VALERIA, VIA
VIA Strada che da Tivoli conduceva nel paese dei Marsi; non sappiamo quando fu costruita; essa può considerarsi come un proseguimento della Via Tiburtina, e il suo nome deriva da un personaggio della gente Valeria, che ne curò la costruzione.
Questa però non avvenne in un solo tempo, ma a varî tratti: prima da Tivoli a Cerfennia, ai piedi del Monte Imeo (Forca di Caruso), poi fino ai Monti dell'Aterno, e infine sino al Mare Adriatico. Per circa 30 km. dopo Tivoli la Via Valeria corre a fianco dell'Aniene, risalendo il corso del fiume; passa sotto Vicovaro (antica Varia), donde si stacca la via che conduceva anche in antico a Licenza (villa di Orazio) e Orvinio; poco più oltre è la diramazione per Subiaco, nota col nome di Via Sublacense. Al miglio XXII da Tivoli la via incontra le rovine di Carseoli e, sorpassato l'Appennino Marsico, scende nel bacino del lago di Fucino, con tracce ancora visibili del selciato e ruderi di sepolcri. Il tratto che segue sembra sia stato costruito da Claudio: onde l'epiteto di Via Claudia-Valeria.
Dopo avere valicato il Monte Imeo la strada scendeva nella valle dell'Aterno, e presso la confluenza di questo col Gizio incontrava Corfinio. 5 km. oltre Corfinio oltrepassava l'Aterno sopra un bel ponte (presso il moderno paese di Popoli), e dopo altri 13 km. trovava la stazione di Interpromium, chc corrisponde all'odierna osteria di S. Valentino; toccava infine Chieti e terminava sulla costa adriatica presso la foce dell'Aterno, dopo un percorso di 125 miglia, comprese le 20 fra Roma e Tivoli.
Le stazioni indicate dagl'itinerarî con le distanze corrette sul terreno, in base ai cippi miliari scoperti in sito, sono le seguenti: Tibur (Tivoli), Carseoli (Carsoli), m. XXII; Alba Fucentia (Alba), XXII; Cerfennia (S. Felicita), XIII; Corfinium (S. Pelino), XVII; Interpromium (S. Valentino), XII; Teate Marrucinorum (Chieti), XII; Ostia Aterni (Pescara), VII. L'itinerario di Antonino segna la fine della Via Valeria ad Hatria (Atri) indicando soltanto 14 miglia fra questa località e Teate, il che fa supporre l'esistenza di una scorciatoia che evitasse il passaggio per Ostia Aterni.
Durante l'impero avanzato prese probabilmente il nome di Valeria anche la via costiera che congiungeva Hatria con Ancona, la quale viene così frazionata dagl'itinerarî: Ostia Aterni (Pescara)-Hatria (Atri), m. XVI; Castrum Novum (Giulianova), XV; Castrum Truentinum (foce del Tronto), XII; Castellum Firmanum (Porto di Fermo), XXIV; Potentia (Potenza), XXII; Numana (Numana), X; Ancona, VIII. In totale 107 miglia.
Bibl.: P. A. Corsignani, De Aniene ac viae Valeriae pontibus, Roma 1718; L. Borsari, Iscrizioni stradali... scoperte presso la Via Valeria, in Notizie Scavi, 1890, p. 160 segg.; R. Gardner, The Via Claudia Valeria, in Journ. Roman. Studies, 1913, p. 204 segg.; G. Pansa, Il XC miliario della Valeria Claudia, in Bull. Arch. Com., 1918, p. 189 segg.