Filosofo (Parigi 1792 - Cannes 1867); prof. alla Sorbona (1828-30), accad. di Francia, dirett. della Scuola Normale (1835), ministro dell'Istruzione (1840), rinunziò progressivamente alle cariche dopo il 1848 e il colpo di stato del 1851, fedele alle idee liberali costituzionali, e nel 1852 lasciò anche l'insegnamento, dedicandosi agli studî. Ebbe tra i suoi amici il Manzoni, il d'Azeglio e molti altri uomini illustri di ogni nazione. Le sue dottrine filosofiche sono svolte principalmente nei suoi corsi di lezioni del 1815-20 (il più importante è quello del 1818, pubbl. nel 1837: Du Vrai, du Bien et du Beau), poi rielaborati così ampiamente da divenire trattazioni separate: La philosophie sensualiste; La philosophie écossaise; La philosophie de Kant. I corsi del 1828-29 (pubbl. in 3 voll. nel 1829) furono poi ampliati nell'Introduction à l'histoire de la philosophie e nell'Histoire générale de la philosophie jusqu'à la fin du XVIIIe siècle (1864). La dottrina in essi sostenuta è un eclettismo orientato in senso spiritualistico che cerca di giustificare sé stesso attraverso una vasta interpretazione dello sviluppo storico della filosofia. Importanti alcuni lavori critici, di editore e traduttore: ed. delle opere di Proclo (6 voll., 1820-27), di Cartesio (1824-26), di Abelardo (1836).