Giurista e uomo politico italiano (Napoli 1884 - Roma 1964). Fu uno dei maggiori studiosi italiani di diritto romano e insegnò in numerose università. Nel 1943 presidente del Comitato di liberazione nazionale di Napoli, fu poi ministro di Grazia e Giustizia e della Pubblica Istruzione (1944-45). Opere principali: Istituzioni di diritto romano e Storia del diritto romano.
Professore di diritto romano nelle università di Camerino, Perugia, Cagliari, Messina, Modena, Napoli, Roma, e per incarico temporaneo nell'univ. egiziana del Cairo. Presidente del Comitato di liberazione nazionale di Napoli, dal settembre 1943, si oppose alla formazione di un governo, espressione di tali comitati, che si giustapponesse o contrapponesse al governo di Badoglio. Si dichiarò anche contrario al progetto di una reggenza, e sollevò energica protesta contro le pretese eccessive degli occupanti anglo-americani. Relatore sulla politica interna al congresso di Bari dei CLN (28-29 gennaio 1944), si dichiarò favorevole all'abdicazione di Vittorio Emanuele III. Ministro di grazia e giustizia nel gabinetto Badoglio costituito a Salerno (22 aprile 1944-10 giugno 1944), tenne poi il dicastero della Pubblica Istruzione nel ministero Bonomi (10 dicembre 1944-20 giugno 1945) e nel ministero Parri (21 giugno 1945-8 dicembre 1945), in rappresentanza del partito liberale. Fu inoltre socio nazionale dell'Accademia dei Lincei (1947), dove ricoprì anche la carica di presidente (1952-58) e vicepresidente (1950-52 e 1958-64).
Opere. La sua opera, che interessa ogni campo del diritto romano, trova felici sintesi nelle Istituzioni di diritto romano (14a ed., 1960) e nella Storia del diritto romano (7a ed., 1957), ancora ampiamente ristampate. Coltivò anche con grande perizia l'epigrafia e la papirologia giuridica; illustrò per primo frammenti inediti delle istituzioni di Gaio, scoperti in Egitto nel 1933.