pier Marco et al., Temporal reference, aspect and actionality, Torino, Rosenberg & Sellier, 2 voll., vol. 1º (Semantic and syntactic perspectives), pp. 159-177.

Salvi, Giampaolo (1988), La frase semplice, in Grande grammatica italiana di consultazione, a cura di L. Renzi, G. Salvi & A. Cardinaletti, Bologna, il Mulino, 1988-1995, 3 voll., vol. 1° (La frase. I sintagmi nominale e preposizionale), pp. 29-114.

Salvi, Giampaolo & Vanelli, Laura (2004), Nuova grammatica italiana, Bologna, il Mulino.

Sorace, Antonella (2000), Gradients in auxiliary selection with intransitive verbs, «Language» 76, pp. 859-890.

van Valin, Robert D. jr (1990), Semantic parameters of split intransitivity, «Language» 66, pp. 221-260.

Zaenen, Annie (20062), Unaccusativity, in Encyclopedia of language and linguistics, editor-in-chief K. Brown, Boston - Oxford, Elsevier, 14 voll., vol. 13º, pp. 218-224.

Vedi anche
frase completiva In linguistica, frase inserita in un’altra con la funzione di sintagma nominale soggetto o complemento. Per es., in «è meglio partire subito» e «desidero partire subito», la c. «partire subito» funge nel primo caso da sintagma nominale soggetto, mentre nel secondo da sintagma nominale complemento. participio Forma nominale del verbo, così chiamata dai grammatici greci perché partecipe, da un lato, della categoria dei nomi, di cui segue la flessione distinguendo numero, genere e caso, e dall’altro della categoria dei verbi, in quanto può distinguere la forma, il tempo e l’aspetto e può inoltre averne la reggenza, ... aggettivo Parte del discorso, che esprime gli attributi di qualità, quantità ecc. della persona o della cosa indicata dal sostantivo a cui è riferito. L’a. è passibile di determinazione morfologica o sintattica comparativa. Nelle lingue indoeuropee, di norma, si accorda con il sostantivo a cui si riferisce in ... pronome Parte variabile del discorso che la tradizione grammaticale classica interpretava e definiva come la categoria che ha la funzione di sostituire il nome, ma che in effetti assolve la più vasta funzione d’indicare, senza nominarli, esseri e cose, precisandone la quantità e la qualità, e a volte i rapporti ...
Indice
  • 1 Definizione
  • 2 Proprietà
    • 2.1 Scelta dell’ausiliare
    • 2.2 Participio assoluto
    • 2.3 Participio in funzione aggettivale
    • 2.4 Altre proprietà
  • 3 Aspetti semantici
  • 4 Classi di verbi inaccusativi in italiano
  • 5 Tipi di inaccusatività
  • 6 Confronto con altre lingue romanze
  • 7 Costruzioni inaccusative: il passivo
  • 8 Studi
Categorie
  • GRAMMATICA in Lingua
Tag
  • COSTRUZIONE PASSIVA
  • PARTICIPIO PASSATO
  • LINGUE ROMANZE
  • PERLMUTTER
  • CALIFORNIA
Vocabolario
inaccuṡàbile
inaccusabile inaccuṡàbile agg. [comp. di in-2 e accusabile], non com. – Che non può essere con ragione accusato.
vèrbo
verbo vèrbo s. m. [dal lat. verbum «parola», e nei grammatici «verbo»]. – 1. a. Parola. Con questo sign., è com. ormai soltanto in alcune espressioni (per es., ripetere a verbo a verbo, parola per parola), e soprattutto in alcune frasi...
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