Comune della Lombardia (40,16 km2 con 120.783 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. La città ha un nucleo più antico posto su un colle (366 m s.l.m.) e una parte moderna, ai piedi del colle, accresciuta in seguito all’espansione industriale e all’incremento demografico. Estesi quartieri residenziali sono sorti al margine meridionale della città, fuori Porta S. Bernardino, e a ovest, al di là del Borgo San Lorenzo, con particolare intensità a nord della strada per Lecco, dove si sono spinti fin sugli sproni del colle della città alta. Notevoli le attività industriali meccaniche, chimiche, tessili e il cementificio. Importanti anche le funzioni commerciali e terziarie superiori (credito, assicurazioni, università). Attivo il turismo. Lo sviluppo economico è stato favorito dalla rapidità delle comunicazioni: linee ferroviarie per Brescia, Treviglio, Lecco, Milano; l’aeroporto di Orio al Serio; autostrada Milano-Venezia.
Bergomum sarebbe stata fondata da famiglie dei Cenomani, di stirpe orobica. Fu municipio della regione XI (Transpadana). Sede vescovile dalla metà del 4° sec., poi presa e saccheggiata da Attila (452), si riprese e fu centro di ducato longobardo; in epoca franca fu sede comitale, poi nei sec. 10° e 11° ebbe a capo il vescovo. Costituitosi il governo cittadino, fu retta da fazioni aristocratiche, venute poi in lotta con le classi popolari: questo favorì la progressiva invadenza dei Visconti, ai quali fu soggetta dal 1329, seppur non sempre come signoria diretta. Nel 1412 fu assediata da Facino Cane e nel 1419 dal Carmagnola, che nel 1427 la conquistò per Venezia. Nel 1797 Napoleone l’aggregò alla Repubblica Cisalpina, quindi al Regno italico. Seguì poi le sorti della Lombardia sotto la dominazione austriaca.
La città medievale, corrispondente alla B. alta e sviluppatasi dal municipium romano, era dominata dalla rocca viscontea (1331) e cinta da mura. Dopo la conquista veneziana (1430) si determinò l’attuale assetto urbanistico: il perimetro murario fu ricostruito (1561) e il palazzo della Ragione (sec. 12°, ampliato nei sec. 15° e 16°) divenne elemento di snodo tra la piazza Vecchia (dove nel 1611 fu eretto il palazzo Nuovo, di V. Scamozzi) e l’area del duomo, su cui si affacciano i maggiori monumenti (S. Maria Maggiore, sec. 12°-13°; cappella Colleoni, 1476). La città bassa si sviluppò soprattutto nel sec. 19° (palazzo dell’Accademia Carrara, sede dell’importante Pinacoteca; teatro Donizetti) e subì un consistente riassetto urbanistico e architettonico durante il periodo fascista, con numerosi interventi di M. Piacentini.
Provincia di B. (2.745,94 km2 con 1.108.126 ab. nel 2020). Si estende dal crinale delle Alpi Orobie alla pianura padana, comprende la Val Brembana, la Val Seriana e i rilievi che le fiancheggiano ed è per circa tre quarti montuosa. Il territorio, suddiviso in 243 comuni, è ben coltivato nella pianura e nelle valli, dà notevoli produzioni di cereali, frutta, vino, ortaggi e, nelle parti più elevate, comprende boschi e pascoli. Molto sviluppato il settore industriale (grazie anche alle disponibilità idroelettriche, sfruttate in una ventina di bacini montani), con particolari concentrazioni nel capoluogo, nella sua area di influenza (centro siderurgico di Dalmine) e nella Val Seriana (cartiere, cementifici, industrie metallurgiche e tessili). Il forte esodo rurale, tuttavia, non ha trovato pieno assorbimento nelle attività secondarie e terziarie della provincia: si verifica, così, un intenso pendolarismo con la regione milanese, per cui la provincia di B. rappresenta uno dei principali sbocchi di decentramento residenziale. Quanto al reddito prodotto, B. mantiene una posizione al di sopra della media nazionale ed europea, confermandosi polo di sviluppo di importanza interregionale, soprattutto grazie a un costante aumento di competitività delle funzioni industriali. Numerose le località di soggiorno estivo e di sport invernali nelle Alpi Bergamasche.
Con il D.L. 34/2020, alla città e a quella di Brescia è stato conferito per il 2023, in via straordinaria e in deroga rispetto alla procedura ordinaria, il titolo di Capitale italiana della cultura, al fine di promuovere il rilancio socioeconomico e culturale dell'area più colpita dall'emergenza sanitaria da Covid-19.