VERDUN
(lat. Verodunum, Verdunum)
Cittadina della Francia orientale (dip. Meuse), nella regione storica della Lorena (v).V. sorge su un antico insediamento celtico-romano, posto nella parte occidentale del territorio dei Mediomatrici ed elevato nel sec. 4° d.C. al rango di civitas. Tale mutamento di status fu sicuramente dovuto all'ampliamento dell'agglomerato, determinato dallo sviluppo del commercio fluviale sulla Mosa e dalla presenza di un sito scosceso, favorevole all'insediamento di un castrum. Nella vallata si riconosce l'ubicazione di un quartiere commerciale posto al di fuori delle mura e l'od. rue Mazel (dal lat. macellum) ne conserva il ricordo nella toponomastica.Il castrum tardoantico restò in funzione fino al sec. 12°-13°, periodo durante il quale la cinta muraria fu estesa a inglobare anche la città bassa. La cerchia venne in parte ricostruita nel sec. 15° e completata da una cittadella dopo il 1552, anno in cui i tre vescovadi di Metz, Toul e V. vennero definitivamente annessi alla Francia; di essa rimangono alcune porte.Malgrado l'assenza di fonti dirette anteriori al sec. 9°, sembra certo che alcune fondazioni cristiane, in particolare la cattedrale all'interno delle mura, siano sorte nella città a partire dal sec. 5°; contemporaneamente, basiliche funerarie sorgevano all'interno delle antiche necropoli esistenti fuori delle mura. Secondo la tradizione, la chiesa di Saint-Jean-Baptiste (in seguito Saint-Maur) venne costruita allo scopo di accogliere le reliquie dei primi tre vescovi della città: Mauro, Salvino e Aratore. Poco dopo, in un analogo contesto, fu fondata la basilica di Saint-Pierre, in seguito divenuta Saint-Vanne. Nel sec. 9° sono documentate otto chiese.A livello politico, la città continuò a essere considerata di secondo piano, anche se di fatto occupava una posizione strategica, al confine tra la parte orientale e quella occidentale dell'impero carolingio, tanto da essere scelta nell'843 quale luogo di incontro tra i tre figli di Ludovico il Pio per la stipula del trattato di spartizione territoriale.La città acquistò maggiore importanza al tempo della dinastia ottoniana. Piazzaforte al confine del regno capetingio, V. fu favorita dall'imperatore, che nominò per la sua sede vescovile personalità eminenti, come Aimone (989/990-1024), grande riformatore e costruttore. Questi rinnovò la cattedrale, la cui struttura a due absidi contrapposte si conservò anche nei posteriori restauri: alla metà del sec. 11°, a seguito di un incendio; nel sec. 12°, in occasione della imponente ricostruzione del coro orientale; nel sec. 14°, quando furono impostate le volte ogivali; nel sec. 18°, nel corso del generale rifacimento della decorazione.Durante l'episcopato di Aimone venne anche riedificata l'abbazia di Saint-Vanne, centro riformatore la cui influenza si estendeva sull'intera Lotaringia. Dell'abbazia, nuovamente ricostruita tra il sec. 12° e la fine del Medioevo, si conservano soltanto una torre e importanti resti della decorazione architettonica. Il vescovo fondò inoltre, destinandola a proprio luogo di sepoltura, un'abbazia femminile di cui Saint-Jean-Baptiste divenne la chiesa: se ne conserva la cripta delle reliquie occidentale, della prima metà del sec. 11°, dove erano collocate le tombe dei vescovi citati e sopra la quale si trovava la tribuna delle monache.Tranne queste poche testimonianze di architettura religiosa e militare, l'edilizia medievale di V. è quasi interamente perduta: rimane tuttavia riconoscibile l'impianto topografico cristiano della città e soprattutto il quartiere canonicale - peraltro non ancora adeguatamente indagato - che occupava interamente la zona del castrum, mentre i laici erano insediati nella città bassa sulle due sponde della Mosa.Nel corso del sec. 12° V. fu un importante centro di produzione di libri miniati: particolarmente attivi furono gli scriptoria delle abbazie di Saint-Airy e di Saint-Vanne, dove furono realizzati rispettivamente, tra gli altri, un manoscritto con la Regola di s. Benedetto (Bibl. Mun., 10; secondo quarto del sec. 12°) e un evangeliario (Bibl. Mun., 43; ante 1150).
Bibl.: H.G. Marschall, Die Kathedrale von Verdun. Die romanische Baukunst in Westlothringen, Sarrebrucken 1981; Histoire de Verdun, a cura di A. Girardot, Metz 1997; F. Gama, Document d'évalutation du patrimoine archéologique urbain (D.E.P.A.U), Tours 1998.F. Heber-Suffrin