VINCENZO de Paul o, nell'uso italiano, de' Paoli, santo
Nato a Pouy, oggi Saint-Vincent-de-Paul (Lande) il 24 aprile 1581 (e non a Loyola, né nel 1576), morto il 27 settembre 1660 a Parigi. Egli si firmò sempre Depaul, tutto attaccato, perché nessuno avesse a presumere per lui natali nobili; oppure, si faceva chiamare più semplicemente: "monsieur Vincent": nacque infatti da contadini, e da ragazzo guardava il gregge. Studiò, aiutato da un De Comet, in un collegio dei francescani a Dax, dal 1595 al 1597, e il 20 dicembre 1596 vi ricevette tonsura e ordini minori; quindi studiò teologia a Tolosa (non a Saragozza), e fu ordinato sacerdote il 23 settembre 1600 a Château-l'Èvêque dal vescovo di Périgueux. Fu a Roma, prima del 1605: ma non se ne sa né la data né il motivo. Il 12 ottobre 1604 conseguì il grado di baccelliere dall'università di Tolosa; e più tardi la licenza in diritto da quella di Parigi. Lo troviamo, un certo tempo, a Bordeaux. A causa d'una eredità toccatagli a Tolosa, fu a Marsiglia; partendone per mare, diretto a Narbona, fu catturato dai corsari e venduto schiavo: restò in tale condizione a Tunisi, sinché il 28 giugno 1607 poté fuggire e approdare a Aiguesmortes; passò quindi ad Avignone, poi a Roma, infine a Parigi nel 1609, nel quartiere di S. Germain-des-Prés. L'avventura dei pirati è stata posta in dubbio, ma sin qui non si hanno documenti che la infirmino: le prime date restano incerte. A Parigi, sugli inizî, parve non nutrisse altro ideale fuorché "avere un benefizio, e quindi una buona rendita, per poi ritirarsi al suo paese presso i suoi parenti". In un documento del 17 maggio 1610 apparisce la prima volta tra i consiglieri e cappellani di Margherita di Valois, figlia di Enrico II, moglie ripudiata di Enrico IV. Ottenne il 17 maggio 1610 il sospirato benefizio: un'abbazia con una rendita di lire 1200 annue. Ebbe a direttore di spirito il P. de Bérulle che nel 1612 doveva fondare l'Oratoire: e pose affezione ai malati che visitava nell'ospedale della Charité. Una somma di 15.000 lire avuta in dono, fu da lui il giorno dopo - 19 ottobre 1611 - devoluta all'ospedale. Nel 1612 lo troviamo curato di Clichy; nel 1613, precettore in casa del generale delle galere, F.E. de Gondi; canonico di Écouis, benché mai si facesse vivo al coro. Nel 1616 rinunziò anche l'abbazia. Il 1° agosto 1617 era parroco a Châtillon-les-Dombes; un mese dopo, già vi aveva fondato la prima confraternita della Carità, in servizio dei malati poveri ed era nata in lui e nella signora de Gondi l'idea delle missioni al popolo: ma non vi restò più di cinque mesi in tutto. Rientrò in casa Gondi, con il patto di poter aiutare le popolazioni di campagna. Fondò un'altra associazione della Carità a Villepreuz; la terza a Joigny, e così in altre terre. Dal 1618 al 1621 tenne, con altri preti esemplari, corsi di missioni in varie diocesi. Nel 1620 sorse la prima confraternita maschile di carità, a Folleville. Nel 1619 fu cappellano reale delle galere, carica creata per lui, dato lo zelo eroico verso i carcerati; nel 1622, su proposta di S. Francesco di Sales e santa Giovanna Francesca Chantal, fu creato dall'arcivescovo di Parigi superiore della prima casa della Visitazione a Parigi; nel 1624 diventò priore di Saint Nicolas-de-Grosse Sauve e superiore del collegio dei Bons-Enfants. La contessa de Gondi, insieme con suo marito Filiberto Emanuele, con contratto del 17 aprile 1625, dava 45.000 lire a una società di 6 ecclesiastici, i quali sotto la guida di V. si dedicassero unicamente alle missioni per i poveri contadini. Nasceva così la società delle Missioni, la quale con un contratto del 7 gennaio 1632 si univa alla prioria di Saint-Lazare, a Parigi, onde il nome di Lazzaristi restato ai suoi membri o, come pure furono detti, Preti della Missione. Nel 1641 si aprì a Roma la prima casa; dal 1640 al 1645 datano i primi invii in terre infedeli; dal 1647, in Barberia; dal 1655, la definitiva approvazione di Roma. Con il Bérulle, J.-J. Olier, A. Bourdoise, V. va annoverato tra i massimi educatori del clero francese: nel 1628, gli esercizî agli ordinandi; nel 1633, le cosiddette conferenze del martedì", o riunioni settimanali di sacerdoti; nel 1635, una specie di seminario minore ai Bons-Enfants; nel 1637, un seminario interno per i suoi preti, e il seminario vescovile di Annecy a loro affidato; nel 1642, un altro, con l'aiuto di Richelieu, ai Bons-Enfants, separando i piccoli dai grandi; e ben presto, un numero grandissimo un po' dovunque. Dal 1643 fa parte del Consiglio di Coscienza della regina. V. si occupò dell'assistenza religiosa ai forzati, con un successo immenso. Diresse dal 1625 Luisa de Marillac vedova Legras, divenuta presto ispettrice, con varie altre, delle varie "carità" istituite; nel 1633 consentì a radunare in casa di lei, per una specie di noviziato, alcune di queste donne; nel 1646 fece approvare dalla curia di Parigi l'erezione delle "Figlie della Carità" in confraternita; e nell'agosto del 1655 procedette a una fondazione definitiva. Nel 1634, con la signora Goussault fondò all'Hôtel-Dieu la compagnia delle Dame dei Poveri; nel 1638, oltre i malati, soccorre i trovatelli; nel 1656, con il suo concorso, s'apre l'ospedale generale; e così, lungo la sua vita, s'occupa di tutte le miserie: dei vecchi, delle donne perdute, dei rovinati dalle guerre nelle provincie. Fu inoltre fra i direttori di coscienza più grandi del suo secolo. Fu beatificato il 21 agosto 1729, canonizzato il 16 giugno 1737.
Bibl.: P. Corte, Il signor V., Roma 1934, voll. 3.