Trovatore provenzale (sec. 12º-13º), nativo di Beralú (ant. Besaudun), villaggio oggi in Catalogna. Visse in molte corti di Spagna e di Provenza, ma il suo mecenate più celebre fu Ugo di Mataplana, vassallo di Pietro d'Aragona e anch'egli poeta. Di lui ci restano, oltre a qualche lirica, novelle in versi, fra le poche rimaste della letteratura medievale di Provenza: il Judici d'amor (1698, ottosillabi), nel quale si dibatte un sottile problema di casistica amorosa; il Castía Gilos, in cui narra piacevolmente in 450 ottosillabi la storia di un marito tradito e contento; e un compianto sulla decadenza della poesia, Abrils issi'e mais intrava, scritto prima del 1213. In ognuna di queste composizioni, ma particolarmente nell'ultima, V. ha inserito citazioni di altri poeti provenzali. Suo è inoltre il trattato di grammatica e di poetica Razos de trobar, il più antico e fortunato in lingua provenzale, compendiato alla fine del sec. 13º da Jaufré de Foicsà e rifatto in versi provenzali da Terramagnino da Pisa.