AIMINO, Vincenzo
Nato a Borgomasino (Torino) il 25maggio 1784, da Antonio e da Giovanna Enrico, volontario al servizio della Francia nei Tiralieri del Po dal 1802 al 1814, poi arruolatosi come sergente nella brigata dei granatieri-guardie dell'esercito sardo, partecipò alla campagna del 1815, meritandosi una medaglia d'argento. Fu anche decorato dell'Ordine militare di Savoia di 4a classe, in cambio della Legion d'onore, l'11 sett. 1816. Denunciato come disertore il 1 maggio 1821, risultando già assente senza licenza dal 18 marzo dello stesso anno, fu condannato a morte in contumacia, previa degradazione, e all'impiccagione in effigie con sentenza 6 sett. 1821 della Regia Delegazione di Torino, per avere partecipato a quella "congiura da vari mesi ordita per sovvertire il governo" che portò il 12 marzo del 1821 alla rivolta dei militari di stanza nella cittadella di Torino. Sembra che l'A. si rifugiasse dapprima in Spagna.
Passò poi nei Balcani, dove morì a Naupila (Napoli di Romania), combattendo con il grado di capitano fra i Greci insorti. Il suo nome inciso insieme con quello degli altri caduti è nel monumento eretto nel 1841 nella chiesa della Trasfigurazione a Nauplia, sotto gli auspici di re Ottone e della regina Amelia, in onore dei filelleni europei morti per l'indipendenza della Grecia.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, Processi del 1821, cart. X; G. D'Amato, Panthéon dei martiri del Risorgimento italiano, I, Torino 1852, p. 264; C. Beolchi, Reminiscenze dell'esilio, Torino 1853, pp. 211, 212; A. Manno, Informazioni sui moti del 1821 in Piemonte, Firenze 1879, p. 142; A. Vannucci, I martiri della libertà italiana, I, Milano 1887, pp. 257, 283, 285; R. Barbiera, Voci e volti del Passato, Milano 1920, p. 121; Diz. del Risorgimento na:., II, pp. 26, 27.