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VESPRI, VESPERALE

di Giulio Cesare Paribeni - Enciclopedia Italiana (1937)
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VESPRI, VESPERALE

Giulio Cesare Paribeni

. Il Vesperale è il libro liturgico, in cui sono raccolti Salmi, Antifone, Capitoli, Inni e Versetti, con le relative musiche, che si recitano e si cantano negli Uffici di Lode pomeridiani delle domeniche e delle varie feste dell'anno. Le domeniche vi sono divise in due periodi: dalla prima domenica di Avvento a quella di Passione; dalla domenica in Albis alla ventiquattresima dopo Pentecoste. Le altre Feste infra l'anno, col loro contenuto orante e musicale, sono raccolte a parte.

I Vespri, nel concetto della liturgia cattolica, si contrappongono, completandola, alla parte sacrificale di questa, la Messa. Sono perciò detti anche Sacrifici di Lode. Il loro contenuto infatti, in cui prevalgono i Salmi, è laudativo e propiziatorio della Divinità.

Il codice musicale del cattolicesimo, l'Antifonario gregoriano, ha per ogni testo dei Vespri l'apposita melodia.

Ogni Vespro - così domenicale come di altre feste - s'inizia col Pater noster e l'Ave Maria recitati, a cui segue l'Antifona fissa Deus in adiutorium meum intende detta nel tono di lezione, in quella maniera cioè del canto liturgico (accentus) in cui la declamazione del testo ha il predominio sul canto; maniera semplicissima, quasi esclusivamente sillabica, aggirantesi su due o tre suoni ed escludente qualsiasi forma di melisma.

I Salmi sono detti anch'essi in tono di lezione o sillabico, sebbene i loro schemi melodici presentino una maggior ampiezza di ambitus. Ogni schema si applica a tutti i versetti indistintamente, secondo il sistema strofico della musicazione vocale. Una delle formule più usate è la seguente:

Il giubilo della lode e del ringraziamento è invece espresso nel carattere melismatico di talune antifone responsoriali, come la seguente:

Dopo i Capitoli e gli Oremus, detti in tono di lezione, si trovano sovente gli Inni. Nell'Innodia l'elemento più strettamente musicale prende il sopravvento sulla declamazione del testo: dall'accentus si passa al concentus. Ed è questa la parte più essenzialmente melodica dei Vespri. L'andamento del canto degl'Inni segue di solito la natura metrico-ritmica del testo strofico. Non è inopportuno ricordare che dell'innodia, e del suo arabescato sistema di cantillazione, fu culla l'Oriente e specialmente la Siria. Riportiamo la melodia strofica dell'inno Pange lingua, in terzo tono autentico:

I Vespri ambrosiani hanno differenze non lievi da quelli di rito romano sin qui descritti. Le caratteristiche più salienti sono la presenza del cosiddetto Lucernario nella parte fissa d'apertura, cantato in maniera più affine al concentus che all'accentus, le Antifone in coro, i Responsoria in coro, i Completoria non alieni da ricchi melismi e terminati dal giubilo dell'Alleluja.

Vedi anche
Ave Maria Nome, dalle parole iniziali, della più popolare preghiera mariana della Chiesa occidentale, composta di due parti, di cui la prima, derivata dal Vangelo (Luca 1, 28, il vero e proprio «saluto dell’angelo», e 1, 42, il saluto di Elisabetta), in uso liturgico fin dal 4° sec., la seconda aggiunta tra il ... Magnificat Nome con cui, dalla parola iniziale (Magnificat anima mea Dominum «l’anima mia magnifica il Signore»), è indicato il cantico che, secondo il Vangelo di Luca, Maria recitò quando andò a visitare Elisabetta. La liturgia cattolica lo usa nei Vespri e in molte funzioni in onore della Madonna. breviario Libro liturgico che contiene l’intero ufficio divino, secondo il rito della chiesa latina. Il nome deriverebbe dal foglio o fascicolo posto all’inizio del Salterio e che serviva da indice degli uffici divini e dei formulari rispettivi.  ● Le ore canoniche di cui si componeva il breviario erano: Mattutino ... triduo Ciclo di preghiere o di riti concluso nello spazio di tre giorni; i triduo di preghiere sono previsti dalla liturgia (per es., in onore di un santo dopo la sua canonizzazione) e sono consueti nella devozione popolare (e privata) in preparazione di una determinata festa o per ricevere una grazia particolare. ...
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    religione Nella liturgia cattolica, la seconda delle Ore cardine o principali dell’Ufficio quotidiano; è la preghiera serale della comunità cristiana, mentre le lodi sono la preghiera del mattino. L’Institutio generalis de liturgia horarum (1971) ne raccomanda la celebrazione pubblica e comune «specialmente ...
Vocabolario
vesperale
vesperale agg. e s. m. [dal fr. vespéral, agg. e s. m., che è dal lat. tardo vesperalis, agg., der. di vesper «vespero1»]. – 1. agg., letter. Del vespero, vespertino: ancor durava l’ora v. che in uno de’ suoi libri egli aveva chiamata l’ora...
vèspro
vespro vèspro s. m. [lat. vĕsper -ĕri, affine al gr. ἕσπερος; v. anche vespero1]. – 1. a. ant. o letter. L’ora tarda del giorno verso il tramonto, cioè il crepuscolo serale: presa una sua fanticella, ... in sul v. la mandò all’albergo dove...
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