ANDREA, vescovo di Lesarea in Cappadocia
Fiorì fra il sec. VI e il VII. Ci è conosciuto solo per il suo commento all'Apocalisse, il più importante che sia stato scritto in greco, pervenutoci in numerosi manoscritti (circa 70). Fu compendiato da Areta, successore di Andrea sulla sede di Cesarea (sec. X), e saccheggiato da altri anonimi; ancor oggi è studiato sia per le frequenti citazioni di autori o scritti ora perduti, sia per la speciale recensione del testo sacro, che incorpora, opera anch'essa (tutto porta a crederlo) di Andrea. Se e quali relazioni abbia col commento di Ecumenio di Tricca (circa il 600) si potrà solo stabilire quando sarà istituito un raffronto definitivo con il commento di Ecumenio di recente pubblicato (Michigan 1929) dal Hoskier, il quale si limita a riattaccarsi al Diekamp che pensa Andrea dipendente da Ecumenio; egli sarebbe quindi posteriore al 600; ma la mancanza di allusioni alle invasioni arabe e al trionfo dell'islamismo nel suo commento ci vieta di portarlo troppo giù nel sec. VII. Né, d'altra parte, possiamo farlo ascendere oltre il sec. VI, perché cita col nome del "gran Dionigi", scritti dello pseudo-areopagita
Ediz.: Il testo greco del commento all'Apocalisse fu pubblicato per primo dal Sylburgius, Heidelberg 1596, insieme con la versione latina (Ingolstadt 1574) di Teod. Peltano. L'uno e l'altra passarono in Patrologia Graeca, CVI, coll. 207-458; ivi pure (coll. 487-786) è il compendio di Areta. Altra compilazione con estratti da Andrea, in Cramer, Catenae graecorum Patrum in Novum Testamentum, VIII, pp. 171-582.
Bibl.: Fr. Diekamp, in Histor. Jahrb., XVIII (1897), pp. 1-36 e 602; id., in Sitzungsberichte dell'Accad. di Berlino, XLIII (1901), pp. 1046-1056; R. Devreesse, in Vigouroux, Dict. de la Bible, suppl., I, coll. 1228 segg., 1138; per il commento, H. v. Soden, Die Schriften des N. T., I, pp. 284 segg., 702 seg., 2051 segg. Per le Catenae, Fr. Overbeck, Die sogenn. Scholien des Oecumenius, in Zeitschr. f. wissensch. Theol., VII (1864), p. 192 segg.