LABICANA, VIA
VIA Una delle più antiche vie dell'Agro Romano, che conduceva da Roma a Labico. Usciva dalle mura serviane per la Porta Esquilina, e dalle mura aureliane in comune con la Via Prenestina, per la porta che prendeva il nome da quest'ultima, e che è detta oggi Porta Maggiore. Quindi, in direzione quasi esatta da Ovest a Est, con un percorso un po' sinuoso, dato il terreno accidentato, si dirigeva a Labico.
Le divergenze di opinioni sulla ubicazione di questa città non influiscono che in piccola parte sul percorso della via: fino a Torre Nuova (miglio VII) il tracciato della via antica corrisponde a quello della moderna Casilina, e vi si notano sui fianchi numerosi avanzi di sepolcri, tra cui quelli famosi di S. Elena (Tor Pignattara) e di Centocelle; quindi la via antica si distaccava dalla moderna passando per le Grotte Celoni e la valle della Morte, dove s'incrociava con l'antichissima strada della Cavona: anche qui il percorso è segnato da numerosi ruderi di sepolcri e ville. Nei pressi del Colle di Corvio il percorso è un po' incerto: poco oltre tagliava le linee degli acquedotti della Marcia, della Claudia e dell'Aniene Nuovo, attraversando poi la vallata fra Colonna e Monte Compatri, dove era la stazione ad Quintanas (miglio XV). A S. Cesareo si elevano ancora le rovine della villa imperiale (miglio XVII) e altre rovine s' incontrano al miglio seguente, nella tenuta Rospigliosi. Infine al miglio XXX, presso il Colle di S. Ilario, si riuniva con la Via Latina, dopo avere lasciato a nord i paesi di Labico e di Valmontone ed essere salita con dolce pendio fino a m. 216 sul livello del mare. In quest'ultimo tratto erano le due stazioni di Ad Statuas (S. Cesareo), e Ad bivium (Colle di S. Ilario).
Bibl.: A. Nibby, Analisi dei dintorni di Roma, 2ª ed., Roma 1848-49; Th. Ashby, The Via Labicana, in Papers of the British School at Rome, I (1902), p. 215 segg.; G. Tomassetti, La Camp. Rom., III, Roma 1913, p. 377 segg.