Pittore (n. Brescia tra il 1427 e il 1430 - m. ivi 1515 o 1516). Nelle prime opere (Tre crocifissi, S. Gerolamo, Bergamo, Accademia Carrara) il F. mostra influssi mantegneschi e di I. Bellini; ma intende la forma plasticamente, costruita dalla luce spesso in deciso contrasto con l'ombra, in un colore ricco di materia, secondo un gusto tipicamente lombardo che in lui troverà l'interprete del nuovo linguaggio rinascimentale. Nella sua gamma cromatica è prevalente un'intonazione grigio-argentea che tempera la vivacità delle tinte. Negli affreschi con le storie di s. Pietro martire nella cappella Portinari in S. Eustorgio a Milano (1468 circa), suo capolavoro, giunse a fondere gli elementi prospettici toscani con il senso naturalistico proprio dei lombardi. Dopo il 1480, soprattutto per l'attiva presenza di Bramante, il F. indirizzò il suo linguaggio verso una nuova complessità e ampiezza di respiro (affresco già sulla porta di S. Maria di Brera, ora alla Pinacoteca, 1485). Altre opere: una giovanile Madonna (collez. Berenson, Settignano); polittico nella cappella Spinola in S. Domenico a Genova; la pala di S. Maria di Castello a Savona (1490); il polittico già in S. Maria delle Grazie a Bergamo (ora a Brera); il Martirio di s. Sebastiano (ivi); varie Madonne (musei del Castello Sforzesco e Poldi-Pezzoli, Milano, ecc.).