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riflessivi, verbi

di Michela Cennamo - Enciclopedia dell'Italiano (2011)
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riflessivi, verbi

Michela Cennamo

Definizione

I verbi riflessivi sono verbi pronominali (➔ pronominali, verbi) a cui è saldato un pronome riflessivo enclitico (➔ riflessivi, pronomi), il quale ha molteplici funzioni: da quella riflessiva in senso proprio (in cui indica coreferenza tra gli argomenti della frase, soggetto e oggetto) a una vasta gamma di altri usi, con varie sfumature di significato (§ 2).

Alla terza persona il riflessivo occorre in verbi pronominali, con valore anticausativo (➔ transitivi e intransitivi, verbi), impersonale (➔ impersonali, verbi) e impersonale/passivo (§ 3; ➔ passiva, costruzione).

Tipi

Per classificare i verbi riflessivi si ricorre a una varietà di criteri:

(a) la valenza del verbo (cioè il numero dei suoi ➔ argomenti);

(b) il carattere (argomentale o non argomentale) del pronome riflessivo;

(c) l’animatezza e il grado di coinvolgimento del soggetto nell’azione.

Si distinguono quindi: riflessivo diretto, indiretto, reciproco, mediale, inerente, anticausativo (per dettagli, vedi tra gli altri Serianni 1989: XI,18-28; Cennamo 1995; Jezek 2003: 121-142; Salvi & Vanelli 2004: 49-51, 73-74, 206; La Fauci 2009: 100-124), che verranno esaminati in successione.

Riflessivo diretto

Nel riflessivo diretto il verbo è transitivo e il pronome riflessivo è oggetto e coreferente con il soggetto (1 a.). Può essere sostituito, infatti, con la forma tonica sé stesso a parità di significato; al suo posto può stare anche un pronome complemento, con altro significato (1 b.):

(1)

a. Mario si nascose nell’armadio → Mario nascose sé stesso nell’armadio

b. Mario lo nascose nell’armadio [lo = il portafoglio / Giovanni].

Riflessivo indiretto

Nel riflessivo indiretto (propriamente un dativo), il verbo è (di)transitivo: il secondo argomento non è coreferente col soggetto, il pronome riflessivo è coreferente con il soggetto e denota il destinatario (o beneficiario) dell’azione o un oggetto posseduto.

Nelle forme canoniche è oggetto indiretto (tipicamente, complemento di vantaggio: comprarsi, prepararsi) (2-3) o indica possesso inalienabile (4) (Jezek 2003: 123):

(2) Mario si [= per Mario] è comprato una bicicletta nuova

(3) Mario si [= per Mario] è preparato la colazione

(4) mi sono rotto un braccio

In alcune realizzazioni non canoniche, ma di altissima frequenza in italiano (➔ lingue romanze e italiano) il pronome riflessivo non è argomento del verbo ma segnala il coinvolgimento del soggetto nell’azione (questa struttura, denominata anche ➔ dativo etico, è frequente nel linguaggio informale: Salvi 1988: 64-65; Serianni 1989: VII, 40; XI, 21-22; Jezek 2003: 132-133):

(5) mi sono letto il giornale mentre aspettavo

(6) mi sono fatta una gran mangiata di funghi.

Riflessivo reciproco

Nel riflessivo reciproco (diretto o indiretto; ➔ pronominali, verbi; ➔ reciproci, verbi) il verbo è (di)transitivo. I suoi argomenti agiscono l’uno sull’altro e sono contemporaneamente agente e paziente (benefattivo nei riflessivi reciproci indiretti) l’uno rispetto all’altro: per es., detestarsi, influenzarsi.

In questi casi l’idea della reciprocità è resa esplicita da avverbi quali a vicenda, reciprocamente, l’un l’altro, nei casi in cui il costrutto può avere sia interpretazione riflessiva sia reciproca (Cordin 1988: 603):

(7) quei due si detestano (a vicenda / l’un l’altro)

(8) Mario e Giovanna si sono regalati reciprocamente un viaggio in Marocco.

Riflessivo mediale

Nel riflessivo mediale il verbo è transitivo. L’argomento oggetto, coreferente col soggetto, rappresenta un partecipante animato. Il pronome riflessivo non è argomento del verbo, ma è marca di intransitivo (Cordin 1988: 601; Salvi 1988: 101; Salvi & Vanelli 2004: 73-74):

(9) i ragazzi si sono stancati molto [*sono stancati molto] (ma i ragazzi hanno stancato tutti)

(10) Mario si è mosso [*è mosso] e ha urtato lo spigolo (ma Mario ha mosso la tenda)

Il soggetto è non agentivo, essendo privo di controllo sull’azione espressa dal verbo (cfr. Cennamo 1993; Jezek 2003: 131). La nozione di controllo distingue quindi l’interpretazione riflessiva da quella mediale di un verbo riflessivo, come in (11) e (12) (Jezek 2003: 134):

(11) azione involontaria: Mario si è bagnato mentre svitava il rubinetto

(12) azione volontaria: Mario si è bagnato per rinfrescarsi.

Riflessivo inerente

Nel riflessivo inerente il verbo è o mono- o biargomentale e occorre obbligatoriamente in forma riflessiva. Si tratta degli usi lessicalizzati (➔ lessicalizzazione) del riflessivo con verbi stativi o di attività, che hanno soggetto animato, spesso non agentivo, e che talvolta hanno anche ➔ reggenza: arrabbiarsi, accorgersi (di), congratularsi (per), pentirsi (di), ribellarsi, vergognarsi (di) (13-14).

Questi verbi sono detti anche intransitivi pronominali o riflessivi intransitivi (Cordin 1988: 601; Serianni 1989: XI, 23; Jezek 2003: 123; ➔ pronominali, verbi; ➔ psicologici, verbi):

(13) Giovanni si è congratulato con il vincitore

(14) alcuni si pentirono di non essere andati alla festa.

Altri casi

Alcuni verbi, transitivi e intransitivi, ammettono un uso riflessivo che non sembra riconducibile a nessuna delle categorie illustrate. Ad es., gli intransitivi sedere, dispiacere, dolere e i transitivi sbagliare, dimenticare, ricordare, ammettono entrambi i costrutti, con diversa interpretazione e diversa realizzazione di agente e oggetto per dispiacere e dolere (17-18):

(15) Mario siede [o è seduto o sedeva] lì, in seconda fila

(16) Mario si siede [o è seduto o sedeva] lì, in seconda fila

Con sedere, ad es., la forma non-riflessiva indica stato (15), mentre la forma riflessiva denota un cambiamento di stato (16; Salvi & Vanelli 2004: 50). Coi verbi dispiacere e dolere, invece, nella forma non-riflessiva l’agente è oggetto indiretto (17), mentre nella corrispondente forma riflessiva è soggetto (18; Salvi & Vanelli 2004: 50):

(17) questo è dispiaciuto molto ai ragazzi → i ragazzi si sono dispiaciuti molto di questo

(18) questa decisione duole a tutti → tutti si dolgono di questa decisione

Con i verbi sbagliare, dimenticare, ricordare, la forma riflessiva sembra sottolineare l’assenza di controllo del soggetto sul processo verbale, come in (19) e (20):

(19) Mario ha sbagliato di proposito → Mario si è sbagliato (*di proposito)

(20) Mario ha dimenticato le chiavi deliberatamente → Mario si è dimenticato le chiavi (*deliberatamente)

I diversi tipi di costrutti riflessivi, quindi, si dispongono su una scala, nella quale le categorie alla periferia, nelle realizzazioni non canoniche, si sovrappongono. Non è sempre facile individuare, infatti, la specifica funzione del riflessivo, proprio per la complessa interazione tra fattori sintattici e semantici (Jezek 2003: 132-136), che a volte si devono anche a percorsi diacronici diversi (Cennamo 1984; 1993; 2000).

Anticausativi

Non fa parte della scala sopra accennata il riflessivo anticausativo (del tipo di rompersi, bruciare o bruciarsi), forma intransitiva di verbi transitivi in cui il riflessivo è obbligatorio o facoltativo, a seconda delle proprietà aspettuali del verbo, come in (21) e (22) (➔ transitivi e intransitivi, verbi):

(21) il vaso si ruppe → *il vaso ruppe

(22) la carne bruciò in pochi minuti → la carne si bruciò in pochi minuti.

Riflessivi impersonali e impersonali/passivi

Un caso a parte è rappresentato dai riflessivi impersonali (per es., si va a casa, si gioca) (➔ impersonali, verbi) e dagli impersonali/passivi, coi quali un’interpretazione impersonale si alterna con una passiva (➔ passiva, costruzione) secondo il contesto, come in (23):

(23) i libri di avventura si leggono con piacere → si leggono con piacere i libri di avventura

È il contesto, infatti, a decidere se (23) ha un’interpretazione passiva (con focus sull’oggetto «i libri di avventura sono letti») o impersonale (con focus su un partecipante indefinito: «uno, qualcuno legge; essi leggono i libri di avventura» (Cennamo 1993, 1995; Bentley 2006; D’Alessandro 2007).

Se il soggetto grammaticale è pronominalizzato, il costrutto è impersonale: il verbo finito, infatti, è in forma non accordata, la terza persona singolare (legge in 24, è in 25); nei tempi composti, il participio passato si accorda con l’originario oggetto pronominalizzato (25):

(24) li si legge con piacere [li = i libri di avventura]

(25) li si legge con piacere [li = i libri di avventura] → li si è letti con piacere

Nei ➔ tempi composti l’➔accordo del participio passato differenzia il si passivo dal si impersonale, come in (26):

(26) si è (o si è stati) pagati poco (dal gestore) in quel ristorante

Nel costrutto passivo il participio passato è al plurale maschile, accordato con un partecipante non specificato – riflesso della regola generale per la quale nell’impersonale la parte nominale del predicato è al plurale (Salvi 1988; Cennamo 1993: 36; ➔ predicato, tipi di) – e l’agente è espresso opzionalmente mediante un sintagma preposizionale introdotto dalla preposizione da (ad es., dal gestore in 26).

Nel costrutto impersonale, invece, il participio passato è nella forma non accordata, il maschile singolare, come in (27):

(27) si è pagato poco in quel ristorante

Questo schema di accordo accomuna i verbi biargomentali con oggetto non espresso (pagare, bere, leggere: 28), i verbi biargomentali con oggetto non canonico (discutere di, pensare a: 29) e i verbi inergativi (camminare, passeggiare: 30) (➔ ergativi, verbi):

(28) si è bevuto molto

(29)

a. si è discusso di politica

b. si è pensato a tutto

(30) si è camminato a lungo

I verbi inaccusativi (nascere, partire, ecc.; ➔ inaccusativi, verbi) (31) e le frasi copulative equative (➔ copula), invece, nel costrutto impersonale con il si presentano accordo scisso: la terza persona singolare per il verbo di modo finito e il plurale maschile (di rado femminile) (32) per la parte nominale del predicato (aggettivo: 32; nome: 33; participio passato: 34) (Lepschy & Lepschy 1977: 215):

(31) si è partiti all’alba

(32) si è contenti/e

(33) si è bambini

(34) si è pagati, si è menzionati.

Impersonali degli usi lessicalizzati del riflessivo

Una proprietà dei costrutti riflessivi in cui si è lessicalizzato (riflessivi diretti e indiretti, medi, inerenti) è la presenza del clitico di prima persona plurale ci (➔ clitici) in funzione impersonale in sostituzione di si. In ➔ italiano standard infatti la sequenza si si è impossibile, e al suo posto si ha invece il nesso ci si:

(35)

a. ci si nasconde la verità

b. ci si è nascosti/e la verità

(36)

a. ci si compra una macchina

b. ci si è comprati/e una macchina

(37)

a. ci si muove

b. ci si è mossi/e

Il clitico ci in funzione impersonale denota la prima persona plurale (in senso inclusivo: parlante + ascoltatore; ➔ personali, pronomi) (Cennamo 1993; 2000). Ciò è confermato dal fatto che in alcune varietà italiane ci è usato in funzione impersonale in luogo di si: ci parte «si parte» nell’isola del Giglio (Rohlfs 1968: 186; Cennamo 1997: 158; 1998: 82) e dal fatto che si appare in luogo del pronome di prima persona plurale noi in diverse varietà toscane (➔ toscani, dialetti), in cui si va vale «(noi) andiamo» (Cennamo 1997: 82; 1998: 158 e ulteriori riferimenti).

Ordine verbo-soggetto nei verbi e costrutti riflessivi

Con i riflessivi diretti o indiretti, reciproci, medi e inerenti, l’ordine non marcato è generalmente soggetto + si + verbo, in cui il soggetto veicola l’informazione data (➔ dato/nuovo, struttura) ed è definito (cfr. Cennamo 1995 per l’analisi di un corpus scritto) (38-39):

(38) i docenti si ribellano in blocco

(39) l’assassino si è dileguato

Un soggetto definito è invece dopo il verbo se veicola un’informazione nuova, come in (40), se è realizzato da un costituente ‘pesante’, cioè lungo e dalla struttura sintattica complessa (41), se in posizione iniziale compare un costituente avverbiale facente parte della valenza sintattica del verbo (42) o dopo una citazione (43) (Cennamo 1995: 89):

(40) non se ne meravigliano più [delle parolacce] nemmeno i preti

(41) non si ribellano solo quelli che si sono sempre opposti all’estremismo

(42) in una situazione analoga si trovano anche i nostri ragazzi

(43) «Non siamo mica dei vagoni ferroviari» si lamentano i professori

Nei riflessivi anticausativi, con verbi risultativi (per es., rompersi), sono possibili sia la sequenza soggetto + si + verbo, sia si + verbo + soggetto, riflesso del ruolo pragmatico del soggetto, che è prima del verbo se veicola un’informazione data, dopo il verbo se veicola un’informazione nuova. Con verbi stativi e di attività, invece, l’ordine si + verbo + soggetto non è grammaticale nell’interpretazione anticausativa (45 b.), possibile solo se il soggetto è separato dal verbo, fuori del nucleo della frase (45 c.) (Cennamo 1995: 95-96):

(44) il mio rapporto di fiducia si è rotto / si è rotto il mio rapporto di fiducia

(45)

a. la pittura si ispira agli affreschi rinascimentali

b. *si ispira la pittura agli affreschi rinascimentali

c. si ispira agli affreschi rinascimentali, la pittura

Con queste classi di verbi l’ordine si + verbo + soggetto codifica normalmente il costrutto impersonale/passivo (46), ma non quello anticausativo (47), in cui, invece, il soggetto è preverbale:

(46) per ora il malumore si esprime in lettere ai giornali

(47) *per ora si esprime il malumore in lettere ai giornali

Invece, è grammaticale nell’interpretazione impersonale/passiva. L’ordine si + verbo + soggetto, infatti, è quello non marcato per il costrutto riflessivo impersonale/passivo (48-49):

(48) si aspettano istruzioni / le istruzioni

(49) si nutrono i ragazzi con cibi in scatola.

Verbi riflessivi con pronomi e aggettivi riflessivi

L’ordine dei pronomi clitici generalmente distingue il si riflessivo da quello impersonale, come in (50) e (51):

(50) se li compra / se li è comprati

(51) li si compra / li si è comprati

Nei costrutti riflessivi il si precede il clitico; nel costrutto col si impersonale, invece, il si segue il clitico (Cennamo 1993; Salvi & Vanelli 2004: 75-76).

Nei costrutti con il si impersonale, inoltre, è possibile solo l’aggettivo possessivo proprio (➔ riflessivi, pronomi; Salvi & Vanelli 2004: 138-139):

(52) ci si pente / ci si è pentiti dei propri pregiudizi

(53) li si compra con i propri risparmi.

Studi

Bentley, Delia (2006), Split intransitivity in Italian, Berlin - New York, Mouton de Gruyter.

Cennamo, Michela (1984), Transitivity in Italian: the si-constructions, tesi di MPhil., Manchester, University of Manchester.

Cennamo, Michela (1993), The reanalysis of reflexives. A diachronic perspective, Napoli, Liguori.

Cennamo, Michela (1995), Transitivity and VS order in Italian reflexives, «STUF. Sprachtypologie und Universalienforschung» 48, 1, 2, pp. 84-105.

Cennamo, Michela (1997), Passive and impersonal constructions, in The dialects of Italy, edited by M. Maiden & M. Parry, London - New York, Routledge, pp. 145-161.

Cennamo, Michela (1998), Transitivity in the Italian dialects: synchronic aspects and diachronic implications, in Transitivität und Diathese in Romanischen Sprachen, hrsg. von H. Geisler & D. Jacob, Tübingen, Niemeyer, pp. 73-84.

Cennamo, Michela (2000), Costruzioni passive e impersonali in veneziano e in napoletano antico, in Actes du XXIIe congrès international de linguistique et philologie romanes, publiès par A. Englebert et al., Tübingen, Niemeyer, 9 voll., vol. 2º (Les nouvelles ambitions de la linguistique diacronique), pp. 91-103.

Cinque, Guglielmo (1988), On “si” constructions and the theory of “arb”, «Linguistic inquiry» 19, 4, pp. 521-581.

Cordin, Patrizia (1988), I pronomi riflessivi, in Renzi, Salvi & Cardinaletti 1988, pp. 593-603.

D’Alessandro, Roberta (2007), Impersonal “si” constructions. Agreement and interpretation. Oxford, Oxford University Press.

Jezek, Elisabetta (2003), Classi di verbi tra semantica e sintassi, Pisa, ETS.

La Fauci, Nunzio (2009), Compendio di sintassi italiana, Bologna, il Mulino.

Lepschy, Anna L. & Lepschy, Giulio C. (1977), The Italian language today, London, Hutchinson (trad. it. La lingua italiana. Storia, varietà dell’uso, grammatica, Milano, Bompiani, 1986).

Renzi, Lorenzo, Salvi, Giampaolo & Cardinaletti, Anna (a cura di) (1988), Grande grammatica italiana di consultazione, Bologna, il Mulino, 3 voll. (vol. 1º, La frase. I sintagmi nominale e preposizionale).

Rohlfs, Gerhard (1968), Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, Torino, Einaudi, 1966-1969, 3 voll., vol. 2° (Morfologia) (1a ed. Historische Grammatik der Italienischen Sprache und ihrer Mundarten, Bern, Francke, 1949-1954, 3 voll., vol. 2º, Formenlehre und Syntax).

Salvi, Giampaolo (1988), La frase semplice, in Renzi, Salvi & Cardinaletti 1988, pp. 29-114

Salvi, Giampaolo & Vanelli, Laura (2004), Nuova grammatica italiana, Bologna, il Mulino.

Serianni, Luca (1989), Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria. Suoni, forme, costrutti, con la collaborazione di A. Castelvecchi, Torino, UTET.

Vedi anche
frase completiva In linguistica, frase inserita in un’altra con la funzione di sintagma nominale soggetto o complemento. Per es., in «è meglio partire subito» e «desidero partire subito», la c. «partire subito» funge nel primo caso da sintagma nominale soggetto, mentre nel secondo da sintagma nominale complemento. participio Forma nominale del verbo, così chiamata dai grammatici greci perché partecipe, da un lato, della categoria dei nomi, di cui segue la flessione distinguendo numero, genere e caso, e dall’altro della categoria dei verbi, in quanto può distinguere la forma, il tempo e l’aspetto e può inoltre averne la reggenza, ... preposizione Parte invariabile del discorso che serve a precisare la funzione sintattica di un nome, pronome o espressione nominale, cui generalmente è premessa. Le p. si distinguono generalmente in proprie (per es., in italiano, di, a, da, in, con, per, su, tra, fra) e improprie (sopra, sotto, davanti, dopo, dietro, ... pronome Parte variabile del discorso che la tradizione grammaticale classica interpretava e definiva come la categoria che ha la funzione di sostituire il nome, ma che in effetti assolve la più vasta funzione d’indicare, senza nominarli, esseri e cose, precisandone la quantità e la qualità, e a volte i rapporti ...
Indice
  • 1 Definizione
  • 2 Tipi
    • 2.1 Riflessivo diretto
    • 2.2 Riflessivo indiretto
    • 2.3 Riflessivo reciproco
    • 2.4 Riflessivo mediale
    • 2.5 Riflessivo inerente
    • 2.6 Altri casi
    • 2.7 Anticausativi
  • 3 Riflessivi impersonali e impersonali/passivi
    • 3.1 Impersonali degli usi lessicalizzati del riflessivo
    • 3.2 Ordine verbo-soggetto nei verbi e costrutti riflessivi
  • 4 Verbi riflessivi con pronomi e aggettivi riflessivi
  • 5 Studi
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Vocabolario
vèrbo
verbo vèrbo s. m. [dal lat. verbum «parola», e nei grammatici «verbo»]. – 1. a. Parola. Con questo sign., è com. ormai soltanto in alcune espressioni (per es., ripetere a verbo a verbo, parola per parola), e soprattutto in alcune frasi...
verbo-visivo
verbo-visivo agg. Che si avvale della parola e dell’immagine. ◆ Siccome invece [Hugo] Pratt è stato grande artista soprattutto in quanto narratore a fumetti (e se a qualcuno l’espressione può parere ancora riduttiva, «narratore verbo-visivo»),...
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